54°capitolo - bipolar persons

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Taylor Vega (POV'S)

Il suo volto si adombrò.

«Quale fottuto problema hai?« mi ringhiò contro a denti stretti.

Qual era il mio di problema?

Lo guardai con un cipiglio, non riuscivo proprio a comprenderlo.

«Prima ti avvicini a me augurandomi il peggio e poi fai la vittima?!»

Fu la mia volta di guardarlo stralunata.

«Di cosa stai parlando?» domandai.
Aron perse completamente le staffe «Mi prendi per il culo?!» gesticolò, persino la vena sul collo gli si era gonfiata a causa della forza che aveva usato per gridare.
Indietreggiai «Tu non sei a po–..» «Non provare a darmi a me del pazzo!» mise l'indice in bella vista.

Mi voltai per andarmene. ‹Non ho intenzione di far sì che lui mi urli in faccia in questo modo.› -pensai nervosamente.-

Mi sentiì strattonare per le spalle, quasi caddi all'indietro!

Lui sbraitò adirato «Non ti azzardare a voltarmi le spalle!»
Tirai uno strattone e lo spinsi «E tu non azzardarti mai più a fare così!»

Ora sono incazzata.›

Aron alzò il pugno stretto in aria, si trattenne. Lo portò vicino al viso e poi chiuse gli occhi per poi voltarsi e far due passi. Fece fuoriuscire l'aria dai polmoni e poi si mise le mani fra i capelli mentre aveva il capo volto verso il cielo.

Questa volta mi voltai e lui non mi fermò.

1h

Mi trovavo in cortile da un po' ed i miei nervi non si erano ancora calmati.

«Dannazione, ho pure finito le sigarette.» parlai da sola.

I soldi che ogni tanto mi arrivano in forma anonima avevano smesso d'arrivarmi dopo che avevo rotto i contatti con Claus. Ora capivo da dove provenissero, anche se il perchè non mi era affatto chiaro. Sarà stato per il mio silenzio? Per l'aiuto che pensava gli dessi? Non avrei saputo dirlo. Di certo, però, avevano fatto comodo. Forse gli avrò fatto pena, o chissà.

Sbuffai.

Qualcuno mi venne chiaramente addosso, lo aveva fatto apposta. Potei dirlo dal fatto che nel mentre che si stava dirigendo verso di me mi stesse pure guardando.

Che faccia di merda.› «Non è giornata Dylan.»
«Oooh, andiamo!» esclamò, l'attimo dopo mi mise un braccio attorno alle spalle «Non fare così adesso.»
Cercai di scrollarmelo di dosso «Dimmi che cosa vuoi e poi sparisci.«
Maicol, che era con lui, disse «Dylan, smettila.»
«No!» puntò un dito in alto «Oggi sono in cerca di affetto.»

Lo fulminai.

Perchè non mi lasciano in pace?›

Dylan «Ah, comunque» s'avvicinò al mio orecchio «c'è qualcuno che mi sta ammazzando con lo sguardo.»

Puntai lo sguardo proprio dritto davanti a me.

«Non sta fulminado te, sta fulminando me.» gli feci sapere.

Aron se avesse potuto mi avrebbe letteralmente fatta diventar cenere.

CRESCERE NEL CRIMINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora