14°capitolo - laugh to forget

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Proprio in quel preciso istante entrò James.

‹E lui cosa ci fa quì?› -mi chiesi.-

«Voleva vedermi?»
«Sì.» gli rispose.

Poi tornò con lo sguardo su di loro.

Egli «Portatemi quì il detenuto 6 0 6.»

Non se lo fecero ripetere due volte.

«Ah, Mario...» richiamò il più anziano fra loro.
Questo gli rispose «Sì signore?»
«Tu rimarrai quà, in tre basteranno a portarlo quì.»
Decisi di prendere parola «Lui l'ha fatto per–..» «Conosco già la storia.» mi interruppe in modo brusco.
James «Accetterò qualsiasi punizione.»

-Mi voltai verso di lui con impeto- ‹Ma che sta dicendo?›

«Mh...» tirò su un angolo della bocca «Sei sempre stato bravo, hai sempre eseguito ogni ordine alla lettera non sgarrando neanche una volta.» guardò me quando pronunciò le seguenti parole «A differenza di qualcuno.» poi tornò con lo sguardo su di lui «Quindi dimmi, questa volta, che è successo?»
James lo guardò fisso negli occhi,non distolse lo sguardo nemmeno per un attimo «L'ho fatto per un amico.»
Il nostro superiore rimase interdetto «Davvero è questa la tua risposta?»
«Sì signore. È l'unica risposta.»
Allungò il braccio spingendosi più in là con la sedia «Davvero?»
«Sì signore.»

Quando faceva così non sembrava lui. Davanti a un suo superiore, o in questo caso al suo capo, teneva sempre una postura rigida ed il comportamento tipico di un soldato addestrato alla perfezione.

«Bene, sarai sospeso a tempo indeterminato.»
Ribattei «Ma lui non–..» mi interruppe «Christian, va bene così. Sono consapevole di come ho agito ed ero già pronto ad accettare le conseguenze. Quando il proprio superiore ci da un ordine non dobbiamo ribattere. Soprattutto, quando l'ordine non è stato dato a te.» ‹Sì, quando fa così non lo sopporto proprio. Altro che non sembrare lui!›
Il direttore quì presente fece un cenno compiaciuto «Mi sei sempre piaciuto. E tu forse dovresti imparare qualcosa da questo ragazzo.» disse, mentre io me ne rimasi zitto anche se avrei voluto rispondergli malamente.

Si udirono delle voci.

«Award, puoi ritirarti.»

Questo annuì soltanto e fece per andarsene.
In quel preciso istante entrarono loro.

Aron «Toglietemi le vostre luride mani da dosso!»

Mi scambiai uno sguardo d'intesa con James e poi se ne andò.

Lo fecero sedere sulla solita sedia che si trovava ad un metro, se non poco di più dalla sua scrivania.

«Eccoti.» cominciò subito a parlare.
Diede prima uno sguardo a me e poi guardò lui «Come mai mi trovo quì?»
Egli «Volevo vedere com'eri conciato.» ovviamente il tono che usò fu totalmente piatto.
Aron «Oooh!» alzò la testa con fare altezzoso «Ora capisco...»
«E cos'è che capiresti?»
«Che volevi assicurarti personalmente come mi hai fatto conciare da questi pezzi di merda!»
Jo «Senti un po'–..» fermai sia il suo passo,che le sue parole «Vedi di restare dove sei.»
Il nostro adorato direttore incrociò le mani fra di loro e poi volse lo sguardo su di me «Mi pare che però riesca a parlare.»
Con un solo scatto mi ritrovai ad un paio di metri da lui «Questo cosa cazzo vorrebbe dire!?»
Si tirò in dietro appoggiandosi in seguito allo schienale «Nulla, la mia era solo un'osservazione.»
Aron commentò «Non ci credo...» e in seguito si mise a ridacchiare.

CRESCERE NEL CRIMINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora