Erano le 19:30 di sera del giorno dopo, ero appena entrata in mensa.
«Taylor.»
«Oh, ciao.» dissi distrattamente.
Lui «Tutto oka–..»
-Smisi di ascoltarlo, perchè pensai- ‹Allora ci avevo visto giusto!› «Scusa.» lo liquidati.Lo congedai velocemente e mi diressi verso la mia fonte di attenzione.
«Hei!»
Il suo sguardo entrò in contatto col mio.
Il segno del pugno ricevuto sullo zigomo era molto più evidente del giorno prima, ma non l'avevo di certo fermata per osservarle la guancia.
‹Devo ringraziarla per ieri.›
«Te lo dico già in partenza, non voglio i tuoi ringraziamenti.»
Mi ammutoliì.
Mosse un piede nella direzione opposta alla mia.
Insistetti «Voglio comunque ringraziarti.» lei non disse nulla, sbuffò e basta, ma almeno ero riuscita a fermarla «Dico sul serio.» decisi di aggiungere.
«Bene. Ciao!»
«Ma s–..» «Senti.» parve innervosirsi «Non l'ho fatto per te ma perchè mi dava sui nervi.»
La guardai senza batter ciglio «Va bene. Ma il mio grazie è sincero.»
Dal suo sguardo non trasparì niente «Perfetto, hai finito?»
«No.» non le avrei permesso di congedarmi così facilmente.
«Ooooooh!» le fuoriuscì un verso dalle labbra carnose «Cosa vuoi ancora? Si può sapere?!»Aveva ragione però, che volevo? Perchè non la lasciavo in pace?
Poi mi sorse spontaneo porle una domanda.
Sofia (POV'S)
«Non sei stata messa in isolamento?»
Quasi mi venne spontaneo fare un mezzo sorriso.
‹È sveglia, al contrario di ciò che possa sembrare.›
«Non mi ci hanno semplicemente messa.» feci spallucce.
Taylor ribatté «Rose sì.»
«Come?»
«Lei ci è finita.»
«Chi?»
Mi lanciò uno sguardo confuso «Rose. La tipa con cui ti sei presa ieri a pugni.» ‹Come sempre non fai caso al nome di una persona a cui metti le mani addosso...› -mi riprese come avrebbe potuto fare una madre con la figlia squinternata.-
Mi schiaffeggiai la fronte, fingendo poi di ricordarmi di questa Rose «Oh! Certo, certo.» poi, prima che potesse pormi altre domande scomode, la precedetti dicendole «Be' semplicemente ci ho passato solo quasi una giornata.»Percepiì addosso un paio d'occhio color catrame.
Anziché aver dissipato i suoi dubbi,parvero aumentare «Ah...»
«E poi» mi avvicinai al suo orecchio «sai, io sono "una detenuta speciale".»‹Ti metterai nei guai.›
‹Norma di tutti i giorni.›Taylor «Co–..» «Detenuta 1 0 3, Sofia.»
Voltai il capo verso la sua figura.
«Buona sera, ha bisogno?» ‹Sei proprio stronza.› -mi insultò, o forse, aveva solamente riferito direttamente al mio cervello il messaggio che mi stavano trasmettendo gli occhi del mio interlocutore.-
«Vieni con me.»
STAI LEGGENDO
CRESCERE NEL CRIMINE
AcakCOMPLETATO ✔️ ⏩©copyright,tutti i diritti riservati sequel: "VIVERE NEL PERICOLO" -#1° per categorie '23' volte⏪ Ragazzi e ragazze,tutti rinchiusi nello stesso lurido posto. Vittime delle loro azioni. Vittime di ciò con cui si sono macchiati. Vitti...