Capitolo 14 • Aria

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C A P I T O L O  X I V
~
• A r i a •

Rimasi a guardare quel pezzo di carta per quelle che mi parvero ore. Non dirlo a nessuno. Chi era questo M. L.? Non bastavano le preoccupazioni che avevo già? Dovevo rimanere zitta e rischiare di essere attaccata da uno sconosciuto oppure rischiare di non incontrare questa persona che voleva darmi informazioni e dirlo ai miei amici?

Anche per dare sollievo alla mia testa dolorante, mi buttai a pancia in su sul letto, cercando di riflettere su quello che era appena successo. Come aveva fatto ad entrare? Qualcuno gli aveva aperto? Come potevo dormire tranquilla sapendo che chiunque sarebbe potuto piombare nella mia camera da un momento all'altro?

Dovevo chiamare Rose? No, questa persona aveva delle informazioni preziose; il problema era: sarebbe stato sicuro per me andarci? Decisi che per la settimana seguente avrei imparato ad usare bene l'elemento dell'aria, così l'avrei usata a mio vantaggio. Cavolo, che situazione...

Alzai le mani davanti al mio viso e le aprii. Ma la domanda chiave arrivò in fretta: come facevo a controllare l'aria senza provare qualche sentimento? Lo avevo fatto solo in condizioni disperate e questa, per quanto all'apparenza potesse esserlo, non rappresentava un problema imminente per me.

Cercai di concentrarmi, contraendo le mani come se volessi plasmare l'aria attorno a me. Ma l'aria sembrava informe come sempre, impossibile da piegare al mio volere. Con un gemito di impazienza, lasciai ricadere le mani ai miei fianchi e, velocemente, mi girai a pancia in giù, afferrando dallo zaino il libro che stavo leggendo. Passai tutto il resto del pomeriggio così, pensando a quel misterioso M.L. e leggendo la storia di Elyria.

Alle sette e venti qualcuno bussò alla mia porta. Riscuotendomi, mi alzai e andai ad aprire quel tanto che mi consentisse di guardare chi fosse. Bella era davanti a me e mi stava guardando di sottecchi, come se nascondessi qualcosa. Prima che potessi parlare, mi chiese acida: «Aspetti qualcuno?».

«No.»

«Bene.» disse sprezzante, compiaciuta dal fatto che le avessi risposto così. «Noi usciamo, torneremo tardi.»

Detto questo, Bella si girò e, sculettando come sempre, se ne andò giù per le scale. Sbuffai, non capendo perché si fosse presa la briga di dirmelo, tanto alla fine per loro dovevo stare in camera e non fare nulla. Sbattei la porta sonoramente e mi andai a cambiare, visto che in meno di dieci minuti Rose sarebbe stata qui, puntuale come sempre.

Mi misi un paio di leggings e una felpona che era appartenuta a West; in quel momento non volevo ripensare a Seattle, ma era la felpa più comoda che avessi. Non appena mi fui legata i capelli in una coda alta e stretta, sentii il rumore del clacson. Presi il cellulare, i libri su Elyria e la fotocopia del programma di Matt; evitai invece di prendere la giacca, visto che faceva ancora abbastanza caldo per permettermi di uscire solo con la felpa. Quando uscii, notai che in macchina c'era già anche Matt.

«Buonasera.» disse allegro. «Hai mangiato?»

Scossi la testa, con lo stomaco che già cominciava a brontolare al solo pensiero del cibo. Matt, annuendo e facendomi l'occhiolino, disse: «Andremo dopo l'allenamento al Mc Donald's.».

«Prima passeremo non meno di tre ore ad allenarti.» mi annunciò Rose, ottenendo da me solo una scrollata di spalle.

Tre ore, ora come ora, mi sembravano troppe, però dovevo darle ragione: c'era in gioco la mia sopravvivenza. Raggiungemmo il parco in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri; io stavo ancora pensando al furto di quel preziosissimo dossier e alla mia stupidità nell'averlo lasciato così allo sbaraglio. Ma come avevo fatto ad essere così cretina a lasciarlo incustodito sotto il cuscino?

ELYRIA • L'ultimo sole [BOZZA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora