Capitolo 5 • Istituto Omega

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C A P I T O L O   V
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•  I s t i t u t o  O m e g a  •

«Cosa diavolo ti è preso a portarla lì?» una vaga voce profonda urlò arrabbiata come se stesse rimproverando qualcuno.

«Non avevo scelta!» ben presto, scoprii chi fosse quel qualcuno, sentendo la voce di Rose rispondere con tono preoccupato: «Se non fossi andata con lei, ci sarebbe andata da sola!».

«E tu non potevi fare in modo di tenerla dentro casa? Non potevi avvertire l'Ordine?»

Non sentii Rose replicare, ma me la potei ben immaginare mordersi il labbro,consapevole di non aver impiegato tutte le sue forze per impedirmi di andare a quella festa.Mentre calava il silenzio, io cercai di aprire gli occhi, che sembravano talmente incollati che, in un primo momento, svegliarmi mi parve la cosa più difficile del mondo.

Quando finalmente, con difficoltà, riuscii a sbattere le palpebre, mi ritrovai a fissare un bianco e abbagliante soffitto. Pochi secondi dopo, trattenni a stento un verso di sconforto: mi sentivo in bocca il sapore di tutta quella birra che avevo bevuto la sera prima e avevo lo stomaco nel più completo subbuglio. Per non parlare della testa incredibilmente pesante, che mi impedì in un primo momento di dare un senso a quella situazione.

  «Oh no...» sospirai sconsolata, rendendomi conto di trovarmi nell'ennesimo stato post-sbornia.

Mi raddrizzai, appoggiandomi con la schiena alla testata del letto e portandomi una mano alla testa dolorante. Sentii solo vagamente Rose e quello che era con lei che si avvicinavano a me. Quando riaprii gli occhi, me li ritrovai di fronte:  l'uomo che accompagnava la rossa non doveva avere molti più anni di noi, ad occhio e croce doveva avere circa venticinque anni. Aveva la pelle scura, i lineamenti duri e l'espressione perennemente corrucciata che lo faceva sembrare sempre serio.

Quando posai lo sguardo sulla mia amica, i ricordi della sera prima minacciarono di invadere la mia mente. Inconsapevolmente, mi rifiutai di lasciarli entrare: erano stati solo un bruttissimo e impossibile incubo. Cercando di dare un senso a tutta quella strana situazione, e allo stesso tempo negando continuamente ciò che mi avrebbe permesso di capire, mi ritrovai a chiedere automaticamente: «D-dove sono?». La stanza in cui eravamo, sembrava in tutto e per tutto una spoglia degenza di ospedale: tutto era bianco e nell'aria aleggiava una sensazione di freddo.

«Evelyn...»

Quando Rose prese parola, dentro di me prese piede la convinzione di dover allontanarmi il più possibile da lei: era pericolosa. Completamente frastornata, mi ritrovai a sibilarle: «Stai lontana da me. ». Mi appiattii contro il ferro del letto, cercando ancora una volta di allontanare i ricordi della sera prima. Erano finzione, non potevano essere la realtà, non potevano e basta.

Rimasi a vedere Rose ritrarsi in fretta, ferita dalle mie parole e profondamente dispiaciuta da quello che era successo. Continuò a guardarmi mentre arretrava, con gli occhi pieni di lacrime, come se stesse per scoppiare a piangere da un momento all'altro. L'uomo con la voce profonda si voltò verso di lei, congedandola con tono autoritario: «Vai dal Comandante Davis, ha bisogno di un rapporto completo.». Lanciandomi un'occhiata piena di risentimento, la ragazza annuì e uscì fuori dalla stanza

«Davis? È imparentato con...» come sempre quando ero sconvolta, mi ritrovai a pensare a cose futili per le circostanze in cui mi trovavo.

«Si, è suo padre.» spiegò l'uomo, aggirando il letto e lasciandosi ricadere su una sedia accanto a me. «Ti chiederai dove ti trovi...»

Lo guardai bene, prima di dire senza pensare: «L'ho chiesto meno di due minuti fa.». Sembrava che questa conversazione io la stessi vivendo come un terzo individuo: pareva quasi che la mia bocca si stesse muovendo da sola, come se io non fossi nel mio stesso corpo. Di fronte alla mia uscita, lui rimase impassibile, rispondendo con voce atona: «Lewis, ci troviamo nell'Istituto Omega.». Mi limitai a fissarlo senza alcuna espressione particolare nel volto: non avevo mai sentito parlare di questo posto.

ELYRIA • L'ultimo sole [BOZZA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora