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-"Sofy, chi è Filippo?"- Disse Beatrice mentre prendeva i cereali dallo scaffale.
-"Mmmh! È una lunga storia."- Mugugnò lei.
-"Abbiamo tutto il tempo!"- Disse curiosa Clara.
-"Un mio amico. Beh, in realtà è un mio ex amico. Se così si può chiamare?!"- Disse agitando in maniera strana le mani.
-"E perché noi non ne sapevamo nulla?"- Continuò Clara.
-"Ve lo già detto, è una lunga storia!"- Sofia sembrava quasi scocciata da tutte quelle domande.
-Ragazze!.."- Disse Beatrice, con una voce strana: -"Non mi sento molto bene!"-
-"Tranquilla è solo la sbronza."- Disse Clara.
Beatrice sapeva cosa si provava quando si aveva una sbronza, ed era pienamente cosciente del fatto che quella non era solo una sbronza.
-"No, non penso che sia solo questo! Mi sa che mi è venuta una congestione!"-
-"Spero che tu non abbia cercato i sintomi su Google?!"- Ironizzò Sofia.
-"Potrei averlo fatto! Comunque sta di fatto che non mi sento per niente bene!"- Continuò Beatrice.
-"Stenditi sul divano. Vedi se ti passa, se no prendi qualcosa!"- Propose Sofia.
Beatrice fece quello che le aveva detto l'amica, ma nonostante tutto continuava a lamentarsi.
-"Mi è venuto un mal di testa terribile!"- Piagnucolava.
Lei e la sopportazione del dolore erano due rette parallele che non si sarebbero mai incontrate.
-"Sofy, mi porteresti un "Moment" per favore?"- Continuò.
-"Bea, guarda che non so se va tanto bene prendere delle medicine dopo aver bevuto tutta la sera!"- Disse perplessa.
-"Ma a me fa male!"- Quasi urlò.
Sofia fece roteare gli occhi: -"Adesso te lo porto!"- Disse spazientita. Anche lei non si sentiva perfettamente in forma e sveglia, era un po' frastornata e rincoglionita, perciò l'idea di fare da infermiera a quella che sembrava una vecchia moribonda non la faceva impazzire.
Andò verso l'armadietto delle medicine, ma quando lo aprì desiderò di non vedere quello che stava vedendo. Il "Moment" era finito. Solo la scatolina blu, ma delle pastigliette nemmeno l'ombra.
-"Mi dispiace Bea, ma il tuo amato "Moment" è finito."-
Mai lo avesse detto.
Beatrice iniziò piangere come una bambina di cinque anni e ad urlare che le stava esplodendo la testa.
Clara e Sofia si guardarono esterrefatte e si chiesero perché ogni volta che Beatrice stava male sembrava che dovesse morire.
-"Bea calmati! Andiamo a prenderlo in farmacia, ma tu piantala di fare la poppante!"- Disse arrabbiata Clara.
Sofia e Clara, a quel punto, si truccarono e si munirono di occhiali da sole, in modo da non far notare la loro faccia post-sbronza.

Stavano tranquillamente camminando per le strade di Milano, il caos regnava sovrano come sempre. Artisti di strada, musicisti, ballerini e addirittura pittori animavano e coloravano i portici e le varie piazze.
-"Sofy..."- Disse Clara allungando la cadenza della y.
-"Cosa?"- Domandò un po' annoiata.
-"Passiamo per il Duomo? C'è una farmacia là!"-
Sofia la guardò contrariata.
-"Se è per questo, ci sono farmacie ovunque!"-
-"Si ma voglio passare per il centro!"- Lagnò Clara.
-"Va bene! Ma solo perché non voglio tornare subito da quella moribonda!"-
Clara esultò silenziosamente.

Passeggiarono a braccetto per qualche minuto, finché non arrivarono in piazza Duomo dove la marea di turisti faceva foto e si stravaccava sugli scalini della facciata.
Sofia si sentiva sempre in soggezione davanti all'imponenza e alla maestosità dell'enorme chiesa. Ogni volta era come rivederla per la prima volta, nonostante passasse di lì quasi ogni giorno. Il Duomo era affascinante e misterioso allo stesso tempo, si chiedeva sempre come una società abbastanza arretrata avesse potuto concepire e costruire un titano simile.
Mentre Clara trascinava Sofia verso la farmacia nella Galleria, notarono un gruppo cospicuo di persone radunate intorno ad un musicista.
Clara si avvicinò e iniziarono a sentire la dolce musica di quell'artista: stava suonando una melodia con la chitarra, solo alcuni semplici accordi, che insieme alle tristi parole creavano all'interno degli spettatori una strana malinconia.
Clara si avvicinò ancora di più spinta dalla curiosità, voleva vedere il volto di colui che stava cantando.
Sofia la seguì per evitare di perderla d'occhio però, senza volerlo, la musica le entrò nelle orecchie e raggiunse immediatamente la sua testa: "Volevo dirti che ti aspettò qua! Volevo dirtelo, ma no, non ti ho avvisata!"*
Si immobilizzò e cercò di cogliere tutte le parole: "E me ne resto da solo con il mio orgoglio che uccide quello che voglio sapendo che è una cazzata. Volevo solo essere parte di un gruppo, sentirmi come voi, accettato in tutto, ma poi iniziai a farmi di brutto, tornando a casa distrutto, gridando dentro al cuscino per nascondere l'urlo."*
Non riusciva a muoversi era quasi paralizzata da quelle parole, che come dei piccoli aghi entravano nella sua testa e le sembrava che le stessero dando tutte le spiegazioni che non aveva mai ricevuto.
Ascoltò tutta la canzone senza preoccuparsi di Clara.
"Nessun altro è come te, come te, come.. E nessun altro è come me, come me come.."*
Una strana sensazione le stava salendo dello stomaco.
"Dimmi che cosa resterà..."*
La musica cessò.
-"Sofy!"- Urlò Clara. -"Vieni, non hai idea!.."- Disse trascinandola verso l'artista che aveva appena finito di cantare.
Ma invece un'idea ce l'aveva.
Era ancora tra i suoi pensieri.
Gli occhiali da sole nascondevano i suoi occhi lucidi.
Quella canzone l'aveva fatta emozionare e sarebbe potuta scoppiare a piangere.
-"Ora dimmi quante possibilità c'erano di rincontrarlo?!"- Urlò indicando Irama con un cenno della testa. -"Dai vai da lui!"- La incoraggiò dandole un piccola spinta.
-"No!"- Disse secca Sofia.
Clara era stranita: -"Ieri sera eri tutta presa bene e ora fai la timida... Ma piantala per favore!"- Disse contrariata agitando le braccia e facendo faccia assurde.
Sofia iniziò a farfugliare e a dire cose senza senso.
Poi, mentre cercava delle scuse da dirle, Clara iniziò a non ascoltarla più. Alzò la testa sopra quella di Sofia che si girò istintivamente e si ritrovò davanti la figura del ragazzo.
-"Io vado a prendere quella cosa per Beatrice, perché sai, se non ci muoviamo si arrabbia ancora di più.."- Disse correndo via senza che Sofia potesse protestare o fermarla.
-"Ehi!"- Disse Irama sorridendole.
Lei non aveva la minima idea di come comportarsi.
Allora fece ciò che fanno tutte le persone quando non sanno cosa fare, sorrise.
-"Ehi!"-

*Cosa resterà. Irama (Sanremo 2016)

Bentornati!!
Adoro questa canzone! Penso che sia una delle mie preferite nonostante io adoro tutte le canzoni di Irama.
Comunque, sto impazzendo, adoro scrivere questa fanfiction. La amo troppo eanche se non è successo ancora nulla.
Nel prossimo capitolo scoprirete di cosa parleranno i nostri due protagonisti e ci sarà una piccola sorpresa.
Mi scuso per gli eventuali errori ortografici, sintattici, di battitura e tutto il resto.
Ci vediamo nel prossimo capitolo.
XOXO💋

Cosa resterà IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora