8.

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Quando si svegliò, Sofia sperò di non ricordarsi nulla. Invece tutta la serata era impressa a fuoco nella sua testa. L'unico passaggio che ben non riusciva a farsi venire in mente era come era riuscita a rientrare nell'appartamento.
Era nella sua stanza, alcuni raggi di sole provenienti dalla finestra, le colpivano la faccia: il giorno prima la tapparella non era stata abbassata, e ora le tende non coprivano completamente la grande apertura.
Era mezza rintronata e dalla sua stanza sentiva le voci delle sue amiche provenienti dal salotto.
Di sotto fondo sentiva anche la televisione, che le diede l'impulso a ricordare che quel pomeriggio sarebbe dovuta andare in Università.
Velocemente e di soprassalto si alzò dal letto, diede un veloce sguardo al cellulare, lesse l'ora e si rese conto che non c'era bisogno che si sbrigasse: erano le 10:30 e in università ci sarebbe andata per le 16:00 perciò si tranquillizzò.
Si diresse verso il salotto, dove ad aspettarla c'erano Clara e Beatrice, che stavano sparecchiando il tavolo dove avevano fatto colazione.
Il loro appartamento non era molto grande: l'ingresso dava subito sul salotto, arredato con un divano bianco, una televisione, qualche poltroncina e un grossa tappeto peloso viola voluto da Beatrice. Entrando, a sinistra del salotto c'era una piccola cucina con le ante degli scaffali, del frigorifero e i cassetti completamente blu. Non avevano un tavolo normale, ma uno di quelli alti, tipo bancone del bar, con quattro sgabelli. Invece a destra del salotto una porta conduceva a un breve corridoio sul quale si affacciavano cinque porte: le tre camere delle ragazze, un bagno e una piccola cabina armadio che faceva anche da ripostiglio.
Le due ragazze le sorrisero: -"Buongiorno principessa? Si sente bene? Ha passato una buona serata?"- Domandò ironica Clara.
-"Ma soprattutto di chi è la giacca da uomo che abbiamo trovato sul divano? E' del tuo ragazzo misterioso? Lo hai fatto venire nell'appartamento?"- Chiese Beatrice senza lasciarle il tempo di ragionare.
In meno di un minuto, quelle due le avevano già fatto troppe domande alle quali non riuscì ad elaborare nessuna risposta, si concentrò solo su una cosa: -"Quale giacca?"-
Beatrice e Clara la guadarono stupite, tanto che Clara si alzò e si diresse verso al divano, tiro su la giacca e la osservò per un momento: -" Questa giacca! Ti pare che una di noi indossi una cosa così? Per carità è molto bella e sulle modelle che fanno le pubblicità di intimo con pettinature anni 50 starebbe benissimo, ma si vede lontano un miglio che è da uomo. In più non ho mai visto nessuna di vuoi due indossarla, e mia non è..."-
Appena Clara alzò la giacca in modo da fargliela vedere, a Sofia ritornò in mente tutto: il vento freddo, e Filippo che dolcemente le appoggiava la sua giacca sulle spalle, il profumo di sapone che emanava, e l'abbraccio che la strinse quando erano seduti sui gradini del Duomo.
-"Allora Sofy! Non ci racconti nulla di quello che è successo?"-
Sofia ritornò alla realtà: -"Che posso dirvi.. È stata una bella serata, siamo andati a ballare, abbiamo parlato un po' e poi mi ha riaccompagnato a casa!"-
Non aveva la minima intenzione di raccontare altro. Avrebbe dovuto inventare troppo cose, e non voleva raccontare tutta la storia di Filippo, non gli voleva dare troppa importanza. Se avesse detto che in realtà quel ragazzo lo conosceva, che era stato il suo migliore amico, Clara e Beatrice avrebbero voluto sapere di più, avrebbero voluto conoscerlo, e avrebbero fatto di tutto per far in modo che ciò accadesse. Sarebbe rientrato nella sua vita troppo velocemente e avrebbe riacquistato subito importanza all'interno della sua vita.
Come se non lo avesse già fatto!
La vocina nella sua testa parlava sempre quando non doveva e mai quando c'era bisogno di lei.
Clara e Beatrice la guardarono basite: "-Tutto qui?"- Iniziò Beatrice. -"Dai raccontaci qualcosa di più... Com'è? Simpatico? Addossone? Beve tanto? Fuma?... Dai raccontaci qualcosa!"- Continuò Beatrice con il suo terzo grado.
Sofia pensò a qualcosa che potesse essere particolare, ma allo stesso tempo molto vago: -"Beh è carino, abbastanza simpatico, non addossone, ha bevuto solo mezzo drink in tutta la sera e per quello che so io non fuma."- Disse distaccata.
Il silenzio scioccato che cadde nell'appartamento fu quasi imbarazzante.
-"Va beh! Okay! Abbiamo capito che non ce ne vuoi parlare..."- Disse Clara con ancora in mano la giacca -" Ma come gliela ridai? Vi vedrete di nuovo?"- Domandò sollevando leggermente ciò che aveva in mano.
-"Oh mamma! Non lo so! Sono sveglia da neanche dieci minuti, sono ancora mezza ubriaca, alle quattro devo andare in università e voi mi state facendo troppe domande perché io possa ragionare, non ho il tempo e la testa per pensare anche a quella giacca!"- Esplose Sofia esasperando la situazione. -"E ho anche tanta fame!"- Piagnucolò incrociando le braccia al petto come una bambina offesa, per poi dirigersi verso il frigo.
Beatrice e Clara si guardavano sbalordite.

Il resto della mattinata fu abbastanza anonima: televisione, cibo, pisolino, ancora cibo e tanta, tanta noia.
Clara e Beatrice non osarono più fare domande e rivolgerle la parola, solo Beatrice si fece scappare un piccolo commento quando Sofia andò in bagno: -"Mi sa che ha il ciclo e non penso che la serata sia andata bene!"-
Clara si limitò ad annuire senza commentare perché Sofia era già di ritorno.

Sofia uscì di casa stranamente in ritardo: quel pomeriggio non aveva la minima voglia di andare in università, ma doveva prendere parte ad una lezione obbligatoria, perciò non poté rimanersene a casa.
Prese la metro che era strapiena, e senza volerlo si ritrovò a pensare alla sera precedente.
Era talmente tanto nei suoi pensieri che stava per perdere la fermata. Fortunatamente, appena prima che le porte si chiudessero, scattò e riuscì a scendere senza troppi problemi.
Quando risalì in superfice, i raggi del sole la colpirono e il caldo afoso misto all'inquinamento la lasciarono senza fiato.
Si incamminò con passo svelto verso l'università: non aveva mai fatto tardi e non voleva di certo iniziare quel giorno, in più non aveva la minima idea di come si sarebbe dovuta comportate se fosse entrata in aula in ritardo.
Assorta dai suoi pensieri riuscì velocemente a raggiungere i giardini dell'università, quando si imbatté in qualcosa di alto e duro. -"Oh! Scusa!"- Iniziò lei.
Il ragazzo contro cui andò a sbattere si girò, e il suo antico fascino da Lord inglese colpì Sofia proprio in mezzo alla faccia, sul naso.
Fece una piccola risata: -"Nulla di che... E tu, tutto bene?"- Disse lui.
Sofia non riusciva a guardarlo, un po' per l'imbarazzo, un po' perché il Sole era esattamente dietro di lui e i raggi arrivavano dritti nei suoi occhi, e un po' perché aveva quella bellezza antica, diversa e oggettiva che faceva quasi male a guardarlo, ti dispiacevi a osservarlo perché sembrava che potessi consumare la sua bellezza.
-"Sì, certo! Tutto bene!"- Esclamò Sofia per poi superarlo velocemente e dirigersi verso l'aula dove si sarebbe dovuto tenere il suo corso.


Hello people!
Questo nuovo capitolo sembra scontato è inutile, ma è molto importante per il resto della storia.
Questo nuovo personaggio potrebbe essere molto, e sottolineo molto importante per la storia. Sottolineo anche il fatto che ho usato il condizionale perciò questo personaggio contro cui Sofia va a sbattere (cosa molto innovativa in una fanfiction!) sarà oppure no importante??
Per scoprirlo continuate a seguire la storia che presto prenderà una piega un po' inaspettata!
Curiosi eh..? 😏
Beh io non vi rivelerò nulla.
Ci vediamo nel prossimo capitolo!
Vi avviso già che sarà un po' più breve degli altri, ma comunque molto importante.
Oh! E ci sarà anche un salto temporale.
Ma shhhh!🤫
Ho agià rivelato troppo!

Mi scuso per gli eventuali errori ortografici, sintattici, di battitura e tutto il resto.
A presto!
XOXO💋

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