Comunque quella storia della vacanza in Puglia, quella in cui ho conosciuto Antonio, quella che poi ci siamo dimenticati tutti, una fine l'ha avuta, poi.
Anzi, se vogliamo ne ha avute anche più di una: quella portata avanti fino a sfinirmi -che è brutta brutta-, e quella che ho voluto conservare per me.
In realtà sono state entrambe delle belle lezioni di vita, solo che una racconta il dolore e l'altra parla d'amore, quindi è -ovviamente- la seconda la mia preferita.
E la seconda, finisce più o meno così:I giorni passavano e io stavo davvero bene, lì, in compagnia di Antonio e del mare.
Ma il matrimonio degli zii si avvicinava sempre di più, e questo significava soltanto una cosa: il rientro a casa si faceva sempre più imminente.
Noi continuavamo a mangiare gelati, a tuffarci in mare dal molo, a vagabondare per ogni spiaggia, a cercare l'ultimo raggio di sole, a sfidarci a qualsiasi cosa -tanto poi alla fine il premio lo si divideva sempre in due-.
Però.
Però c'è una sfida che è finita ancora meglio di così, sempre se può esistere qualcosa di meglio del condividere qualcosa con qualcuno.
Forse, solo l'amore. E infatti.
Ve la ricordate quella collezione di Winnie the Pooh a cui ci sfidavamo a colpi di manovella a chi l'avrebbe finita per prima? Ecco, aveva vinto lui.
A entrambi mancava in granchio, ma lui, in quella vacanza in Molise da sua nonna, aveva continuato a giocare senza di me e sì, l'aveva trovato e ogni mattina me lo ricordava, tronfio ed orgoglioso, come se la fortuna fosse un merito.
E io mi arrabbiavo, ovviamente, e tentavo e ritentavo, ma niente.
Solo che poi è arrivata l'ultima sera e io mi ero convinta che, se il granchio non l'avessi trovato qui, al mare, poi non l'avrei trovato più.
Allora feci incetta di monetine da un euro, ne raccolsi più o meno una decina, e ci riprovai.
Avevo deciso che per il calcolo delle probabilità che avevo condotto in maniera tutt'altro che scientifica ma vabbe' (avevo fondato tutto sulla speranza convita che a volte potesse avere la meglio sulla matematica),
per il CalcoloDelleProbabilitàAModoMio, dicevo, col cavolo che stavolta non lo beccavo, il granchio.
E invece niente, dieci tentativi, nessun granchio.
Avevo deciso però di non rovinarmela, quell'ultima sera, di vivere al meglio quell'ultima passeggiata sulla spiaggia, quell'ultima volta a guardare le stelle, quell'ultimo abbraccio, e così feci.
Saremmo partiti alle quattro di mattina del giorno seguente, e ancora il mondo era buio e l'aria densa di nuvole e pioggia.
Sento vibrare il cellulare, è un messaggio.
"Scendi" recita soltanto.
Scendo di corsa le scale, la pioggia accompagnava i miei passi affrettati, non sapendo esattamente cosa aspettarmi ma con chiara in testa la certezza di quello che avrei voluto che fosse.
O meglio, di chi.
Lo devo dire, che speravo fosse Antonio, o è già tutto abbastanza chiaro?!
Invece Antonio non c'era.
Non c'era nessuno.
C'era solo un piccolo Winnie the Pooh travestito da granchio a sorridermi appoggiato sul vano scala.
Erano le quattro di mattina e io già sorridevo, il mio cuore era sveglio come non mai.
Tornai in casa e scrissi soltanto "grazie", perché per me è la parola più bella del mondo, ché sa contenere tutte le emozioni più grandi.
Caricammo in macchina tutte le valige e -non appena mio nonno mise in moto- non potei fare a meno di guardare in su, verso quella che sapevo essere la sua finestra.
Si scansò in fretta, per non farsi vedere, ma sapevo che era lì, sapevo che era lui.
E nonostante tutto quello che venne dopo, nonostante i mille pezzetti in cui fu spezzato il mio cuore dopo ancora anni ed anni, io so che lì, quella mattina, quel giorno, Antonio mi ha insegnato l'amore.Mi vibra il cellulare un'ultima volta: "Anche il cielo piange".
Anche il cielo.
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Abbiatene Cura
РазноеNiente di diverso dal solito, solo io che tento di intrappolare la magìa, finché sono in tempo.