parole

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Sto stilando, nelle note del cellulare, una lista di parole.
Oggi l'ho aggiornata per aggiungere questa:
resipiscente: chi si ravvede dai propri errori.
Non io. Non commenterei oltre.
Scorrendo verso l'alto ho trovato facóndia:
facilità e abbondanza di parola, che di certo non è la mia.
Ho cercato "contrario di facondia", forse laconico potrebbe essere un'idea ma non mi rappresenta.
Io non parlo perché non ci riesco, mica perché possiedo chissà quali doti di sintesi.
Non esprimo né pensieri né sentimenti.
Perché?
Eh, perché ho ancora un paio di cose da postergare: gettare qualcosa alle spalle.
Gna posso.
Cerco una parola nuova per dire psicanalisi e torno.

(Niente, non esiste perché è una dottrina piuttosto moderna, direi contemporanea, ed esiste praticamente solo quel termine lì.)

Insomma, in queste cose qui non sono molto brava.
Le parole che servono a me credo non esistano, quindi le ho inventate io:
Ossertire: un misto tra osservare e percepire. Osservare fino a percepire.
Ricoltare: tra l'ascoltare e il riconoscere.
Riconoscere le emozioni di chi abbiamo di fronte.

Le uniche cose in cui sono brava.

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