I. Fuori luogo

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Nell'istante in cui Albus Potter vide Scorpius Malfoy per la prima volta pensò che fosse assolutamente fuori luogo.

Lo aveva notato solo quando lo zio Ron aveva indicato Draco Malfoy e la moglie con un cenno della testa rivolto a suo padre Harry. Albus era ancora scosso dalle parole di poco prima dello zio per Rosie in merito all'essere diseredata se non fosse stata smistata in Grifondoro, perciò la visione di un'antica famiglia di Serpeverde non aiutò il suo umore. A niente valsero le parole dolci di sua madre per tentare di rassicurarlo.

Tuttavia, nonostante osservare quel terzetto non gli facesse piacere, non riuscì a staccare lo sguardo. C'era qualcosa di assolutamente fuori luogo in quel biondino della sua età. Non fu immediatamente chiaro che cosa fosse, ma lo divenne quando i genitori lo salutarono permettendogli di salire sul treno insieme ai coetanei.

Era vestito in modo assolutamente fuori luogo. Anche i suoi genitori lo erano, tutti tiratissimi nei loro abiti di sartoria, ma perlomeno indossavano vesti di colori neutri. Il signor Malfoy di un elegante nero, mentre la signora Malfoy di un pallido color pesca che sarebbe stato probabilmente più adatto ad una sala da ballo. Scorpius, invece, era stato costretto in abiti dal taglio più babbano ma dai colori sgargianti. Una giacca rossa faceva bella mostra di sé sopra un paio di pantaloni verde acceso. La camicia bianca era chiusa fino all'ultimo bottone da un papillon quanto meno nero, ma che lo faceva sembrare un damerino irrimediabilmente vestito male.

Tutti i ragazzi intorno a lui erano vestiti con delle normali felpe babbane oppure con caldi pullover di lana, tutti comodi e pratici per il viaggio, pronti per essere sostituiti dalle divise che li avrebbero accompagnati per tutto l'anno a scuola. Tutti tranne lui.

«E così quello è il piccolo Scorpius. Ma come lo hanno conciato? Madama McClan deve essere impazzita»

Anche suo zio aveva notato quell'eccentrico accostamento di colori e per un attimo lo fece ridere, ma poi aggiunse l'ennesima frase sbagliata, facendo sprofondare Albus ancora una volta nello sconforto.

«Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre»

Albus non ascoltò il resto del discorso, né il battibecco che ne seguì con zia Hermione, ma ricominciò ad arrovellarsi sul suo più importante problema.

E se fosse stato smistato a Serpeverde?

Avrebbe sicuramente deluso tutti, ma più di chiunque altro suo padre. Ne era certo.

Poco dopo furono raggiunti sul binario dal resto dei cugini Weasley accompagnati dallo zio George, tra cui spuntava anche Victorie e, ovviamente, Teddy Lupin, con il quale aveva una relazione che gli unici a credere ancora segreta erano solo i diretti interessati.

Nessuno degli altri parenti era potuto venire. Lo zio Percy e la zia Audrey erano entrambi impegnati con il loro lavoro al ministero, mentre la zia Angelina era a casa a badare alla piccola Roxanne, ammalata di Spruzzolosi infantile. Gli zii Bill e Fleur, invece, erano in Francia in quel momento, dove Dominique e Louis avrebbero iniziato rispettivamente il quinto e il secondo anno a Beauxbatons, a differenza della sorella più grande che frequentava l'ultimo anno ad Hogwarts.

I nuovi arrivati distolsero Albus dai suoi pensieri e anche James con le sue prese in giro riguardo a Hogwarts riuscì bene o male a distrarlo fino alla fine dei saluti con i genitori, ma dopo il caloroso abbraccio con Ginny non ne potè più. Doveva sapere.

«Papà, e se divento un Serpeverde?»

Harry si inginocchiò e lo fissò dritto negli occhi. Sembrò capire quanta paura scatenasse in lui quell'eventualità.

«Albus Severus, tu porti il nome di due presidi di Hogwarts. Uno di loro era Serpeverde e probabilmente l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto»

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