XI. Potter

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Nell'istante in cui la famiglia Potter ebbe di nuovo a che fare con la famiglia Malfoy fu il caos.

Quella sera, in una delle case sopra le colline che circondavano Ottery St Catchpole, si respirava aria di Natale. Harry se ne stava in poltrona, a leggere distrattamente la Gazzetta del Profeta, mentre un ottimo odore di biscotti alla cannella proveniva dalla cucina.

«Harry, tesoro, mi aiuti con queste decorazioni?»

Ginny gli lanciò uno sguardo, mentre era ancora impegnata con la bacchetta a far levitare dei festoni dorati per appenderli lungo le pareti. Harry chiuse il giornale e si alzò in piedi, stiracchiandosi appena. La faccia rassicurante di Kingsley si muoveva in una foto in prima pagina. Raggiunse la donna e la cinse da dietro per i fianchi.

«Volentieri, ma dovrai darmi istruzioni precise. Le tue decorazioni sono troppo belle, io non ho il tuo tocco» le sussurrò vicino all'orecchio, dandole poi un bacio tra i capelli rossi.

«Harry Potter, mi stai forse adulando?» disse lei sorridendo e voltando la testa per guardarlo.

Harry ridacchiò. Quelle tecniche che aveva letto tanto tempo addietro nel manuale sull'amore che gli aveva prestato Ron ancora si rivelavano utili. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca e si staccò da lei. L'abete che avevano scelto era posizionato ancora spoglio in un angolo del salotto. Harry decise di occuparsi di quello, attorcigliandogli intorno i festoni e appendendo le palline, lasciando in evidenza quelle che aveva decorato insieme ai suoi figli qualche anno prima, sulle quali piccoli pupazzi di neve stilizzati agitavano le braccina legnose.

«Sai cosa manca?- chiese Harry rimirando il suo operato -Un bello gnomo vestito da angelo sulla punta»

Ginny scoppiò a ridere a quel ricordo di tanti anni prima.

«Ma cosa dici, non ti ricordi quanto era brutto? Non è stata una delle mie idee migliori, in effetti»

«Secondo me era carino» mentì spudoratamente Harry «Sei la migliore a decorare, vedrai che ai ragazzi piacerà tantissimo la casa»

«Arrivano dopodomani, giusto? Il Ministero ci fornirà un'auto?» gli chiese la moglie, mentre con un colpo di bacchetta sistemava alcune delle palline dell'albero di Natale.

«Sì, ci passeranno a prendere nel pomeriggio» rispose. Poi, dopo un attimo di pausa perso nei suoi pensieri continuò: «Certo che è strano decorare la casa senza aver intorno nemmeno Lily, ma tra due giorni saranno di nuovi tutti e tre qui»

Harry si ributtò sulla poltrona, appellando a sé alcuni dei deliziosi biscotti che si stavano raffreddando in cucina.

«Sono buonissimi, comunque» aggiunse sgranocchiandone uno.

«Sono per i ragazzi, Harry! Sai che a James piacciono tanto» lo rimproverò bonaria Ginny, mentre all'opposto di quello che aveva appena detto ne rubava uno dalle mani del marito, mentre gli si sedeva sulle ginocchia.

«Quelli di mia madre sono più buoni, dovrò chiederle il suo segreto» rimuginò la donna tra sé.

Harry la strinse tra le braccia. La casa senza nessuno dei loro figli era decisamente troppo vuota. Si domandò come dovesse essere sembrata la Tana ai signori Weasley quando anche Ginny aveva iniziato a frequentare Hogwarts. Tuttavia dovette ammettere che in tutti quegli anni non si era mai goduto tanti momenti di quieta intimità con sua moglie come in quei pochi mesi dall'inizio di settembre. Ginny, come intuendo i suoi pensieri, appoggiò la testa contro il suo petto abbandonandosi contro di lui. Harry stava quasi per baciarla, quando il rumore di una voce che veniva schiarita lo fece sobbalzare. Per un riflesso che aveva radici antiche dentro di loro, tutti e due si alzarono in piedi di scatto, sfoderando entrambi la bacchetta.

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