Capitolo Quindici

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Ci vollero pochi secondi, si erano tutti spostati lateralmente e fissavano le cugine chiedendosi il perché di quella reazione, la ragazza italiana lesse le righe circa dieci volte per capire realmente se quella fosse uno scherzo o meno, e rimase con lo sguardo vuoto quando capì che era tutto vero.
Cliccò sulla notizia e apparve un intera pagina di foto, tweet, frasi, vecchie effusioni, e infine l'immagine di Chris che usciva con la ragazza dai capelli biondi da una casa gialla.
Le diede fastidio?
Potete dirlo forte, ma fece un casino?
No, signore. Rimase ferma, senza dire una parola riguardante quello appena visto e poi guardò in alto cercando di respirare con tutta la sua forza. Piegò le labbra in un sorriso così finto che qualcuno le credette e incitò gli altri a finire il giro.
Non era il suo ragazzo, pensò, non poteva neanche arrabbiarsi con lui, non poteva nemmeno dire niente, erano amici? O forse un amico ti dice una cosa del genere? No, magari non era neanche un suo amico.
Non erano niente, come il giorno alla notte che stanno attaccati senza neanche saperlo, pensava che sarebbero stati qualcosa con le mani congiunte, con le guancie in fiamme, le labbra desiderose, e gli occhi inchiodati a respiro dell'altro ma era delusa.
Sapeva solo che aveva un impegno con tutti loro e adesso non era dove aveva detto che sarebbe stato.
Non doveva importargli, Aiden era lì, gli altri americani erano lì e i suoi compagni accompagnavano quel momento, doveva solo pensare di non aspettarsi niente da Chris Price.
Ma non era vero, Dio, quanto stava mentendo a sè stessa.
Il giro terminò circa mezz'ora dopo, era stato davvero entusiasmante vedere tutte quelle bellezze, andarono a mangiare dove capitava cercando di non spendere troppo e Aiden, perché si sentiva in colpa, offrì il pranzo a Beatrice.
Erano seduti sulle panchine di Central Park, davanti al museo, parlando della gita, le due professoresse pensarono che il prezzo dei biglietti pagati dalla scuola fosse abbastanza equo per tale bellezza interrogando i ragazzi per sapere se avessero ascoltato qualcosa.
Evan mentre buttava il suo fazzoletto in un bidone però vide una figura avvicinarsi, e lo riconobbe subito, era tentato di bloccarlo ma allo stesso di vedere cosa sarebbe successo, ma gli andò comunque incontro velocemente fissandolo con i suoi occhi azzurri.

<<Amico, forse è meglio se per oggi non ti fai vedere.>>

<<Cosa? Ho affrontato tutte queste ore di macchina per venire qui!>>

<<Lei lo sa. Tutti lo sanno.>>gli disse con una smorfia mettendo un amano nei capelli chiari.

<<Tra me e Dianna non c'è niente>>

<<A me non importa ma quella è una brava ragazza, come vuoi giocartela?>>gli chiese.

<<Lasciami fare per piacere>>

Passò e si avvicinò subito a lei, le si mise davanti e poi lentamente Bea alzò lo sguardo cercando di controllarsi, Aiden al suo fianco si irrigidì imprecando dentro sè stesso, e gli altri curiosi li guardarono. Chris si mise una mano sul collo imbarazzato mentre lei invece non diceva niente indifferente, ma a dire il vero il cuore le batteva all'impazzata gridando che era delusa da lui.

<<Mi dispiace se sono arrivato adesso, c'era traffico, mi dispiace davvero>>mormorò prendendo tutto il coraggio che poteva.

<<Mi dispiace un cazzo>>disse.

Nessuno ebbe il coraggio di aggiungere qualcosa, nemmeno le professoresse di riprederla per il linguaggio, Aiden era rimasto sorpreso dalla risposta di lei, non aveva parlato fino a quel momento e adesso sembrava diversa.
Sapeva che aveva ragione, ma non poteva farci niente, lui era suo amico ed era una testa di minchia onestamente.
Doveva dirle la verità invece di usare la scusa del traffico, le cose sarebbero cambiate molto velocemente dopo quella bugia.

<<Lo sai quindi>>

<<Puoi dirlo forte, basta aprire Google o un social qualunque e BOOM! Si sa ogni particolare sulla tua vita>>

𝐖𝐞 𝐀𝐫𝐞 - 𝐋'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐩𝐚𝐳𝐳𝐢.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora