Capitolo trenta

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Le persone spesso si chiedono come ci si sente ad essere amati, forse perché l'amore sembra quasi una cosa fondamentale nella vita della gente, come se tutti vogliano una di quelle storie scatenate nei grandi romanzi rosa. Pensano di meritare una relazione perfetta, dve la passione, la sincerità e dolore siano un pacchetto completo! Per quanto riguarda le femmine credo che siamo più da film mentali, quando devono uscire con un ragazzo si fanno davvero dei filmini mentali con Orchestra, premio Oscar, battute dall'inizio alla fine, si immanginano ogni cosa, ogni sguardo, ogni sentimento, ogni parola perché tanto sanno che quando immagini qualcosa quella non succede, ma lo fanno comunque perché se poi non succerà assolutamente niente c'è un piccolo conforto nel pensare che in una vita parallela qualcosa sia successo.
Non so, forse essere amati è davvero confortante, come se fosse una certezza assoluta, come se essere del tutto corteggiati e voluti dabbia uno scopo alla vita delle persone, ma un amore degno di essere chiamato tale comprende il dolore! Perché dovremmo volerlo? È un po' masochista  voler soffrire a tutti i costi!
È questo il problema,  si ha troppa fretta  soltanto perché si vuole essere amati e felici subito, per poi finire con la persona sbagliata che puntualmente ti delude, ti ferisce, magari butta via il tuo cuore ma stare lì, impalati a immaginare una vita con una persona e poi scoprire che quella non immaginava neanche un minuto con te che senso ha? Beh, Sofia Torre potrebbe darvi una risposta accurata a proposito.

Sofia era proprio fuori dal hotel con Beatrice e Anna che aspettavano i loro appuntamenti, fu felice però che tutte e tre erano silenziose immerse nei loro film mentali, John arrivò per primo e dopo aver salutato le sue amiche si avvicinò abbracciandolo. Il pompiere vestiva con una camicia bianca, le forme dei muscoli si vedevano fin sotto il tessuto, dei jeans neri facevano capolinea con delle scarpe che non aveva mai messo, i capelli erano erano pettinati bene e i suoi occhi marroni sembravano sul punto di non staccarsi mai da quelli di lei. Sofia vestiva con un una gonna nera, avendo le gambe più lunghe di quelle di sua cugina essa le arrivava a metà coscia ma era comunque bellissima, sopra un top bianco con due lacci che le circondavano il collo con un fiocco dietro, un cardigan di cotone scuro e infine delle comunissime Vans, i capelli lisci erano legati in una coda alta che facevano spazio ad un viso dolce truccato leggermente da un lucidalabbra e del mascara.

<<Perché mi fissi? Ho dimenticato qualcosa da qualche parte?>>chiese tenendo stretta la pochette.

<<Sei davvero splendida>>

<<E tu sei simpatico!>>rispose ridendo.

<<Perché non te ne accorgi?>>

<<Ma dai!>>

<<Sei davvero bellissima>>

<<Va bene, se lo dici tu. Andiamo?>>

<<Ovviamente, dopo di lei>>commentò facendola passare.

<<A piedi?>>

<<Non è lontanissimo, dobbiamo entrare a Central Park>>

<<Almeno mi dici dove stiamo andando?>>

<<Non so se lo conosci, dipende dai film che guardi>>aggiunse e lei si girò con un sorriso enorme.

<<Io mi intendo di qualsiasi film!>>

<<Allora ho scelto bene la nostra location>>

Attraversarono la strada aspettando per poco il semaforo e poi, quasi d'istinto, John le prese la mano senza lasciarla. Per una frazione di secondo si immaginò Jamie correrle dietro, ma quando si voltò non c'era assolutamente nessuno, strinse la presa come se ne dipendesse per stare in piedi, avrebbe voluto essere triste o almeno sapere cosa provare ma invece notò soltanto Anna che andava via con Ian e sua cugina parlare da sola con Fred. Cercò di non pensarci, ma non era facile.

𝐖𝐞 𝐀𝐫𝐞 - 𝐋'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐩𝐚𝐳𝐳𝐢.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora