Chapitre 7

72 7 0
                                    

NEVER LET ME GO

Shawn mi parla della sua famiglia, che sembra fantastica: suo padre ha origini portoghesi, è un imprenditore e loro sono molto legati l'uno all'altro almeno quanto io lo ero con il mio, sua madre è un'agente immobiliare inglese e dolcissima, mentre sua sorella, dal cui incontro ho già potuto stabilire la sua importanza per Shawn, si chiama Aaliyah e ha quattordici anni. A loro si aggiungono due gatti e un cane. Sembrano proprio la famiglia modello, felice e calorosa. Mi dice qualcosa di sé, come che i suoi piatti preferiti sono le omelette, i biscotti con le gocce di cioccolato, i muffin e le mandorle, ma che odia i pomodori. Da come ne parla, si capisce che gli fanno proprio schifo, come avevo già appurato con le sue e-mail. Mi racconta anche che non gli piacciono le coccinelle, è allergico alle zanzare, il suo colore preferito è il verde e ha paura dell'acqua troppo alta. Mi stupisce il fatto che abbia imparato a suonare la chitarra a tredici anni grazie a dei tutorial su YouTube.
— È un bellissimo tatuaggio — noto, indicandolo.
— Unisce le cose che mi tengono in vita: la musica e la mia famiglia. È una traccia audio dei miei genitori che mi dicono «ti voglio bene», ma anche lo skyline di Toronto e una chitarra. Unisce musica, casa e famiglia — mi spiega.
— È... molto dolce — commento con le lacrime agli occhi. Non solo perché ho scoperto che Shawn è davvero come lo ha descritto Anne, e quindi una persona meravigliosa, ma anche perché io non ho nessuno che potrei registrare mentre mi dice che mi vuole bene, se non mio fratello. Gli sorrido e premo le labbra l'una contro l'altra.
— Meglio se andiamo, sta per suonare la campanella — propone, guardando l'ora.
Annuisco e sussurro un «okay».
Appena entro in aula, con soltanto un minuto di ritardo, Anne mi tira una gomitata nelle costole. — Com'è andata? — sussurra.
Poggio la guancia sul pugno e sorrido. «Bene» mimo annuendo.
Prende una penna dall'astuccio e mi scrive un bigliettino.

Dalla tua espressione sembra sua andata meglio di "bene".

Annuisco vigorosamente e gesticolo per indicare un'enormità di bene. Sorride e mi fa l'occhiolino. Scuoto la testa. Mette il broncio e io le stringo il naso tra due dita sorridendo. Lo arriccia in modo adorabile e io allargo il mio sorriso. Ci siamo capite: è andata benissimo, ma non è successo niente di che, anche se io mi sento strana quando sono con lui e mi batteva forte il cuore quando mi toccava. Sì, tra ragazze si possono dire così tante cose gesticolando per poco tempo. Allo stesso modo le racconto del nostro primo incontro e, alla fine, lei sorride e stringe i pugni per indicare che è elettrizzata. Forma un cuore con le mani e indica me e la porta. Non capisco se intenda dire che io sono innamorata di Shawn o che stiamo bene insieme. Entrambe le cose, però, mi fanno abbassare lo sguardo e scuotere la testa.
A fine giornata, usciamo da scuola e io mi passo una mano sulla faccia per scrollarmi un po'.
— Quella di matematica è stata più noiosa del solito — commenta Anne. — Quella donna dovrebbe bersi qualche caffè in più.
— Starebbe bene con quello di arte — aggiungo. — Lui è stato battezzato nel caffè, hai visto come corre da una parte all'altra della scuola?
Anne scoppia a ridere e mi ferma. — Ho una cosa per te. — Prende un pacchetto dallo zaino e me lo porge. — Benvenuta a Toronto.
Lo apro e vi trovo un paio di Skullcandy rosso pastello. — Non dovevi, Anne — sussurro, lanciandole uno sguardo.
Mentre ci abbracciamo mormora al mio orecchio: — Usi sempre gli auricolari, ho pensato ti avrebbe fatto piacere ascoltare la musica con queste.
Apro velocemente la confezione e attacco le cuffie al cellulare. — Grazie mille.
— Goditele — mi porge un post-it, — e fammi sapere come funzionano. — Mi fa un occhiolino e se ne va, mentre io la saluto con la mano e ogni tanto sbircio il suo numero di telefono.
Mi metto le cuffie e faccio partire una canzone di Bouchra. Non vedo la macchina di Shawn e un po' mi dispiace. A proposito di lui, mi arriva una sua mail.
——————————————————————————————
Da: Shawn Mendes
A: Cheri Josseaume
Oggetto: Passaggio?
ti serve uno strappo, cheri?

shawn
——————————————————————————————
Da: Shawn Mendes
A: Cheri Josseaume
Oggetto: Passaggio pt 2
alza lo sguardo, bellissima.

shawn
——————————————————————————————
Mi fermo sul marciapiede e guardo la strada, dove una Mustang accosta. Il finestrino del passeggero anteriore si abbassa e Shawn si sporge oltre il corpo di sua sorella. — Be', sali?
Sorrido scuotendo la testa, rassegnata. Salgo sui sedili posteriori e mi porto le cuffie al collo. — Grazie.
— Dove la porto, signorina? — mi chiede lui.
— Bay Street, merci monsieur.
— Parli il francese? — domanda Aaliyah, voltandosi verso di me.
Sono francese — rispondo con un sorriso.
— Shawn, se non sposi questa ragazza, lo faccio io.
Scoppio a ridere mentre lei mi spiega che sia lei che il fratello sono delle frane con la mia lingua. Le spiego brevemente il présent continu e noto che Shawn mi guarda sorridendo dallo specchietto retrovisore, da cui penzolano dei dadi come in Star Wars.
— Siamo arrivati, madame.
Metto il broncio ma, prima che io possa spiegargli che io sono una mademoiselle, lo fa Aaliyah, facendomi sorridere.
— Dieci minuti con Cheri e già ti senti francese a tutti gli effetti? — scherza suo fratello.
— Grazie ancora del passaggio — dico io, scendendo dall'auto. — Ciao ragazzi, e fatemi sapere se vi servono delle ripetizioni.
— Ciao, Cheri! — mi saluta Aaliyah.
Quando arrivo al portone, una mano mi afferra dolcemente il braccio. Noto che è Shawn, che mi guarda sorridente. — Grazie — sussurra. — Non ho mai visto mia sorella sorridere così con qualcuno che non fosse la nostra famiglia.
— Non devi ringraziarmi, — rispondo, — è una ragazza fantastica e mi ha fatto piacere stare con lei. E tu sei di sicuro un buon fratello maggiore.
Mi abbraccia di slancio e io rimango un po' scossa, ma poi gli avvolto le braccia attorno al collo. Stare così a contatto con lui mi fa stare bene, soprattutto tra le sue braccia forti e muscolose che mi fanno sentire al sicuro. Chiudo gli occhi e mi alzo sulle punte per provare ad arrivare al suo collo, ma continuo a essere troppo bassa. Sposta le braccia dalla mia vita alle mie gambe per sollevarmi e io gli lascio un bacio sulla guancia. Anche quando gli dico che entrambi dovremmo andare, facciamo fatica a separarci. E a me sta bene così.

What if I told you a story (SM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora