Chapitre 17

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LIFE OF THE PARTY

Non so come, ma arriviamo a casa sua, una villetta su due piani in un quartiere residenziale di Toronto con un giardino e una piscina sul retro. Il suo cane e i suoi due gatti mi si avvicinano immediatamente per annusarmi e passo un sacco di tempo ad accarezzarli.
— Ti va di... Insomma...? — mi chiede Shawn mentre si gratta il retro della nuca con imbarazzo.
Apro la bocca, indecisa su cosa dire. Mi mette a disagio passare la notte con lui, anche solo da amici.
— Se non vuoi ti capisco, cioè, non è da tutti i giorni passare la notte con un ragazzo, anche se... Cioè, sì, insomma... Non faremo niente, ecco.
Ridacchio per il suo balbettare e, nonostante ogni parte del mio cervello mi dica di rifiutare, annuisco. — Va bene — sussurro.
Abbassa il capo e, nonostante sia buio, noto che è arrossito, facendomi ridere di nuovo. Entriamo e mi dice che non c'è nessuno in casa, facendomi imbarazzare. Rimango sulla soglia della sua camera mentre corre da una parte all'altra freneticamente con gesti nervosi.
Quando torna porgendomi una sua T-shirt nera e dei pantaloncini rosa cipria di sua sorella, gli poso una mano sul braccio per calmarlo. — È tutto okay — lo rassicuro.
Annuisce e mi lascia andare in bagno a cambiarmi. Entrando di nuovo in camera lo trovo al cellulare a petto nudo. Faccio un respiro profondo di fronte al suo fisico asciutto e mi fa un cenno della mano mentre chiude la chiamata con un «divertitevi, ci vediamo domani».
— Aaliyah? — gli chiedo.
— È a un pigiama party — risponde annuendo. Si stende in un sacco a pelo ed io scuoto la testa.
— No, Shawn, non posso lasciarti dormire...
— E dove dovrei dormire? — mi interrompe ridendo.
— Ci dormo io nel sacco a pelo.
— No.
— Non usare quel tono categorico con me, Shawn Peter Raul.
— Sei ospite, non dormirai nel sacco a pelo.
— Allora dormiamo insieme! — sbotto, ma poi mi tappo la bocca con entrambe le mani.
— S-sicura? — balbetta.
Annuisco lentamente, stupita da me stessa.
Si siede sul letto ed io mi faccio coraggio raggiungendolo. Ci stendiamo l'uno di fronte all'altra e io chiudo gli occhi, investita dalla stanchezza. — Buonanotte — borbotto.
— Buonanotte, bellissima — sussurra mentre vengo rapita dal sonno.

Mi sveglio la mattina dopo a causa di qualcosa che mi lecca la guancia. Scopro che (1) Spinee mi sta leccando la faccia dopo essere saltato sul letto e (2) che Shawn non è nel letto. Guardo la sveglia sul suo comodino: lei sei e mezza. Le sei e mezza?! Scendo le scale, sentendo il suono di una chitarra. Shawn è seduto sul divano ed io mi appoggio allo stipite della porta, estasiata dalla sua voce. Direi che è un ottimo buongiorno.
We don't have to be ordinary, / make your best mistakes, / 'cause we don't have the time to be sorry, / so baby be the life of the party. / I'm telling you to take your shot, it might be scary, / hearts are gonna break, 'cause we don't have the time to be sorry, / so baby be the life of the party.
«Together we can just let go, / pretend like there's no one else here that we know. / Slow dance, fall in love as the club track plays, / we don't care what then people say.
«We don't have to be ordinary, / make your best mistakes, / 'cause we don't have the time... Oh, buongiorno, baby.
Mi risveglio dal mio stato di trance e mi avvicino lentamente. — Non volevo disturbarti.
— Non ti preoccupare.
— Hai una bellissima voce. Ed era una bellissima canzone.
— Ti piace davvero?
Annuisco, ancora in piedi accanto al divano. — L'hai finita?
Sorride e mi mostra il testo. Ha una calligrafia disordinata ed il foglio è pieno di correzioni, di parole o accordi, mentre in alto spicca il titolo, sottolineato con il pennarello: Life of the party.
— È... magnifica, davvero — mi complimento.
— Mi sono ispirato a ieri sera.
— È per questo che ti svegli così presto?
— A volte. Spesso mi sveglio verso le quattro e mezza per allenarmi.
— Allenarti? Cioè fare ginnastica? Dio, io già faccio fatica ad alzarmi alle sei e mezza per andare a scuola, figuriamoci allenarmi! — scherzo, facendolo ridere.
— Questi — indica le sue braccia e il petto, — non si mantengono da soli.
— Ed io che speravo avessero inventato una crema da mettere prima di andare a dormire per far crescere i muscoli!
Poggia la chitarra dietro al divano e si alza per baciarmi una guancia e dirigersi in cucina mentre lo seguo, per poi sedermi all'isola mentre si mette ai fornelli. — Pure cuoco? C'è qualcosa che non ti riesce fare? — gli chiedo.
Ci riflette seriamente. — Sparare, guidare un aereo, tagliare i capelli...
— Ho capito, ho capito! — lo interrompo ridendo.
Mi mette davanti un piatto di pancakes con sciroppo d'acero e un rettangolino di burro. Schiocco la lingua sul palato, pregustandoli. Mi si siede davanti con un piatto suo e mi guarda con un sorriso mentre gemo di piacere nel mangiare un boccone di pancake.
— Be'? Buoni? — mi chiede.
Mmm-mmm — faccio, annuendo.
Ride e intinge un dito nello sciroppo d'acero, per poi darmici un buffetto sul naso. Provo ad arrivarvi con la lingua e sento ridere Shawn ancora di più. Si sporge sul tavolo e mi dà mi bacio sul naso, ma solo per togliere lo sciroppo.
— Ehi! — protesto.
Mi sorride ed io devo mettercela tutta per tenere il broncio, ma proprio non ce la faccio e sorrido a mia volta, guadagnandomi un'altra porzione di pancakes. Faccio un sorriso ancora più grande, pensando a quanto siano dolci quanto Shawn.

What if I told you a story (SM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora