Chapitre 10

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RUNNING LOW

Quando mi sveglio, sono emozionata. Sono le sei e un quarto, Shawn sarà qui tra un'ora e mezza. Faccio colazione e lascio l'impasto per i pancake in una ciotola vicino al fornello. Mi faccio una doccia e torno in camera in accappatoio per scegliere cosa mettermi. Tiro fuori una T-shirt beige con un secondo strato fatto di pizzo e un paio di shorts neri. Prendo le solite Converse nere e mi lego i capelli in una coda di cavallo. Prendo la borsa con il materiale scolastico e controllo l'ora: è molto presto, perciò indosso un grembiule per non sporcarmi i vestiti e, con il cellulare a portata di mano, preparo dei biscotti con le gocce di cioccolato. Quando il citofono suona e io mi precipito a rispondere tutti, che nel frattempo si sono svegliati, mi guardano straniti.
— Cheri, scendi! — mi dice la voce di Aaliyah.
— Arrivo.
— Dove vai? — mi chiede M.me Taylor.
— A scuola, mi accompagna un amico.
— Quello di ieri? — domanda Eric.
Alzo gli occhi al cielo. — Ha un nome. Si chiama Shawn. E comunque sì, mi porta lui, visto che non lo fai tu e che si è offerto molto gentilmente. Se hai qualche problema in proposito, be', ne discutiamo oggi pomeriggio, perché devo andare o farò tardi a scuola. Ci vediamo là, ragazze — saluto poi le mie sorellastre.
Bonjour — saluto appena scesa.
— Hey, bellissima, sali davanti — mi invita Shawn.
Guardo Aaliyah, sui sedili posteriori, in cerca di conferma. Mi fa un occhiolino di incoraggiamento, così faccio come mi ha detto suo fratello. — Come va con il francese? — le chiedo.
Fa un grugnito e si sbatte lo zaino in faccia.
— Se vuoi posso aiutarti, un giorno di questi — mi offro.
— Shawn, può venire a casa nostra per aiutarmi? — lo implora Aaliyah.
— Certo!
— Sì! — esclama lei, alzando il pugno in segno di vittoria.
Ridiamo e Shawn si protende verso di me senza distogliere lo sguardo dalla strada.
— Che c'è? — gli chiedo.
— Voglio il bonus passaggio.
Mi passo una mano sulla faccia ridendo e gli bacio la guancia. — Grazie — sussurro.
— Potrei accompagnarti tutte le mattine, se questa è la ricompensa.
— Attenta, se gli dai un dito questo ti prende tutto il braccio — mi avverte Aaliyah. — Inizierà ad essere assillante e onnipresente!
— Sta' zitta, pulce! — risponde Shawn.
— Be', non vedo che problema ci sia in un bacio sulla guancia — intervengo io. — Anche perché mi risolleva il morale.
— Ne riparliamo quando poi il bacio lo vorrà sulla bocca — borbotta sua sorella, facendomi arrossire.
— Aaliyah, basta — dice autoritario Shawn.
— Scusa — risponde prontamente lei.
Alla radio passa Call me maybe e sia io che Aaliyah ci mettiamo a cantare e fare strani gesti come fossimo in una videoclip. Vedo Shawn sorridere e, quando si accorge di essere osservato, scoppia a ridere e si arrende, cantando con noi.
Quando arriviamo a scuola, Aaliyah si protende verso di noi e ci bacia una guancia, prima di correre via. Io invece mi prendo un attimo per guardare Shawn. È affascinante il modo in cui tende il braccio sul volante, come tutti gli uomini. Ha un non so che di maturo. La giacca di jeans con il colletto di camoscio gli sta benissimo, lo rende più giovane, insieme ai capelli scompigliati. Questa contrapposizione lo rende interessante ai miei occhi.
— Grazie per il passaggio, Shawn — gli dico, cercando di non pensare alla sua voce fantastica mentre cantava. Mi ha portata in un universo parallelo per un attimo, dove i miei genitori sono ancora vivi e non devo abitare con quell'arpia di M.me Taylor. E di questo gli sono grata.
— Di niente. Ci vediamo domani mattina, allora?
Annuisco e mi protendo per dargli un altro bacio sulla guancia, ma lui si volta e le nostre labbra si toccano. Appena ce ne rendiamo conto ci separiamo. — I-io devo andare. Grazie ancora — balbetto, prima di scendere velocemente dall'auto.
Dio, ho quasi baciato Shawn! E la cosa più assurda è che rimpiango di non averlo baciato davvero. Pure quel piccolo sfioramento mi ha mandato tutti gli organi interni in subbuglio.
Anne mi raggiunge raggiante, ma mi guarda interrogativa quando mi vede pensierosa. — Tutto okay? — mi chiede. — Sembra che tu abbia appena sprecato l'opportunità della tua vita.
È davvero così? Non credo. Eppure, mi sento fallita. La prendo per un braccio e la porto in un posto appartato. — Io e Shawn ci siamo quasi baciati — confesso.
Si mette a gridare, saltare e battere le mani. Un paio di studenti che ci passano accanto si affrettano ad andarsene con sguardi preoccupati. Fermo Anne mettendole le mani sulle spalle.
— Calmati.
— Sono sconvolta. Ma che vuol dire «quasi»?
— Be'...
Vengo sbattuta al muro da un insieme di cose luccicanti, che scopro essere il vestito pieno di paillettes di Lisa. Ma allora è un'ossessione! — A quanto pare non hai capito bene — ringhia. — Devi. Stare. Lontana. Da. Shawn.
Ma che problemi ha questa? Uff... Tutte a me succedono. La stacco con forza da me ed esclamo: — Ma cosa vuoi da me?! Chi te lo tocca, Shawn?
— Tu, sgualdrina! Ti ho vista scendere dall'auto di Shawn!
— E quindi? Mi ha voluta accompagnare, okay? Non gliel'ho chiesto io.
— Ho visto che l'hai baciato! — grida, perforandomi le orecchie. Facendo così ha anche attirato l'attenzione di tutti, che si avvicinano per sentire meglio. Non sarò lo zimbello della scuola. Non lo permetterò.
— È stato un incidente. Non ci siamo nemmeno baciati davvero — sussurro con un sorrisetto dispiaciuto, come se provassi compassione per lei.
Scoppia in un fiume di lacrime ed io sgrano gli occhi. E adesso che succede?

What if I told you a story (SM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora