Chapitre 32 - Shawn

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SOMETHING BIG

Subito dopo che la porta di casa si chiude rilascio un sospiro che non mi ero accorto di star trattenendo, ma capisco subito il perché quando sento dolore allo stomaco. Accidenti, devo ricordarmi di non far più arrabbiare quel tizio! D'altronde, credo reagirei anche io così se qualcuno toccasse mia sorella. Non sopporterei di vedere Aaliyah con qualche ragazzo, questo è certo.
Mi alzo lentamente e salgo le scale tenendomi al corrimano e apro la porta del bagno. Mi guardo allo specchio e finalmente capisco la preoccupazione di Cheri, ma non m'importa: lei non ha nessuna colpa, su questo rimango fermamente convinto. Mi sciacquo il viso e ridacchio nell'acqua che ho racchiuso nelle mie mani, facendone andare un po' nel naso. Credo che sarà divertente avere Cheri come «infermiera».
Mi allungo dolorosamente a prendere il cellulare dal mobiletto fuori dalla porta quando squilla per rispondere.
— Pronto?
— Pronto? Pronto? Dai, ragazzi, smettetela, che non sento! Pronto? — risponde una voce maschile.
— Pronto? — ripeto.
— Ciao, sei… Ragazzi, basta! — esclama ed il brusio di sottofondo cessa. — Sei Shawn Mendez?
— Mendes — lo correggo. — Shawn Mendes. Con chi sto parlando?
— Cameron Dallas. Faccio parte del MagCon Tour.
— Ah, ehm… Ciao. — Okay, la mia risposta sembra più una domanda, ma cosa ne so io di chi sia questo «Cameron Dallas»?
— Ho chiamato perché Bart Bordelon, hai presente? Il tizio che…
— Sì che ha presente, Cam! Ci ha chiamato lui! — sento esclamare una voce dall'altro capo del telefono.
— Che vuoi che ne sappia, Nash!
— Sì, ehm… ho presente — intervengo io con una risata.
— Bene. Dobbiamo radunarci da qualche parte per decidere cosa fare durante gli spettacoli. Ti ha già detto quando si parte?
— Sì, più o meno tra nove mesi, no?
— A febbraio, sì. Allora, Mendes, di dove sei?
— Toronto, in Canada.
— Si parte per il Canada, gente! — esclama qualcun altro.
— Zitto un po', Espinosa! Bene, abbiamo radunato tutti in un largo giro degli Stati Uniti partito dalla California. Adesso siamo da me, a New York, quindi arriviamo, caro Shawn! Saremo lì tra… Tra quanto, ragazzi?
— Guarda che in aereo il viaggio durerà circa un'ora e mezza, Dallas — risponde qualcuno.
— No, Toronto — scherza Cameron. — Comunque partiremo domani, credo, quindi il giorno dopo ci riuniremo, okay? Bart ti manderà l'indirizzo. Caniff, giù le zampe dalle patatine.
— 'Fanculo! — risponde la stessa voce di poco fa.
— Porta chi vuoi, Mendes! — mi dice quello che credo sia Nash.
— Sì, magari una ragazza, Mahogany non basta — scherza qualcun altro.
— Chiudi il becco, Carpenter! — gli risponde una voce femminile, la stessa Mahogany, immagino. — Comunque è vero, ci vorrebbe un'altra ragazza per tenervi a freno.
— Calmatevi. Taylor, ti ho detto di mettere giù le patatine! — interviene Cameron.
Ricomincia il brusio rumoroso dell'inizio della chiamata e per poco riesco a sentire Cameron dirmi «Ci vediamo tra due giorni, Mendes». Riattacco con una risata. Immagino sarà divertente stare con questi squilibrati. La porta si apre e mi affaccio dalle scale per vedere chi sia, quindi noto una testa di capelli color oro rosa che posa il giacchetto senza maniche verde bottiglia all'attaccapanni e poi alza gli occhi azzurri su di me.
— Sono tornata — esordisce Cheri innalzando un sacchetto bianco e verde della farmacia. Si toglie gli stivaletti in camoscio e sale le scale fino a venire a darmi un bacio.
Ogni volta che le sue labbra morbide si posano sulle mie vado semplicemente in estasi, come se il mio cervello si disconnettesse e ci fosse soltanto lei. Nient'altro se non lei. Fa per allontanarsi, ma io le poso le mani sui fianchi per riportarla vicino a me e baciarla di nuovo. Finirò con l'avere la gobba a trent'anni a causa della sua bassezza, ma sinceramente non m'importa; mi farei venire la schiena curva pure adesso pur di averla sempre vicina. Mi avvolge il collo con le braccia ed io percorro la sua schiena con le mani, fin sotto i capelli con una e con l'altra arrivo dolcemente all'orlo del vestito, poco sopra le ginocchia, per alzarla e posarla sul mobile in corridoio.
Lei mi accarezza una guancia dopo aver separato la bocca dalla mia e, ridendo mentre le bacio una spalla, mi chiede: — Che è successo? Le botte ti hanno danneggiato il cervello?
Tu mi hai danneggiato il cervello — rispondo senza distogliere lo sguardo dal suo vestito, un po' per non incrociare i suoi occhi, un po' per guardare il suo fisico che soltanto la notte scorsa stava sotto il mio, fremendo ad ogni mio tocco.
Cheri indossa un vestito beige senza maniche, dalla gonna in pizzo e con una cinturina in pelle attorno alla vita, per poi lasciare scoperte le gambe corte ma snelle e toniche. Quando noto i calzini che porta sorrido e la sento ridere di nuovo.
— Sì, mi piace Harry Potter e sì, ho fatto il test delle Case di Hogwarts su Pottermore e sono risultata Grifondoro. Perciò permettimi di portare con orgoglio i calzini della mia Casa, okay?
— Te l'ho già detto che ti amo?
— Tu non stai mica bene — borbotta.
— Siamo compagni di Casa! — esclamo entusiasta. — Adesso che l'ho scoperto potremo vederci la maratona ininterrotta dei film di Harry Potter!
Si sbatte una mano sulla fronte e scuote la testa. — Ma certo, perché non ci ho pensato prima? — mormora ironica. — Vieni, andiamo a medicare queste ferite.

What if I told you a story (SM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora