Star stava lottando da ore, forse giorni, forse anni. Non riusciva più nemmeno a ricordare come tutto fosse iniziato. Ricordava solo che lo faceva per Sirius, per la sua libertà e quella di James e Remus. Poi la sua mente smetteva di pensare al perché lo faceva; doveva concentrarsi sui suoi avversari, erano cinque ed erano potenti. La maggior parte delle volte riusciva a schivare gli incantesimi degli altri e a lanciarne qualcuno di mediamente efficace ma molte volte veniva colpita dalle maledizioni minori e doveva usare le sue energie anche per curarsi. Era una battaglia infinita, ricordava di aver sconfitto degli avversari, forse all'inizio, ma ne arrivavano sempre altri, riposati e pieni di energie mentre lei sentiva di spegnersi sempre di più ad ogni incantesimo lanciato. Non dormiva da quando tutto quello era iniziato e le sembrava di essere stata brava a combattere all'inizio, ma ora era stanca, la spingevano a continuare solo il suo istinto di sopravvivenza e qualcosa infondo nel suo cuore. Ogni volta che pensava a quella sensazione calda riacquistava almeno un po' di energie, in quel momento infatti riuscì a sconfiggere un suo avversario, ma come unica conseguenza ottenne un peggioramento della situazione: si aggiunsero alla lotta altri due avversari nel pieno delle loro forze. Se andava avanti così sarebbe morta, pensò, doveva fare qualcosa ma cosa? Il combattimento era troppo intenso per riuscire a pensare ad altro che schivare e attaccare. Aveva bisogno di aiuto. In quel momento dalla sua bacchetta uscì una fenice argentata che le volò attorno e poi si posò dietro di lei coprendola con le sue grandi ali e Star poté respirare. Ma sapeva di avere comunque poco tempo; recuperò tutti i rimasugli di quella calda e dolce sensazione che l'aveva tenuta in vita fin ora dal profondo del suo cuore, prese un respiro profondo, gli incantesimi continuavano a sfrecciarle addosso, la Fenice si dissolse e lei rimase sola ma non era davvero sola. Come un'esplosione l'energia nascosta dentro di lei, l'energia che le donavano tutte le persone che amava, le risalì dal cuore alla pelle e poi spazzò via tutto ciò che la circondava nel raggio di molti metri e quell'energia non sparì, le rimase attaccata addosso come un'aura, una seconda pelle gradevolmente calda.
Qualcuno in un angolo della stanza batté le mani. "Ci sei riuscita." Constatò la signora Black avvicinandosi a lei. "Hai finalmente tirato fuori la parte della magia delle Deran assopita in te. Come ti senti?"
La domanda non era cortese, o preoccupata, non voleva interessarsi di lei e dei suoi sentimenti ma era fredda e scientifica così Star rispose. "Forte, potente. Credo di sentire davvero l'antica magia della mia famiglia adesso."
"Bene. Andromeda ti accompagnerà nella tua stanza per cambiarti. Hai ancora tempo di incontrare mio figlio per un tè come le altre ragazze."
La Malandrina annuì e seguí la sua amica senza dire una parola. Andromeda la fissava strabiliata e, una volta messo qualche corridoio tra loro e la signora Black, Star si decise a chiederle ciò che più le premeva: "Cosa è successo?"
"Davvero non lo ricordi?"
Star ci pensò su. E improvvisamente ricordò: la signora Black voleva tirarle fuori il vero potere delle Deran e lei aveva pensato a sua padre e a quello che aveva detto e allora aveva acconsentito. Tutto era iniziato dalle maledizioni Cruciatus ma poi avevano smesso di fare effetto, era riuscita ad estraniare il dolore che provava da sé, allora avevano chiamato dei maghi potenti per combattere contro di lei, all'inizio uno alla volta e poi sempre di più. Fino ad arrivare a quello che aveva fatto poco prima. Tutto era iniziato la sera del 26 dicembre.
"Ora ricordo. Ma che giorno è?" Chiese allora la ragazza.
Andromeda smise di fissarla per un secondo. "È il pomeriggio del 30 dicembre sono quattro giorni che non dormi e combatti e basta, non hai mai nemmeno mangiato o bevuto."
Star si fermò. "È impossibile." Decretò.
"Evidentemente non per te." Le assicurò la sua amica. Erano giunte nelle sue stanze e la Malandrina si indirizzò verso lo specchio ma Andromeda la fermò. "Devo avvertirti: non sei più come prima."
Star la guardò stranita e poi si voltò piano verso la superficie riflettente. Per un attimo pensò che la persona dentro quella cornice non fosse lei, ma poi riconobbe i suoi occhi e i suoi capelli, i tratti del suo viso e vide che i suoi movimenti erano replicati alla perfezione da quella figura. Era lei. Ma era più grande, matura, non dimostrava quasi più quindici anni ma forse venti, era una donna ben formata, ogni tratto della sua adolescenza era sparito. Sì passò la mano sul volto così cresciuto e poi sul suo corpo, le sue curve che avrebbero fatto impazzire qualunque uomo. I suoi capelli erano lunghi e mossi, un po' spettinati dalla lotta ma quell'aspetto la rendeva più bella quasi selvaggia come i suoi vestiti strappati o bruciati in alcuni punti dove le maledizioni l'avevano colpita, ma la sua pelle sotto quelle aperture nella stoffa era intatta. Sì sentiva più alta, probabilmente ora era alta quanto James e Sirius che quell'estate avevano avuto uno sviluppo incredibile. A peggiorare il tutto c'era quell'aura strana che ancora la seguiva ovunque e le rendeva la pelle quasi d'orata e gli occhi brillanti come zaffiri.
"Non posso farmi vedere così." Decretò la ragazza.
Andromeda la guardò sconsolata. "Non credo che tu possa farne a meno."
Star spalancò gli occhi disperata e poi il suo sguardo si spense un po'. "Esci di qui ti prego."
"No. Non ti lascio sola." Si oppose la sua amica.
Ma la giovane Deran scosse la testa e la pregò ancora e più volte di uscire finché non la ebbe vinta.
Gli occhi blu cobalto tornarono a fissare lo specchio. "E adesso cosa faccio?!" Sbottò la giovane.
Qualche minuto dopo la ragazza uscì di corsa dalla stanza completamente infagottata in una felpa nera molto grande. Si infilò in una camera ben precisa creando un'esplosione di voci.
"Star?" Esclamarono in coro i Malandrini lì riuniti iniziando poi a farle mille domande:
"Dove sei stata?"
"Sono giorni che non ti vediamo con le altre ragazze!"
"Cosa ti è successo?" James la abbracciò forte e poi la fissò dritto negli occhi, cosa piuttosto difficile visto che la ragazza cercava in tutti i modi di nascondere il viso.
"Niente, sto bene." Bisbigliò lei coprendosi ancora di più il viso con il cappuccio ma suo fratello le afferrò il polso e le scoprì la testa; i capelli della ragazza ricaddero sulla sua schiena e tra le mani del ragazzo in mille onde fluenti e il giovane non poté fare a meno di fissare stupito il viso di lei, così luminoso, bello e ...arrabbiato.
"A quanto pare questa è la vera forma di una Deran." Sbottò lei esasperata. "Ho provato a nasconderlo un po' ma questo è il massimo che riesco a fare... e ho sete e fame..." La ragazza ad un tratto dimenticò tutto il resto; sul tavolino, attorno al quale prima erano seduti i ragazzi, vi erano una miriade di dolcetti e del the caldo. La giovane si sedette e cominciò a servirsi senza fare tanti complimenti.
"Bhe, non è un problema così grave." Provò a rassicurarla Remus.
"Premf..." Cominciò lei con la bocca piena ma poi pensò che deglutendo sarebbe riuscita ad esprimersi meglio. "Rem... qualche minuto fa sembravo una ventenne. Ora grazie al cielo sembro solo una sedicenne semidivina ma le cose sono comunque ad un livello di terrore apocalittico. E' un disastro completo e totale."
"Quindi ti stai davvero trattenendo..." commentò James.
"Direi di si."
"Ma per farlo usi la tua magia no?" Le chiese Remus colto da un improvvisa illuminazione.
"Si..." Rispose lei cautamente.
"Quindi, secondo la logica, se tu allenassi la tua magia a trattenerti dovresti diventare più forte e quindi riuscire a nascondere tutto al meglio..." Ipotizzò il ragazzo dagli occhi ambra.
"Si..." Star ci pensò su un momento. "Si esatto. Potrebbe funzionare, devo solo allenarmi in questo e non potrò fallire, perché sono una Deran, dovrò migliorare per forza e quindi di conseguenza tornerò ad essere me, fastidiosamente bella maaaaa almeno non così bella da essere praticamente un essere ultra terreno. Si può fare!" La ragazza cominciò ad esaltarsi e saltellare in giro per tutta la stanza e solo allora realizzò: "Dov'è Sirius?"
James che la stava guardando sorridendo smise all'improvviso assumendo un aria preoccupata. "Sei in ritardo al The con Sirius." Decretò poi l'afferrò per il braccio e si mise a correre guidandola verso la sua stanza. "Walburga ha fatto preparare una stanza in modo che assomigliasse ad una serra, farà caldo quindi vestiti estiva e ricordati che è un the quindi Sirius ci ha detto che..." Il giovane guardò Remus che li aveva seguiti. "Cosa ci ha detto Sirius? Non lo ricordo più."
"Colori chiari, vestiti leggeri, lunghezza non più di cinque centimetri sopra il ginocchio." Ricapitolò il ragazzo sedendosi sul letto mentre la giovane osservava il guardaroba.
Star estrasse in fretta un semplice vestito con azzurro carta di zucchero con dei bottoncini bianchi sul davanti, quasi come una lunga camicia stretta in vita da un nastro dello stesso colore. La ragazza lo indossò e la sua pelle e il suo corpo fecero il resto, per quanto sembrasse sciatto, su di lei in quel momento era perfetto, sembrava appena uscita dal mare come una divinità di qualche tipo.
"Ok, bene." Commentò James scuotendo la testa per cercare di tornare in sé.
"Dobbiamo andare." Commentò Remus.
Così i tre si rimisero a correre finché non giunsero davanti ad una porta ben precisa.
"Buona fortuna." Le augurarono i suoi amici, la ragazza sorrise e bussò, un elfo le aprì la porta e lei si lasciò alle spalle i Malandrini entrando in un luogo che somigliava ad un ordinatissima foresta tropicale. La ragazza seguì le bianchissime pietre che facevano da sentiero e le dolci risate delle altre ragazze e poi le arrivò all'orecchio la voce di Sirius. Girò attorno ad una siepe fatta di mille rami verdi e morbidi che si intrecciavano e arricciavano e sbocciavano in colorati fiori rosa confetto e salmone, e si ritrovò davanti ad un tavolino in ferro dipinto di bianco, con graziosissime sedie dello stesso tipo con sopra morbidi cuscini bianchi sulle quali sedevano le ultime due ragazze rimaste visibilmente sporte verso Sirius che tentava di annoiarle con una lunghissima e dettagliata storia su dei misteriosi centesimi Babbani trovati nella tasca di James. Le due ragazze smisero di ascoltarlo per guardare verso di lei e questo la mise totalmente a disagio, Sirius si voltò per cercare di capire chi lo avesse salvato da quelle due, si aspettava di vedere James, trapelato nella stanza di nascosto, o sua madre che annunciava che era tutto finito. Di sicuro non si aspettava Star. Non la vedeva dalla sera di Natale, sua madre l'aveva tenuta segregata per insegnarle qualcosa ma lui sapeva che probabilmente le stava infliggendo qualunque sorta di tortura, ed ora lei era lì. Ed era bellissima. I capelli lunghi e mossi, i meravigliosi occhi cobalto e qualcosa di strano che non riusciva ad identificare, forse era perché non la vedeva da giorni ma pensò che fosse ancora più bella del solito con quell'espressione spaesata.
"Star..." Mormorò allora sollevato, alzandosi di scatto, le passò le mani dietro la schiena e la strinse a sé sprofondando il viso tra i suoi capelli che odoravano di cannella. La ragazza rimase lì, immobile, con gli occhi chiusi e il naso che a malapena superava la spalla del suo amico permettendole di respirare. "Sono così felice di vederti salva." Le disse poi il ragazzo lasciando un po' la presa così da poterla vedere in viso ma senza smettere di tenerla tra le braccia.
"Sto bene." Disse solo lei e poi guardò a terra per qualche secondo lasciando che i capelli le ricadessero sul viso. Lui le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e quando lei lo fissò sorpresa per quel gesto il ragazzo sorrise. "Vuoi del the?" Le proposte sciogliendo l'abbraccio e accompagnandola a sedersi. Star annuì e si accomodò sotto gli sguardi infuriati delle altre ragazze.
"Cosa ti ha fatto?" Le chiese lui.
"Non ricordo molto, e non sono sicura di poterlo dire qui."
Sirius allora tornò finalmente a guardare le altre ragazze come se si fosse accorto solo in quel momento della loro esistenza. "L'ora del the è finita per voi." Decretò. "Desidero essere lasciato solo." Le giovani si alzarono obbedienti, fecero una riverenza e se ne andarono alquanto indispettite ma senza che si potesse capire dai loro gesti o dalle loro espressioni, lo comprese solo Star leggendo i loro pensieri quasi in automatico. Erano state ben addestrate.
"Allora?" Tornò all'attacco lui.
"Se devo essere sincera ricordo poco. So che tua madre mi ha detto che poteva aiutarmi a diventare una vera Deran, forte come le mie antenate, e io ho voluto provarci. Mio padre mi ha scritto che crede in me, crede che potrò usare questo potere per il bene. E dice anche che mia madre verrà a cercarmi. Quindi voglio essere pronta. Voglio fidarmi di lui. Anche se non lo conosco. So che ha fatto di tutto per aiutarmi e se un uomo che ha saputo aggirare una donna potente come mia madre dice questo... Bolide del Bolide io lo farò." Dichiarò Star, poi il suo sguardo si fece appena appena vacuo. "In quanto a come lo ha fatto... non lo so bene. Oggi stavo combattendo e ho emanato molta energia, poi mi sono ritrovata ad avere un aspetto...diverso... e ora sto cercando di reprimerlo perché è davvero troppo ma non funziona molto bene. Remus dice che provando a diventare ancora più forte dovrei riuscire a nascondere meglio il mio potere. Spero abbia ragione."
Sirius la osservò con attenzione. "In effetti hai qualcosa di diverso. Ma non ha importanza. L'importante è che tu sia salva. Se vuoi mollare tutto e tornare ad Hogwarts tu dimmelo e io troverò un modo. Fidati di me, chiamerò mio zio... farò qualcosa ...io..."
Star lo bloccò subito sollevando una mano. "Tranquillo. Sono felice di essere riuscita a tirare fuori questo potere, in un certo senso. E non ho dimenticato la mia missione: essere la tua perfetta promessa sposa. Andrò fino in fondo, sempre che tu non ti sia innamorato di una delle tue pretendenti."
Il ragazzo si lasciò sfuggire uno sbuffo. "Nessuna di quelle ragazze è il mio tipo!"
"Ah, no?" Lei sorrise ironica. "A me sembrano esattamente il tuo tipo. Belle da far paura e disposte a tutto per te. Cioè esattamente come le ragazze con cui esci quando siamo ad Hogwarts."
"E tanto per sapere chi ti dice che quelle ragazze siano il mio tipo?"
Star rimase sbalordita. "Cioè, tu, Sirius Black, hai un tipo specifico e preciso di ragazza con cui vorresti davvero comportarti in modo serio e questo tipo è talmente raro che in tutta Hogwarts non ne esiste un esemplare?!"
"Quasi corretto." Sirius le sorrise distrattamente.
"Oh per la sacra bacchetta di Merlino, e non parlo di quella magica, tu sei interessato ad una ragazza di Hogwarts!!" La giovane si sporse verso di lui decisamente sorpresa. "Ti prego, dimmi chi è."
"Passo." Rifiutò lui ma senza smettere di sorridere.
"Oh, maddai!" Star sfoderò i suoi famosi occhi dolci.
"Ok, tanto per cominciare... non è una ragazza. E basta, non ti dirò altro."
"Aspetta aspetta... non è una ragazza! È ... è un ragazzo? Oh ti prego dimmi che sei gay tua madre potrebbe morirci. Non che io desideri la sua morte ma un infarto del genere sarebbe piuttosto epico."
"Hei, non correre così tanto... Non sono stato così fortunato. Purtroppo mi piace il sesso femminile, ma se un giorno diventassi gay saresti la prima a saperlo così potrai andare tu a dirlo a mia madre." Sirius si lasciò andare ad una breve risata e si alzò.
"Ma... non capisco... È un fantasma, una vampira? Un lupo mannaro! È Remus!" Alla ragazza brillarono gli occhi per l'emozione.
Il giovane Black, che stava andando via, si girò di nuovo verso di lei con aria sorpresa. "No. Non è Remus.... Anche se ammetto che se diventassi gay potrei farci un pensierino... sai non è niente male."
Star si appoggio alla sedia come se stesse avendo un mancamento e Sirius si riavvicinò a lei preoccupato.
"Hei, tutto bene?"
"Oh, si.. ho solo pensato a te e Remus insieme e ...wow..." La giovane si sventolò una mano davanti alla faccia per prendere aria.
"Wow?" Il ragazzo la fissò stranito.
"Si, bhe, cioè.... Sareste una bella coppia... sarei un po' invidiosa ma wow... davvero wow. Stareste bene insieme." Cercò di spiegarsi lei.
Sirius sorrise con il suo speciale mezzo sorriso e la guardò divertito. "Lo terrò a mente." Disse, poi si voltò e andò via lasciando Star da sola seduta sulla sedia.
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Scelte e Obblighi - 4° anno
Fiksi Penggemar"Privilegi e Doveri, Privilegi e Doveri. Non si parla d'altro in questa casa! Scelte ed Obblighi. Capisci?" Gridò Sirius furioso. Star e James lo guardarono preoccupati. "Ma hai una scelta. Hai sempre una scelta."