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Z A C H A R I A S

Suono il campanello e aspetto che qualcuno venga ad aprirmi.
Tasya è stata meno del previsto a scegliere i suoi dieci desideri, infatti ci sono volute solo quarantotto ore, e mi ha subito richiamato per chiedermi di presentarmi questo pomeriggio a casa sua per poter ultimare i dettagli della prima avventura.

Non ho idea di quali siano i suoi desideri, ma spero con tutto il cuore che non si tratti di cose come lanciarsi da un aereo o viaggiare fino in Finlandia. Piacerebbe anche a me, ma il mio lavoro mi permette a malapena di arrivare a fine mese pagando anche i corsi universitari di Beth, figuriamoci poi una vacanza.
Abbiamo un conto a parte, ma sono i soldi che ci serviranno per l'organizzazione del matrimonio. O, almeno, lo spero, perché Annabeth ancora non lo sa.

«Zacharias!» esclama Teresa, gioiosa. «Entra pure e scusa per l'attesa, ma stavo preparando dei biscotti per i miei ospiti. A quanto pare oggi Tasya ha voglia di incontrare molta gente e mi sembrava scortese non offrire nulla. Spero ti piaccia la vaniglia.»

«Sì, ti ringrazio» rispondo, entrando in casa.

Mi accomodo in cucina, dove la donna mi lascia un biscotto e una tazza di tè fumante. Per quanto mi piacerebbe intrattenermi con lei e riempirmi lo stomaco, io sono qua solo per un motivo, ovvero sua figlia. Se mi trattenessi anche solo un secondo in più di quanto ho promesso ad Annabeth, quest'ultima andrà su tutte le furie e mi farà una scenata di gelosia.

Lei non vuole ammetterlo, ma questa storia la innervosisce parecchio: sebbene Tasya abbia diciassette anni e io ventidue, non vuole rassegnarsi al fatto che fra me e lei potrebbe nascere qualcosa.
È del tutto impossibile, ma ormai si è impuntata e io non posso farci nulla.

«Zacharias, devo parlarti di una cosa molto importante» dice «Io e mio marito abbiamo parlato molto su questa storia dei desideri e siamo felici che tu stia facendo tutto questo per nostra figlia, ma penso sia chiaro che non la lasceremo da sola nemmeno per un secondo. Per noi sei uno sconosciuto, così come per lei, e finché non ci proverai di essere una persona perbene seguiremo Tasya passo per passo.»

Annuisco. «Sì, va bene.»

Mi alzo e raggiungo la stanza della figlia che, in questo momento, è insieme a un altro ragazzo.
Se non ricordo male, deve trattarsi di Calvin, l'altro ragazzo dell'incidente.
Annabeth, dopo svariate ricerche sui social network, mi ha mostrato una sua foto: stesso viso a forma di cuore, stessi occhi verdi, stessi capelli castani... Sì, deve essere per forza lui.

«La fatina dei desideri è arrivata» annuncia.

Tasya si volta subito nella la mia direzione e le sue labbra si incurvano in un sorriso smagliante. Mi fa un gesto con la mano per invitarmi a sedere sul letto accanto a lei e io obbedisco senza parlare.
Tiene fra le mani un cartoncino rosa cipria - la lista di desideri, probabilmente - e si vede chiaramente che freme dalla voglia di dirmi tutto.

«Ti stavo aspettando! Ho finalmente finito di scrivere tutta la lista dei desideri, non vedo l'ora di farteli sapere. Ho scelto un foglio di questo colore per un motivo preciso, è lo stesso del vestito che indossavo il giorno del matrimonio dei miei genitori e ho pensato fosse una cosa carina! Mi ha aiutata Calvin... Oh, giusto! Non vi siete presentati! Calvin, lui è Zacharias. Zach, lui è Calvin» dice tutto d'un fiato. «Vuoi un biscotto?»

Rimango sorpreso nel sentirla parlare così tanto e, soprattutto, in modo così veloce: non credevo neanche fosse umanamente possibile.
A quanto pare deve essere una di quelle giornate positive di cui parlava la madre, nelle quali torna ad essere la solita Tasya chiacchierona di sempre.
E quando ha detto chiacchierona, non scherzava affatto.

Dietro ai miei occhi [Cartaceo disponibile] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora