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Z A C H A R I A S

Il corpo è il nostro secondo linguaggio.
La tua risata e il tuo portamento sono caratteristiche che ti contraddistinguono come persona. Ci sono persone, per esempio, che quando sono nervose iniziano a strofinare i palmi delle mani per scaricare la tensione, altre, invece, cominciano a gesticolare senza fine, altre ancora si passano le mani fra i capelli almeno una decina di volte durante una singola conversazione.

Non tutti sono in grado di leggere questi dettagli, ma quando vivi con una persona e ci passi la maggior parte del tempo, diventa quasi una cosa normale.
Infatti ho subito notato quanto Annabeth sia nervosa: continua a raccogliere la scia di bicchieri e bastoncini che Andrew e Calvin hanno seminato per il prato e pulire è di solito il suo modo per smorzare la tensione.

La consapevolezza che è la mia presenza a renderla così nervosa non fa altro che peggiorare la situazione. Vorrei tanto alzarmi da questa scomoda sedia da campeggio e andare a parlarle, ma ho paura di dire la cosa sbagliata e guardarla andarsene dalla mia vita ancora una volta.

«No, devi girare il bastoncino gradualmente o cucinerai solo una parte del marshmallow!» esclama Calvin, strappando dalle mani di Andrew la confezione ormai vuota di dolcetti. «Vai a prenderne altri, per favore. Ti faccio vedere io come si abbrustoliscono alla perfezione.»

Lo guardo caricare altra legna sul piccolo fuoco che abbiamo acceso, poi ricambia il mio sguardo con un sorriso stampato in volto. «È brutto, non è vero?» chiede. Aggrotto la fonte con aria confusa, facendolo ridacchiare. «È spaventoso aver paura di dire la cosa sbagliata, lo so. È tutta la sera che stai pensando a qualcosa e non è difficile capire che riguarda Annabeth.»

«Ho già preparato un discorso, ma ho comunque paura di sbagliare qualcosa» ammetto.

«I discorsi non servono a nulla. Impieghiamo tanto tempo per trovare le parole giuste, ma una volta arrivato il momento di pronunciarle non le ricorderai nemmeno. È più facile parlare quando si usa il cuore, perché si dice ciò che si pensa davvero» spiega «Un po' come ho fatto con mio padre, se ci pensi. Sì, avevo paura da morire e sì, alla fine non è finita bene, ma sono stato sincero con lui e con me stesso.»

«Quindi qual è il tuo consiglio?» chiedo.

«Il mio consiglio?» sorride. «Vai da lei e dimostrati sicuro di volerla indietro, falle capire che non la lascerai andare per alcun motivo. Va' e fatti valere, Fatina dei Desideri.»

Andrew ritorna con i marshmallow, così ne approfitto per lasciarli da soli e avvicinarmi ad Annabeth, che si è appartata su una grande roccia.
Da qua si vedono tutte le luci della nostra piccola cittadina, che, per quanto sia piccola e sperduta, non smette mai di stupirmi.
Mi siedo al suo fianco senza proferire parola e rimaniamo insieme ad osservare Yellowknife avvolti nel silenzio: una di quelle laggiù è la casa che condividevamo, un'altra è quella dei suoi nonni, dove lei vive ora.
Più a Nord c'è la casa dove vivevo da bambino e chissà, magari una di quelle sarà quella del mio futuro figlio.
Alla fine è solo questione di tempo.

Sospiro. «Beth, io...»

«Non ci provare, Zacharias» mi interrompe, voltandosi finalmente verso di me. I suoi occhi, quelli in cui amo perdermi, incontrano i miei e per la prima volta dopo tempo è come se riuscissi a intravedere qualcosa in quei pozzi azzurri. «Tocca a me scusarmi e provare a farmi perdonare per il modo in cui mi sono comportata. Sono stata infantile e non troverò mai le parole adeguate per spiegarti cosa mi è passato per la testa.»

È chiaramente in imbarazzo, ma tenta comunque di reggere il mio sguardo su di lei. Quanto vorrei abbracciarla e dirle che andrà tutto bene... «Penso che prima di tutto tu voglia sapere il motivo per cui ti ho lasciato. Ogni volta che pensavo al nostro imminente matrimonio, al tempo stesso vedevo il nostro futuro, che era stato già scritto e programmato» spiega «Sarebbe stata una cosa fissa, immutabile, quasi una regola che non avremmo mai potuto cambiare. Ho cominciato a sentirmi oppressa pur sapendo che tu mi avresti capita e supportata.»

«Ho paura di essere come mio padre, di avere i suoi stessi geni e di far male a qualcuno, compreso nostro figlio, se mai ne avremo uno» deglutisce, ricacciando indietro le lacrime «Per questo ho sempre evitato questo argomento con te, perché ho paura di averne uno e di diventare lo stesso tipo di genitore che ho avuto io.»

«Avresti dovuto dirmelo» mormoro «Non mi sarei arrabbiato, avremmo...»

«Trovato una soluzione insieme?» dice «Questo breve periodo di lontananza da te mi ha fatto capire una cosa, Zach. Anche se abbiamo qualcuno al nostro fianco, siamo noi in prima persona a dover ammettere di avere un problema. Non possiamo scappare all'infinito, dobbiamo affrontare il nostro passato, che è irrimediabilmente collegato al futuro. Non ne ho mai parlato a nessuno per paura di rivivere i ricordi, ma è arrivato il momento di combattere e lasciarmi tutto alle mie spalle. E lo voglio fare con te.»

La guardo senza parole.

Annabeth, colta dal panico, inizia a gesticolare. «Ovviamente capirò se non hai più intenzione di sposarmi, soprattutto dopo averti abbandonato» dice «Anzi, sono stata stupida solo ad avertelo proposto. Mi spiace, davvero.»

«Sai che sei parecchio fortunata? È da giorni che parlo con gli organizzatori, che continuano a confermarmi il numero di posti, la location, i fiori... Non ho mai trovato il coraggio di annullare le nozze, è tutto pronto» affermo «Mancano solo gli sposi.»

«Non capisco. Questo significa che...» Prendo il suo viso fra le mani e la bacio, senza lasciarle il tempo di aggiungere altro. I nostri respiri si uniscono e finalmente le sue mani tornano ad accarezzare le mie guance.

Un botto ci fa sobbalzare, obbligandoci a interrompere il bacio. Tasya, Kol e Andrew si voltano lentamente verso Calvin, che con una bottiglia di champagne straripante fra le mani e un largo sorriso stampato in volto esclama: «Finalmente, non ci speravo più!»

N/A

Questo capitolo è una delusione.
È molto importante perché Beth e Zach sono tornati insieme, ma l'ho scritto veramente male e sono sicura che vi aspettavate molto di più.

Scusate tantissimo.
Se trovate errori, comunque, non abbiate paura e segnalatemeli.

Come avete passato il Natale?
Avete mangiato bene? 🎄

Il mio pensiero va anche a qualche mio lettore che, magari, è della Sicilia. Spero stiate bene e che le scosse smettano presto, per qualsiasi cosa non esitate a scrivermi.

Un bacio, Martina ❤️

Dietro ai miei occhi [Cartaceo disponibile] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora