Capitolo 6 - Traditi

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La serata a casa con mia madre è sempre la stessa: prima cena silenziosa e, subito dopo, mi chiudo in camera ad ascoltare la musica e studiare.

Sono circa le dieci e mezza, quando decido di farmi una doccia.

Sotto il getto dell'acqua bollente, cerco di dimenticare tutto.

Io non sono a casa sola con mia madre.

Io non sono rimasta sola.

Io non sto per andare a caccia con un gruppo di sconosciuti.

Io non sono un vampiro.

Io non ho perso la mia vita.

Mi sto solo illudendo.

Appena uscirò dal bagno, andrò a fare qualche omicidio. Magari mi scopriranno e mi sbatteranno in galera. Capiranno che non sono normale e cercheranno di uccidermi.

Di nuovo, mi sto perdendo in cose che non esistono.

Se Josh è sopravvissuto fino ad ora, a me non capiterà niente.

Josh, quanto lo odio.

Lo odio per avermi ammaliata fino a tal punto da farmi fidare di lui.

Lo odio perché mi ha regalato sedici anni per sempre.

Ma allo stesso tempo mi rendo conto di essere indignosamente innamorata di lui.

E lo odio proprio per questo.

Esco dal bagno con i capelli bagnati che gocciolano sul pavimento. Guardo l'orologio. Le undici in punto. Sono stata così tanto ad arrovellarmi sui miei pensieri?

Fantastico. Trenta minuti di pensieri contorti che non servono a nulla.

Lo specchio subito sopra il lavandino riflette una ragazza che non sono io. Lei è... perfetta.

I capelli lunghi e neri le scivolano sulle curve del seno e della vita, fino ad arrivare ai fianchi e colorarsi di rosso. La sua carnagione sembra di porcellana e le sue labbra rosee sono piccole ma piene. Subito sopra, un piccolo naso leggermente a punta, si piega appena all'in sù.

E gli occhi, gli occhi sono grigi con degli strani pigmenti azzurro-argentati. È come se brillassero. Le sopracciglia ben definite e nere sono inarcate in modo impercettibile. L'espressione della ragazza sembra calma, ma in realtà, osservandola bene, si può notare che è leggermente stupita.

Mi giro di profilo e lei mi copia. La pancia è piatta e la schiena è una curva sinuosa che poi diventa piena sul fondoschiena. Le gambe sono affusolate.

Chiudo gli occhi per togliermi dalla testa quella ragazza bellissima e chiudo le braccia davanti al corpo per non vederla più. Mi giro di scatto, dando le spalle allo specchio e m'infilo l'accappatoio. Il dorso della mia mano quasi luccica con le gocce d'acqua che vi scorrono sopra.

Mia madre bussa e poi fa capolino dentro al bagno con la testa che sbuca da dietro la porta, mi dà la buonanotte e io sorrido, un sorriso sempre uguale da troppo tempo.

Un sorriso maledetto, maledettamente perfetto.

Entro in camera e mi rimetto gli stessi vestiti che avevo oggi.

Aspetto che mia madre spenga la luce e che si metta a dormire prima di uscire di casa.

Si è messa a parlare al telefono, arriverò in ritardo per forza. Non mi va di mandare un messaggio a Josh dicendogli che farò tardi, mi arrangerò.

Sono distesa nel mio letto nella mia stanza buia con il silenzio interrotto solo dalla voce di mia madre. Grazie al mio udito sopraffino, riesco a sentire la voce dall'altro capo del telefono.

È papà.

Perché ci parla?

Stanno discutendo sul divorzio. Sinceramente, non ho mai capito la ragione specifica per la quale si sono separati. E' stata una cosa improvvisa, non c'erano stati segni dai quali io e mio fratello potessimo capire le loro intenzioni.

Un giorno mio padretorna a casa, come tutti gli uomini che lavorano, come tutte le sere, stanco come ogni volta e mia madre lo prende in disparte appena lo vede. Dopo urla. Urla di lei che piangeva e urla di lui arrbbiato. Ricordi sfocati per colpa dei miei occhi da umana, infatti mi sembra che tutto questo sia accaduto anni fa. Ma una cosa la ricordo limpida come l'acqua: il viso di mia madre contratto dal dispiacere, mentre apriva la porta per parlare con mio padre, da soli.

Forse oggi è la volta buona che lo scopro, il motivo per quell'espressione sconvolta, anche se non sono sicura di volerlo sapere.

-Tu ti sei lasciato alle spalle anche i tuoi figli, non soltanto me-, insiste mia madre con la voce tremante. -Lo sai dov'è Mattia? Lo sai?-, la sua voce si alza.

-No, non lo so-, dice mio padre inflessibile.

-È andato a vivere da solo, per colpa del divorzio.-

Già, anche io non lo vedo da un po' di tempo. Diciotto anni appena fatti e se n'è andato di casa senza esitare.

-Ah...-

Mio padre è un coglione; non sa mai cosa dire o come tenere testa a mia madre.

-E tua figlia. Tua figlia sta male, sta soffrendo, Luca! Sta diventando una dark, si sta deprimendo. Sai com'è tornata oggi a casa?-

-No, non lo so, Silvia-, la voce di mio padre ora sembra più spazientita.

-Si è tinta i capelli, si è fatta le punte rosse. Sembra una... non lo so... Io ho paura per lei. Magari fuma o si droga. Lo capisci?!-

-Mi stai accusando, Silvia? Stai dicendo che è tutta colpa mia?-, si è arrabbiato e non poco.

-Beh, non sono io quella che andava a letto con un'altra donna in segreto-, ecco, è scoppiata.

La telefonata s'interrompe. Mio padre non ha retto più e mia madre è distrutta.

-Io ti amavo, Luca. Io ti amo-, sussurra tra i singhiozzi.

Mio padre, per la prima volta, ha saputo tener testa a mia madre.

Bastardo. Schifoso bastardo.

Ci ha traditi tutti, non solo mia madre. Mia madre, che ora singhiozza con la testa sul cuscino.

Devo uscire da questa casa adesso, altrimenti crollo anche io.

La porta della camera di mia madre è chiusa, così non mi vede camminare con passo felpato per uscire.

Prendo gli stivali in mano e cammino in calzini per non farmi sentire.

Una volta fuori, sono quasi le undici e mezza. M'infilo gli stivali e mi avvio verso la scuola.

Per fortuna che mi sono portata anche le cuffie, altrimenti non avrei sopportato il silenzio intorno a me. Ho ancora in testa le urla di mia madre contro mio padre. Anzi, contro quel bastardo che ha contribuito alla mia nascita. Si, lo preferisco così.

Allora è proprio una cosa genetica degli uomini: tre uomini ho amato in tutta la mia vita e due uomini mi hanno delusa. Josh, mio padre, tutti e due da uccidere. Mi rimane mio fratello, che non vedo quasi da un mese.

Sotto la debole luce del lampione, vedo delle persone. Sono simili a me: vestite di nero, pallide.

Sono loro.

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Ciao a tutti :). Vorrei solamente dirvi grazie per tutte le visualizzazioni ed i voti che ho avuto fin'ora! So che questo non è esattamente un capitolo "figo" dove succede qualcosa di pazzesco con Josh, Isabella o che so io... Però riusciamo a conoscere un po' meglio la famiglia di Erica (che è un po' incasinata, no?) e a capire anche che cosa ne pensa lei di questa situzione.

Beh, che dire? Spero che la storia vi stia piacendo e che siate d'accordo con me sul fatto che il padre di Erica è un brutto infame.

Ciao, grazie mille ancora and enjoy the story!

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