Capitolo 2 - Diversa

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Continuo a guardare Isabella che ha assunto un espressione seria e cerco di fare finta di niente, sorridendo.

Una mano fredda mi tocca un fianco e io inspiro profondamente per mantenere il controllo di me stessa

-Che ti prende, piccola?- mi chiede con voce seducente.

Espiro tutta l'aria che avevo in corpo e mi divincolo dalla sua presa.

Sto per iniziare a camminare, quando Josh mi sfiora il collo con le labbra fredde, di ghiaccio come me, proprio in quel punto ancora sensibile.

Serro gli occhi e diverse immagine mi tornano in mente.

Riprovo quel dolore atroce e quell'odio, che mi ha travolta troppo poco tempo fa.

Mi giro di scatto, fisso uno sguardo nei suoi occhi.

-Josh, vattene- dico con tono fermo.

-E dai, piccola, che c'è?- un sorriso beffardo mostra dei denti bianchi e perfetti.

-Lo sai benissimo che c'è. Sparisci- gli intimo, riducendo gli occhi a delle fessure.

Lui alza le mani e fa una faccia innocente, mentre indietreggia.

Io mi rivolto verso Isabella. Mi prende un braccio e varchiamo il portone.

Non me ne sono accorta, ma il mio respiro è affannoso. Josh mi fa sempre quest'effetto.

Io lo odio a morte. Odio quella persona così perfetta che mi ha fatta innamorare.

-Certo, che faccia tosta- dice Isabella in uno sbuffo.

-Lo so- rispondo io ancora con la rabbia che ribolle.

-Dopo tutto quello che ti ha fatto- dice scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

Secondo lei sono arrabbiata perché ho scoperto che mi tradiva, ma non è la verità. Non può sapere la verità, non glielo dirò mai.

Mi tocco il collo, per il fastidio che il suo fiato mi ha provocato e che mi sembra di avere ancora addosso.

-Ti va di venire da me oggi?- chiede Isabella, rompendo lo sconforto che s'era impossessato di me.

-Certo! Mi farebbe molto piacere- dico con un sorriso, vero questa volta.

Entro in classe e mi avvicino all'ultimo banco, sbattendo la borsa per terra.

Isabella non è vicino a me, la professoressa ci ha separate perché parlavamo troppo. Mentre si siede fa una smorfia buffa e io le faccio un occhiolino.

La professoressa entra, quasi di corsa.

-Buongiorno, ragazzi- dice frettolosa.

-Ci siete tutti oggi?- chiede in modo altrettanto agitato.

Tutti si guardano intorno. Noto che il banco vicino a me è vuoto, ma non so chi manchi.

-Allora, manca qualcuno?- chiede la professoressa spazientita.

Una voce s'innalza dal nulla:

-Si, manca Ludovica-

Ludovica: la ragazza talmente timida che non ti guarda neanche in faccia.

La professoressa sta scrivendo qualcosa sul registro e nello stesso istante arriva Ludovica, con il fiatone.

-Sei in ritardo- sbuffa la professoressa.

-Lo so, scusi- taglia corto Ludovica mentre si dirige a passo svelto vicino a me.

-Ciao- mormoro.

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