Capitolo 4 - Emozioni

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Isabella mi mette un braccio intorno alle spalle, per rassicurarmi e questo mi provoca un certo nervosismo... Ho sete.
Sono una vampira da poco più di una settimana e la mia sete è pericolosamente alta, perché non sono ancora riuscita a bere. Bere sangue umano. Ogni contatto fisico mi provoca un desiderio inimmaginabile di uccidere.
Ho già imparato che se si vuole, si può totalmente abbandonare la parte umana di sé.
È come premere un interruttore. Diventi una macchina-bevi-sangue, un essere freddo al quale il mondo scivola addosso come se niente fosse.
Non voglio diventarlo, ma essere un vampiro ti rende comunque più forte degli altri, in tutti i sensi.

Siamo finalmente arrivate dal parrucchiere, che fastidio arrivarci a piedi sotto quel sole cocente.
Apro la porta di vetro e la tengo aperta per far passare Isabella.
Una donna dai capelli corti e rosso vivo, quasi fucsia, ci accoglie con un sorriso.

-Buongiorno, signorine. Come posso esservi utile?- la sua voce squillante ed entusiasta mi mette di buon umore.

-Ehm, volevamo sapere se era possibile fare un taglio per me...- inizia Isabella indicandosi i capelli.

-E uno shatush rosso per me- concludo io.

Isabella mi guarda con gli occhi spalancati. Già, non se l'aspettava.

-Intendo solo le punte, non una cosa esagerata- preciso più per Isabella che per la donna di fronte a noi.

La donna annuisce e ci fa un cenno con la mano per indicarci la strada. Ci conduce al guardaroba dove possiamo poggiare le nostre cose.
Improvvisamente, mi ricordo che non ho ancora avvisato mia madre, così estraggo il telefono dalla borsa e digito un messaggio.
Butto il telefono nella borsa e mi avvio ai lavandini dove ci fanno lo shampoo e tutto il resto.

È rilassante, mi fa smettere di pensare per un po' ai miei problemi.

-Wow, hai dei capelli bellissimi- esclama la donna, contenta.

-Grazie- .

Finito il lavaggio ci dirigono ai posti per il taglio. Mi indicano una poltroncina nera girevole che, però, è raggiunta da un fascio di luce.
Chiedo a Isabella se si può mettere lei al mio posto. Risponde con un'aria interrogativa e uno sbuffo, però, alla fine mi risparmia una decomposizione certa. Grazie!

Vedo, riflessa nello specchio, la donna dai capelli rossi armeggiare con forbice e pettine. Ad un certo punto s'interrompe e mi guarda chiedendomi:

-Allora, sei sicura per lo shatush?-

Faccio cenno di si con la testa.

-Va bene, seguimi. Secondo me ti starà benissimo- dice sempre con quel suo entusiasmo.

Mi fa accomodare su un'altra poltroncina girevole, uguale a quella di prima e inizia a maneggiare vari prodotti.

Dopo un tempo indeterminato mi dice attenta:

-Ok, ora devi stare ferma. Non vorrei che venisse male-.

Così dicendo, io m'immobilizzo (come se per me fosse una cosa difficile) e lei continua il suo lavoro.
Quando termina, mi dice che tornerà lì a togliere il tutto tra un po'. Non presto attenzione a ciò che dice e prendo una rivista tra quelle ammucchiate nella cesta a fianco alla mia postazione.

Mentre guardo le figure di donne perfette con abiti un po' esagerati, noto, con la coda dell'occhio, un ragazzo alto e dai capelli neri davanti alla porta di vetro del parrucchiere.
Tiene per mano una ragazza dai capelli castani come gli occhi, leggermente più bassa di me.
Due occhi ghiacciati s'inchiodano su di me per un tempo minore di un secondo, prima che il ragazzo, ormai non più misterioso, stampi un bacio sulle labbra della ragazza che rimane sorpresa sulle prime, ma che poi si scioglie come la neve al sole.
Ma i suoi occhi sono ancora fissi sui di me, mentre un leggero velo rosso si stende su tutte le cose; ed è come se quegli occhi potessero bucarmi il petto e raggiungermi il cuore e trafiggerlo come se fossero dei pugnali.

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