Capitolo 10 - Don't mind me (Part. 2)

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La giornata era passata in fretta grazie ad un intenso allenamento con Achilles

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La giornata era passata in fretta grazie ad un intenso allenamento con Achilles. Nonostante la ragazza si mostrasse all'apparenza molto tranquilla, Lucas era certo celasse una certa agitazione; poteva chiaramente sentire la lieve ansia aumentare gradualmente ora dopo ora, come se il ticchettio di un orologio annunciasse l'avvicinarsi di un'imminente condanna.
«Non credo di sentirmi molto bene, l'allenamento di oggi è stato molto stancante.» Mormorò la ragazza, simulando la migliore espressione sofferente e accasciandosi sulla sedia.
Il Protettore incrociò le braccia al petto, sapeva benissimo stesse fingendo, non vi era alcun dolore o sofferenze nelle sue emozioni.
«Sienna...» La richiamò con uno sguardo piuttosto espressivo e ben poco convinto. Credeva davvero di riuscire a dargliela a bere?
Lei cercò di non farsi abbattere e provò ancora.
«Davvero Lucas, credo di avere un po' di nausea...» Mugugnò allora, facendo sporgere il labbro inferiore e rendendo lucidi gli occhi.
«Quindi che vorresti fare?» Domandò il ragazzo stando al suo gioco, certo di conoscere già la sua risposta.
«Tu ovviamente puoi andare, io me ne starò qui a casa; mi faccio un the caldo e vado a letto presto.» Continuò con voce afflitta, appoggiandosi una mano sulla fronte come per controllare la sua temperatura.
«Ti ricordi che posso percepire le tue emozioni?» Le chiese, cercando di trattenere il sorriso divertito che si faceva strada sul suo volto. Se non fosse stato per quel lato del loro legame, di certo le avrebbe creduto: lo sguardo stanco e lucido, l'espressione dolorante e la finta mancanza di forza fisica erano davvero molto realistici. Se non fosse per il suo ruolo di Prescelta di Helios, avrebbe potuto ambire ad un ottimo lavoro nel mondo dello spettacolo.
La ragazza sbuffò, tornando a sedersi dritta mentre incrociava le braccia al petto.
«I cazzi tuoi mai, eh?» Sbottò, alzandosi per raggiungere la sua stanza.
Lucas riuscì ad impedirle di chiudere la porta della camera a chiave, entrandovi insieme a lei. Non voleva lasciarle alcuna occasione di evitare la serata, sarebbe stata un'ottima opportunità per conoscere meglio i suoi compagni d'avventura.
«Non quando vorresti darmi buca.» Considerò allora, appoggiandosi allo stipite con le braccia incrociate. Non riusciva a capire per quale motivo sembrasse terrorizzata alla sola idea dell'appuntamento che li stava aspettando,
«Non è a te che vorrei dare buca, ma a questa stupida festa di pre-benvenuto. Cosa c'è di così interessante nel vedermi parlare di stronzate durante una stupida intervista?» Borbottò cominciando ad intrecciarsi i capelli.
Sienna aveva la grandissima capacità di riuscire a diventare una delle ragazze più volgari che avesse mai conosciuto, soprattutto quando si sentiva messa alle strette.
«Ti hanno mai detto che non si dicono le parolacce?» La canzonò con un sorriso sghembo, certo che avrebbe risposto con l'ennesimo francesismo.
Lei indurì lo sguardo.
«Vaffanculo.» Come volevasi dimostrare.
Lucas era lieto di cominciare a conoscere la sua Prescelta. Certo, la sua capacità di anticiparla si limitava a qualche insignificante risposta durante i loro battibecchi, ma era sempre un piccolo passo avanti nell'imparare a comprendere la sua contorta compagna.
«Vorresti davvero restare a casa pur di non dover rivedere l'intervista? Si parla di a malapena quindici o venti minuti!»
Il Protettore non riusciva a credere che tutta quell'irrequietezza fosse causata dall'idea di rivedersi, e farsi vedere, durante la sua chiacchierata con Delaney. Nessuno scandalo di cui doversi scusare, nessuna brutta figura da recuperare.
Lei rimase in silenzio, concludendo la sua treccia e bloccandola con l'elastico, prima di voltarsi verso di lui e guardarlo con serietà.
«Sì.» Disse semplicemente per poi prendere dalla sua trousse un pennello da trucco che fece passare sulle guance.
Lui rimase in silenzio, sorpreso da quella risposta. Non riusciva a credere che Sienna, la stessa ragazza che aveva parlato davanti all'intera Elpis senza un minimo di esitazione, potesse essere così nervosa dall'idea di rivedersi in televisione durante un'intervista già registrata.
Si avvicinò a lei, assumendo quella che la ragazza chiamava espressione da cucciolo bastonato.
«Mi lasceresti davvero andare da solo?» Mormorò tristemente, cercando i suoi occhi scuri.
La Prescelta lo guardò, e il ragazzo notò il suo sguardo indugiare più del dovuto sulle labbra e sentì chiaramente la sua sicurezza cedere, nonostante la sua espressione ancora risoluta.
«È una festa in cui i Protettori si ubriacano, no? Ti sarei solo d'intralcio.» Considerò lei, scrollando le spalle e tornando a dare l'attenzione al mascara che stava applicando sulle ciglia.
Lucas si trattenne dallo sbuffare. Se non fosse stata per quella stupida paranoia che aveva in testa, avrebbe cambiato strategia: avrebbe appoggiato le labbra sul collo di lei, lasciandole una lieve scia di baci fino al lobo dell'orecchio mentre con la mano avrebbe cominciato a disegnare delle linee immaginare sul braccio, fino a salire alla linea delle clavicole per poi allontanarsi all'improvviso con un sorriso soddisfatto sul volto, affermando che i suoi baci sarebbero terminati definitivamente fino a quando non avesse finalmente accettato di andare.
Probabilmente, in quel caso, non si sarebbero presentati entrambi alla serata; finendo per rotolarsi tra le coperte fino al giorno dopo.
Un pugno al basso ventre lo colpì, la sola idea di fare l'amore con la sua Prescelta era in grado di mandarlo fuori di testa. Eppure, una parte della sua mente non riusciva a lasciarsi completamente andare, combattendo quelle immagini con dolorosa resistenza.
«Una birra sarebbe molto utile adesso.» Borbottò più che altro a sé stesso. Doveva smettere di pensarci. «Dai Sienna, gli altri ci rimarrebbero male. È come se fosse la tua festa di benvenuto, in realtà.» Spiegò allora, cercando di tenere lo sguardo lontano da ogni  punto "pericoloso" del corpo della ragazza, anche se la maglietta bordeaux che le fasciava il busto come una seconda pelle, non aiutava di certo.
«D'accordo. Ma durante la trasmissione mi scapperà, casualmente, la pipì.» Lei alzò le spalle, scrollando la treccia e portandola da un lato del collo, attirando indebitamente l'attenzione del Protettore nel punto dove avrebbe voluto appoggiare le labbra.
«Vedremo. Forza ora, è tempo di andare.» Disse, passandosi una mano sul volto e cercando di interrompere quella situazione fin troppo desolante.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 09, 2018 ⏰

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