Capitolo 3 - Catch me if you can (Parte 1)

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Sienna sbuffò superando l'ennesima roccia con un saltello. Il sole era ormai tramontato da qualche ora e l'aria era diventata pungente, solo la luce della torcia illuminava il sentiero nascosto in mezzo ad alberi e cespugli.

Avevano viaggiato per tutto il giorno, fermandosi solo il minimo indispensabile per mangiare qualcosa e sgranchirsi un po' le gambe. Quando ormai aveva cominciato a chiedersi per quanto a lungo avrebbero ancora viaggiato, avevano raggiunto la casa di un vecchio uomo dai capelli bianchi, avevano cenato rapidamente e si erano subito messi in cammino.

«Tutto bene?» Le domandò Lucas che le si era avvicinato dopo due ore buone di cammino nel mezzo del nulla. Lei sbuffò.

«Splendidamente.» Era rimasta tutto il giorno di cattivo umore, non era abituata a viaggiare in auto e passarci quasi un giorno intero sopra, le aveva provocato un senso di nausea e debolezza; il Consigliere aveva immaginato potesse trattarsi di mal d'auto. A Semir le auto erano quasi inesistenti, le persone si spostavano per la maggior parte a piedi o in hoverboard e per i tratti più lunghi prediligevano i trasporti pubblici e le navette che coprivano quasi tutte le strade della città.

«Tra una mezz'oretta al massimo saremo arrivati.» Le annunciò lui, sistemandosi la borsa a tracolla. Achilles aveva insistito perché fosse qualcun altro a portare la sua valigia, non voleva che si affaticasse troppo e pensava che un gesto di galanteria potesse farle rivalutare il suo Protettore. Perciò, il ragazzo si era visto costretto a trasportarle il bagaglio, sebbene non si fosse nemmeno offerto.

Sienna non rispose. Era abituata a camminare anche per lunghi tratti, ma stava cominciando ad essere sfinita, tutte le emozioni le avevano impedito di dormire adeguatamente e il viaggio era stato davvero stressante. Non era ancora arrivata ad Elpis e già non ne poteva più di quella vita.

Dopo qualche minuto di silenzio, il ragazzo parlò ancora.

«Come devo chiamarti?» Le chiese. La ragazza rimase confusa da quella domanda.

«Hai detto di odiare il nome Blaze, quindi come dovrei chiamarti? Non vorrei peggiorare il nostro rapporto già precario, rivolgendoti un ehi tu

Le dava davvero ascolto quando parlava quindi. Non fece nemmeno in tempo a terminare quel ragionamento, che si maledì per averlo anche solo pensato. Non poteva lasciarsi abbindolare.

«Tra di noi non c'è un rapporto; sappi, comunque, che meno mi chiamerai, più io sarò felice.» 

Lucas alzò gli occhi al cielo senza però aumentare il passo per raggiungere gli altri tre più avanti.

«Sappi, comunque, che non hai il diritto di incazzarti quando ti chiamerò nuovamente Blaze, anzi mi prenderò pure la libertà di fartela pagare in caso lo facessi.» Annunciò con un sorriso angelico sul volto.

Seguì qualche altro minuto di silenzio, in cui il ragazzo, restando sempre al suo fianco, cominciò a fischiettare un motivetto a lei sconosciuto. Era certa lo facesse solo per infastidirla.

«Sienna, chiamami Sienna.» Acconsentì lei infine, non sapeva bene per quale motivo, ma era seriamente terrorizzata dall'idea che potesse fargliela pagare, era certa sarebbe stato molto fantasioso.

Lui sorrise appena visibilmente soddisfatto.

«Vedi? Non era poi così difficile.»



L'ennesimo tuono questa volta fu accompagno da qualche gocciolina che cadeva dal cielo scuro e tempestoso.

L'aria si fece più aggressiva e le gocce aumentarono la loro frequenza fino ad assumere le sembianze di un vero acquazzone. I tre uomini più avanti si avvicinarono rapidamente a loro due, Achilles l'afferrò per un braccio trascinandola di forza verso la boscaglia, fino ad un vecchio albero spezzato che presentava, nel tronco ancora intero, un'insenatura abbastanza grande da contenere almeno una persona. Con la sua delicatezza la lanciò al suo interno e Sienna sbatté la parte alta della schiena contro il tronco, considerando la violenza del colpo, probabilmente le sarebbe venuto un livido.

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