Capitolo 21.

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-Tu sapevi già di Marinette e Adrien, giusto?- Jonathan stava spiluccando quel pezzo di torta da un paio di minuti. Era evidente che aveva riflettuto su quella domanda abbastanza a lungo, prima di porla.

I due si erano dati appuntamento a quella che ormai avevano chiamato LA pasticceria non appena il ragazzo avesse finito di lavorare. Gisèlle aveva proposto di invertire i ruoli, per quel pomeriggio la ragazza avrebbe preso i biscotti e Jonathan delle torte. Non era andato troppo a buon fine, quell'esperimento. Gisèlle ci pensò un attimo, prima di rispondere. -Si.- asserì infine -Un po' di tempo fa abbiamo combattuto contro un elfo, mi ha ammaliato e per poco non mi buttavo dalla torre Eiffel.- scosse la testa al ricordo. -Comunque, Adrien era così preoccupato che anche se aveva le vesti di Chat Noir mi ha salvato e portato a casa. Si è ritrasformato davanti i miei occhi. Poi Sweety è sbucata dalla tasca in cui si rintanava per rincorrere Plagg e alla fine siamo stati costretti a svelare la nostra reciproca identità segreta.- concluse.

-Che storia straziante.- commentò ironico Jonathan, con un sorriso.

-Ma finiscila.- lo rimbeccò lei.

Il ragazzo alzò lo sguardo dal piatto per fissarlo nei suoi occhi. Le sorrise, dolcemente. Gisèlle adorava quei momenti, quando lui la guardava e senza un apparente motivo le sorrideva. Era come se le dicesse Ehy, mi fai sorridere, non vedi? E poi, neanche a dirlo, Jonathan era splendido quando le riservava quei sorrisi.

Erano seduti in un tavolo all'angolo, quindi erano vicini. Gisèlle prese il cellulare dalla borsetta, aprì Instagram e si preparò a fare una storia.

Attivò la fotocamera frontale col boomerang, inquadrando prima lei in un espressione perplessa, poi il ragazzo, che a sorpresa le scoccò un bacetto sulla guancia.

-Vedo che abbiamo una fan dei social.- la prese in giro lui.

-Non sono proprio fanatica. Ma adooooro le storie di Instagram.- spiegò, allungando la O più del dovuto. Revisionò il video, trovandolo così carino da salvarlo in galleria. Disegnò un cuore, poi lo pubblicò nelle storie, non prima di averlo taggato.

-A proposito- le disse lei -fai cheese.- alzò il cellulare, scattando un selfie.

-Questo dove lo pubblicherai?- le domandò lui, appena scocciato. Non amava particolarmente mettersi in mostra, né tanto meno le fotografie.

-Rimarrà nella mia galleria, come ricordo. Le foto non vanno scattate per essere messe online, ma per ricordare dei frammenti di vita che non si ripeteranno più.- spiegò, come se fosse la cosa più semplice da capire. Era la sua filosofia, ogni sua foto era dettata da quel mantra.

Jonathan ripensò alle foto del suo account Instagram. Quella ragazza amava la fotografia, a quanto pareva.

-Ancora non mi hai detto di Marinette.- le disse, poi.

-Ah, giusto, giusto.- Gisèlle riprese il racconto. -Con Marinette è stato un caso, in realtà. Siamo nella stessa classe a scuola, c'è stata un emergenza e quando siamo uscite dai bagni l'ho sorpresa a parlare con Tikki.- spiegò.

Un messaggio la fece saltare dalla sedia, spaventandola. Aggrottò le sopracciglia, chiedendosi chi mai potesse essere.

Da: Adrien.

Papà mi chiede di ricordarti della nostra cena di famiglia. Ti prego, dimmi che non sei con Jonathan.

Gisèlle rise.

A: Adrien.

Beccata.

Gli rispose. Guardò l'ora, erano le 19:30.

Sospirò.

-Devo andare.- gli disse, prima di alzarsi. Il ragazzo la imitò, afferrando la giacca di lei per primo ed aiutandola a metterselo. -Vai, al conto ci penso io.- le disse, prima di baciarla.

-Lo sai che non voglio.- gli sussurrò lei, quando si staccarono. Ancora non si era abituata ai suoi baci, la facevano sentire in subbuglio, lo stomaco ballava e il cuore perdeva un battito ogni volta.

-Eh dai. Poi ci rifaremo, promesso.- le rispose lui, gentile. Sapeva già che non glie ne avrebbe dato l'occasione.

-Ok.- acconsentì lei, spazientita. -Allora ciao.-

-Ciao.-

Si salutarono, ma quando Gisèlle fu vicina all'uscita si girò, gli corse incontro e lo baciò un'altra volta. Gli cinse il collo con le braccia e si alzò in punta di piedi. -Scusa, ma mi andava.- spiegò solo, prima di ripartire senza dare tempo al ragazzo di rispondere.

-Ah, l'amour- commentò Vain, dalla tasca della giacca. Per una volta, Jonathan non rispose.

***

Gisèlle varcò l'ingresso di Villa Agreste, appoggiò la giacca e la borsa vicino le scale e andò nella sala da pranzo. Suo padre, Adrien e Marinette la stavano aspettando.

-Perdonate il ritardo.- si scusò.

-Gisèlle, quante volte devo dirti che non devi mai, e sottolineo MAI, fare tardi?- la sgridò l'uomo.

-Sto provando a stare più attenta, sul serio.- Gisèlle gli si avvicinò, lo salutò con un bacetto sulla guancia e si sedette al suo posto.

Stettero qualche minuto in silenzio, mangiando la cena.

-Gisèlle, perchè non ci parli di Jonathan?- la incastrò Adrien, rompendo il silenzio e facendo la domanda in modo così diretto che la ragazza non poteva raggirarla.

-Beh, perchè, non c'è nulla da dire!- lei provò a liquidare la faccenda.

-Oh, dubito che ci sia poco da dire, se ti fa fare questi ritardi.- si intromise il signor Agreste.

Tutti si voltarono verso di lui, sorpresi. Di solito non metteva becco nelle relazioni e battibecchi dei figli.

-Oh, beh...- prese tempo la ragazza. -Jonathan è intelligente, è carino con me, è educato...- provò a elencare. -mi fa stare bene.- concluse, stringendosi nelle spalle.

Il signor Agreste ridacchiò. -Cupido ha scoccato la sua freccia.- scherzò. -Oh, andiamo!- li pregò Gisèlle, rossa come un peperone.

-Perchè non lo inviti qualche volta?- propose Adrien. -Ma si, è un'ottima idea.- lo appoggiò il padre.

-Ma vi siete coalizzati contro di me?- Gisèlle scosse il capo. -Glie ne parlerò, comunque. Vedremo.- acconsentì, infine.


Fino alla fine | Miraculous, le storie di Ladybug e Chat Noir.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora