Passò Natale, capodanno e tutte le feste. Da li a una settimana sarebbero partiti. Era inizio Febbraio e, nel posto in cui dovevano andare aveva iniziato a nevicare. Tutto l'occorrente era pronto da giorni, ormai. Avevano i biglietti, la casa che avevano affittato era pronta: tutto era perfetto.
Gisèlle era a casa di Jonathan, come spesso accadeva ormai. Diversi pensieri le frullavano per la testa. Ultimamente gli attacchi erano nulli, non si vedevano più avversari.
I due erano a letto, fronte contro fronte.
Jonathan alzò la mano e con l'indice andò a toccare la rughetta tra le sopracciglia di lei. Nonostante sapesse che, non avendo gli occhiali, Gisèlle stringeva gli occhi per vedere meglio, quella sera aveva gli occhi aperti in modo naturale, ma con un velo di preoccupazione. Era lì, con lui, ma nella testa era da tutt'altra parte. Provò a stendere la rughetta sorridendo, in un banale tentativo di tirarle su il morale.
-Ehy.- fece –Cosa ti preoccupa?-
Gisèlle non dava segno di aver sentito.
-Honey?- la richiamò. I suoi occhi tornarono a fuoco.
-Dimmi.- gli disse.
-Cosa ti preoccupa?-
-Niente.- rispose evasiva.
-Ormai qualcosa di te lo conosco. Dimmi cosa ti preoccupa.-
La riccia sospirò.
-Sono un po' preoccupata.- spiegò infine. –Se qualcosa dovesse andare storto?-
Jonathan le sorrise, confortante. Le si avvicinò ancora di più, la strinse nel suo abbraccio e affondò il naso nei suoi capelli. –Andrà tutto bene, honey, te lo prometto.-
Gisèlle decise di credergli.I quattro ragazzi, Adrien, Marinette, Gisèlle e Jonathan, arrivarono all'aeroporto, da qualche parte in Nord Italia all'ora di pranzo. –E ora come ci arriviamo in quel paesino?- domandò Adrien, dando voce al pensiero di tutti. Ma Gisèlle fece un sorriso ed estrasse una carta dal suo portafogli. –Pensavi che il diploma fosse l'unica cosa che avessi preso?- domandò, mostrando la sua patente di guida e facendo un occhiolino.
–Ma dai!- le disse Marinette, ridendo. –Hai preso la patente?-
Gisèlle annuì, allegra.
-Nostro padre non lo sa. Sai cosa pensa al riguardo. Posso contare sul tuo silenzio, Adrien?-
-Sarò muto come un pesce.- garantì lui.
-Bene, ora andiamo a cercare un auto.-
I ragazzi uscirono dall'aeroporto, poi fu Gisèlle a intermediare per loro. Si fermarono a pranzo in un ristorante li vicino, dove ordinarono una pizza, una carbonara, un'amatriciana e delle lasagne.
Con la pancia piena, si rivolsero ad un autonoleggio lì vicino, dove affittarono una 500L.
Gisèlle guidava tra le strade di campagna, guidata dal navigatore e con la radio in sottofondo. Erano tutti stanchi e quindi nessuno parlava. I kwami dormivano sul cruscotto. Lei però, ogni tanto scorgeva con la coda dell'occhio Jonathan che la osservava e sorrideva. Ad un certo punto scosse il capo e chiese –Cosa c'è?-
E questa volta fu il turno del ragazzo di scuotere il capo.
-Stavo solo pensando a quanto sia perfetto tutto questo.- confessò.
La ragazza rise. –Tu sei matto.-Una notizia passò su RTL in quel momento. -Oggi abbiamo una sorpresa per i Very Normal People. Qui, in studio con noi in diretta da Sanremo, abbiamo Ermal Meta e Fabrizio Moro.- Gisèlle alzò il volume. Le piacevano quei due artisti. Notò dallo specchio retrovisore lo sguardo confuso dei due ragazzi. –In radio ci sono due che mi piacciono. Fate silenzio.- avvisò, con fare minaccioso. –Questa sera salirete sul palco dell'Ariston, come vi sentite? Siete nervosi?- e l'intervista proseguì.
Alla fine mandarono in onda Portami via e Vietato morire. La ragazza non potè fare a meno di cantarle, scatenando una risata generale.Dopo un paio d'ore, arrivarono nel paesino disperso tra le montagne. Avevano notato, sulla strada, una cattedrale molto particolare, probabilmente dello stile gotico. Gisèlle parcheggiò l'auto sulla piazzetta centrale del paese, sotto lo sguardo attonito dei residenti. Evidentemente nessuno si aspettava turisti in quel periodo dell'anno.
Gisèlle non sapeva la via della casa che avevano affittato, così decise di rivolgersi ad uno dei passanti.
-Mi scusi!- fermò un adorabile nonnino. –Buon pomeriggio. Per caso sa dove è la via Gribaldi? Ho affittato una casa ma non so dove sia.- spiegò, con un sorriso di scuse.
Il nonnino però non sembrava disturbato. –E' la seconda via a sinistra della strada che hai appena percorso.- spiegò. –Turisti?-
Gisèlle annuì. –Facciamo una specie di settimana bianca alternativa!- spiegò, con una breve risata. –La ringrazio, è stato gentilissimo.-
-Figurati.-
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Fino alla fine | Miraculous, le storie di Ladybug e Chat Noir.
FanfictionLa vita di Gisèlle era piuttosto tranquilla, studiava, aveva delle amiche e il sabato sera usciva. Non avrebbe mai pensato di dover aggiungere "eroe" nella lista dei suoi compiti. Eppure toccava a lei. Quel compito le era stato assegnato forse dal d...