Capitolo 14.

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Si dice che i genitori rimangono giovani nei figli, ed è questo uno dei più preziosi vantaggi psicologici ch'essi ricavano da loro.
(Sigmund Freud)



Gisèlle fece l'ingresso di corsa, o almeno, quanto i tacchi le permettevano. Guardò l'orologio, erano le 13:30. Come sempre, puntuale e precisa, Nathalie le aprì il portone. Davanti alla scalinata, con lo sguardo severo, la stava aspettando il padre. -Gisèlle, se un giorno vorrai lavorare nell'azienda devi imparare a rispettare la puntualità. Fa in modo che una situazione del genere non si ripeta mai più.- la sgridò, severo.
Gisèlle non sapeva cosa rispondere, era da tanto che non lo vedeva così. -D'accordo, padre.- rispose solo, abbassando la testa.
-Ora andiamo, stiamo aspettando te per pranzare.- il signor Agreste si diresse verso la sala da pranzo, dove la tavola era già stata apparecchiata e Adrien era già al suo posto.
-Ehy, Gisèlle.- la salutò.
Gisèlle gli rispose con un occhiolino.
Spiegami. Le mimò il ragazzo. Gisèlle girò gli indici nel'universale gesto di dopo.
Il pranzo fu particolarmente silenzioso. Adrien e Gisèlle fecero presto e si congedarono.

Quando furono nella camera del ragazzo, lontani da orecchie indiscrete, Gisèlle gli raccontò cosa era successo. Adrien scoppiò a ridere. -Sai, era da tanto che non vedevo papà così arrabbiato. Mi sembrava di essere tornato appena subito dopo la scomparsa di mamma.- il ragazzo si rattristò un po' a quelle parole.
-Adrien, come sono andate le cose in quel periodo? Dico, come sono andate davvero e non le versioni che mi rifilavate quando ero in Italia.- Gisèlle avrebbe voluto chiederglielo molto prima, ma non aveva mai trovato il momento adatto.
-Quando mamma scomparse papà cambiò drasticamente. Tu non c'eri, eri appena andata in Italia per i tuoi studi ed eri tornata giusto per il funerale, ma l'atmosfera qui si era decisamente raffreddata. Nostro padre non mi permetteva di fare niente, ne andare a scuola, ne farmi degli amici, mi teneva sotto una campana di vetro. Non ha di certo aiutato la presenza di Papillon, il primo, e unico, cattivo che io e Ladybug abbiamo sconfitto. Con gli akumizzati in giro papà era diventato insopportabile.- Adrien era assente mentre lo raccontava, perso nei suoi ricordi.
-Quando sconfiggemmo Papillon le cose cominciarono ad andare un pochino meglio. Papà cominciò ad essere più presente e più permissivo. Continuo a non capire cosa ha provocato quel cambiamento, ma forse è solo perchè Parigi è decisamente meno pericolosa senza Papillon.-Adrien fece una pausa. Gisèlle sospirò.
-Penso che il non esserci stata per te in quel periodo sia uno dei miei più grandi rimpianti. Tu per me ci sei sempre stato, mentre io no.- gli confidò. -Io proprio non ci riuscivo. Ho perso mia madre quando ero piccola, poi a 13 anni perdo anche la mia madre adottiva. Suppongo che per me era troppo.- spiegò.

-Tu non hai colpe, io ti capisco. Lo avevi già vissuto una volta e non saresti riuscita a superarlo un'altra.- la giustificò, per niente in collera.
La ragazza non potè che alzarsi e andare ad abbracciarlo.

-Anche dalle cose brutte, a volte, derivano quelle belle. Dopo la morte di mia madre ho trovato un'altra famiglia, ho trovato voi. E anche se papà è un po' severo rimane lo stesso l'unico padre che abbia mai avuto.- Adrien notò che aveva gli occhi lucidi.
-Perchè non vai a dirgliele, queste cose? Da quello che mi hai raccontato nostro padre ha solo fatto una scenata di gelosia.- le spiegò. -Sai, quando quello ti ha chiesto di ballare nostro padre ha detto che hai fatto strage di cuori.- ridacchiò al pensiero. Gisèlle alzò gli occhi al cielo.
-Non è che devo essere geloso anche io, vero?- Gisèlle rise, stringendo le braccia attorno al ragazzo, attento a non fargli male con il gesso.

-Penso che andrò in camera, devo fare una telefonata.- Gisèlle si allontanò. -A proposito, quando ti vedi con Marinette?- gli chiese giusto un secondo prima di uscire.
-Oggi non credo, devo andare a quel servizio fotografico. Credo che Alya però stia organizzando una piccola festicciola a base di alcool.- commentò, perplesso. Spuntò fuori Plagg.
-Gisèlle, ti consiglio di risparmiarti la vista di Adrien ubriaco, diventa come un gatto in calore.- commentò l'esserino. Sweety comparve alle spalle di Plagg. -Tu non hai mai visto Gisèlle. E' super divertente quando beve.- rise al solo pensiero.

Fino alla fine | Miraculous, le storie di Ladybug e Chat Noir.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora