Finale alternativo

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PER SPIEGAZIONI LEGGERE LO SPAZIO AUTRICE. GRAZIE.

Mi mancheresti anche se non ci fossimo conosciuti" – Anonimo

Gisèlle si piazzò nuovamente davanti lo specchio a figura intera, cercando eventuali imperfezioni nel suo outfit. Quel giorno doveva essere perfetta. Tutto doveva essere perfetto. Jonathan spuntò dal corridoio, vestito di tutto punto. Fece un sorriso quando la vide e le si avvicinò, circondandole la vita da dietro. Le appoggiò il mento su una spalla e le baciò la guancia. -Sei bellissima, lo sai vero?- le disse, prendendole le mani. -Siete bellissimi entrambi.- poggiò le mani della ragazza sul piccolo accenno di pancia. Fino ad allora era riuscita a nasconderla ma, secondo lei, quel vestito la faceva vedere troppo. -Tu esageri sempre.- lo sgridò bonariamente lei. Quando aveva scoperto di essere incinta, per un secondo aveva temuto il peggio. Convivevano da pochi mesi e pensava che potesse essere troppo presto. Ma poi glie lo aveva detto e lui non poteva esserne più felice. Di lì a pochi mesi, sarebbero diventati genitori. Gisèlle incrociò il suo sguardo nello specchio. -Sarà meglio che andiamo, non possiamo proprio fare tardi.- ma Jonathan era di un altro avviso. La girò tra le sue braccia e la baciò.
-Se penso che quel giorno avrei potuto perderti...- mormorò con un tono colmo di disperazione. Gisèlle gli prese il viso tra le mani. -Ma non è successo. Sono viva, sono qui.- e lo abbracciò. -Ora è davvero il caso che andiamo, altrimenti Adrien si incazzerà di brutto.- Jonathan annuì, concorde.

La chiesa era affollatissima. L'essere figlio di un celebre stilista imponeva un'enorme mole di invitati, per qualsiasi occasione. Adrien era davanti l'altare, in piedi, ad aspettare la sua donna. Anche Gisèlle avrebbe dovuto rimanere in piedi, ma ad un certo punto si era dovuta sedere. Il terzo mese cominciava a darle un po' di stanchezza e i tacchi, seppur bassi, di certo non aiutavano. -Adrien, stai calmo per favore. Farai agitare anche me.- gli disse, seria. Adrien era davvero agitato. Gisèlle, invece, era incredibilmente calma. Il ragazzo aveva notato che qualcosa, in lei, era cambiato, ma non sapeva esattamente cosa fosse cambiato. Stava per risponderle per le rime, quando le note della marcia nuziale riempirono l'atmosfera. Tutti si alzarono, compresa Gisèlle. Jonathan, affianco a lei, la sostenne.

Marinette fece il suo ingresso trionfale nell'abito bianco disegnato da lei stessa. Gisèlle guardò Adrien, che guardava la sua sposa. Era estasiato, con la bocca aperta e gli occhi spalancati. Quasi non respirava, per l'emozione. La ragazza sorrise. Quando finalmente Marinette arrivò all'altare, davanti Adrien, lui le sollevò il velo. -Sei bellissima. Sono così fortunato.- le sussurrò. Gisèlle si commosse e qualche lacrima sfuggì al suo controllo. Incrociò lo sguardo di Marinette, che sorrise. Non aveva ancora parlato, forse per le troppe emozioni. Erano così belli, insieme.
-Sono bellissimi, non è vero?- le sussurrò Jonathan all'orecchio. Gisèlle annuì, incapace, anche lei, di parlare.

La cerimonia scorse tranquilla e, al momento dei lo voglio e delle promesse, un sacco di versetti riempirono la chiesa. Sabine, Alya e Gisèlle piansero a tal punto da aver bisogno dei fazzoletti.

-Dov'è la testimone? Si deve fare una foto con lei.- urlò il fotografo, alla fine della cerimonia. Gisèlle andò all'altare. Si mise di fianco ad Adrien, sorridente, per essere immortalata. -Scusate, posso averne una singola con ognuno?- domandò. -Certo.- il fotografo annuì. Le fece una foto prima con Adrien, poi con Marinette.
-Un'ultima richiesta, poi ho concluso, promesso.- chiese ridendo e fece un'ultima foto con Jonathan.

Nell'attesa che tutti i parenti e amici facevano le foto, era stato allestito un piccolo aperitivo all'esterno della chiesa. Era Maggio e, anche se non era così caldo, Gisèlle dovette cercare un posto a sedere all'ombra. -Sei sfinita, non è vero?- Jonathan le portò un bicchiere d'acqua e un pezzetto di pizza. Era così premuroso che la ragazza, ogni volta, aveva la sensazione di amarlo un pochino di più. -Già...- prese il bicchiere e ne bevve metà. Guardò con perplessità il pezzo di pizza e si chiese se aveva davvero voglia di sfidare il senso di nausea che da un po' le teneva compagnia. Scosse il capo, scatenando una risata del ragazzo. -Nausea?- indovinò lui. -Già.- rispose lei, brontolando. -Senti, honey, non voglio metterti fretta ma quando lo diremo?- domanda azzeccatissima. Non avevano ancora dato la bella notizia poichè Gisèlle non voleva distogliere l'attenzione dagli sposini. Ma a breve la pancia avrebbe cominciato a reclamare più attenzioni.

Fino alla fine | Miraculous, le storie di Ladybug e Chat Noir.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora