La funesta finestra: Parte 1

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A Beatrice - 

Preferirei di gran lunga che tu non fossi defunta.


- Buonasera e benvenuti al notiziario Lacrimoso, dove le cose che accadono accadono finché non accadono più. Come per le disgrazie per gli orfani Baudelaire, che gli spettatori ricorderanno hanno perso i genitori e la casa in un terribile incendio. Per gli aggiornamenti sulla loro situazione, la mia collega Vincent Fig Demetrios. Vincent?

- Grazie Veronica, gli spettatori ricorderanno che dopo l'incendio i Baudelaire furono affidati al Conte Olaf, atroce attore e fattivo furfante che ha giurato di non fermarsi davanti a nulla, pur di mettere le mani sull'enorme fortuna che i genitori Baudelaire hanno lasciato.

- Speriamo sia cosi Vincent. Nel prossimo servizio delle persone molto gentili sono state avvelenate ma prima, il meteo.


Se la storia degli orfani Baudelaire fosse stata un annuncio meteo, ci sarebbe stato pochissimo sole. Anzi solo... acquazzoni di infelicità. Bufere di disperazione. Miseria in tempeste di nevischio. Diversi fronti freddi di terrore. Orrore. Attacchi allergici. Per non parlare di un devastante uragano in agguato appena fuori dalla mappa.

Se non conosceste la sfortunata storia degli orfani Baudelaire, vedendoli sbarcare dal traghetto Trabbiccolo all'imbarcadero di Damocle, pensereste che gli aspetta un emozionante avventura. Ma sbaglierete di grosso.

Mi chiamo Lemony Snicket. È mio triste dovere raccontare le tragiche vite dei Baudelaire, ma voi, certo, non avete tale responsabilità. Dovreste fuggire da questa storia, prima che un'altra tempesta di malinconia vi ricopra di umidità e miseria.

- C'è ancora tanto che non sappiamo, come essere sul ciglio di un precipizio senza sapere che c'è sotto.

In effetti era esattamente cosi, anche se io so che cosa c'è novanta metri più sotto, nelle gelide acque del Lago Lacrimoso. 

Stare sull'orlo del precipizio è meglio che scivolare in un precipizio o cadere da un precipizio, quindi, prima che le cose peggiorino, vorrei consigliarvi di prendere nota delle tre parole che i Boudelaire erano in procinto di trovare sulla porta di Zia Josephin.

- Per favore andate via.

(...)

- Ike. Era il mio migliore amico, il mio compagno. Era tra i pochi capace di fischiare con dei cracker in bocca, la sua specialità era il quanto quartetto d'archi di Beethoven.

- Come nostra madre.

- Lei la quattordicesima sinfonia di Mozart.

- Si, è vero.

(...)

- Questa è una crema fredda di cetriolo, l'ho mangiata una volta in Egitto quando per un pò, ho fatto l'incantatrice di serpenti.

- Nostro padre ha vissuto li prima che nascessimo, è stato li che...

- Io non parlo di questo.

- Quando vivevamo con lo Zio Monty...

- Ho detto che non parlo di questo.

- Ma li c'era una statua...

- Klaus, ho detto che non parlo di questo.


Come credo sappiate, ci sono due tipi di paure: razionali e irrazionali o, in altre parole, paure sensate e altre prive di senso. 

Per esempio gli orfani Baudelaire avevano paura del Conte Olaf. Questa è una paura sensata, perché è un uomo malvagio che vuole distruggerli. Se invece avessero paura di una torta, questa sarebbe una paura irrazionale perché una buona torta è deliziosa e non fa male a nessuno. Aver paura degli uragani è perfettamente razionale, perché possono essere molto sinistri e distruttivi.

 Ma aver paura degli agenti immobiliari, un termine che indica "persone che aiutano a comprare e a vendere case" è una paura irrazionale, perché niente di sinistro è mai venuto dal mercato immbiliare.

- Conte Olaf, non pensavo di rivederla dopo gli sfortunati eventi con il Sig. Snicket. 

- Che ci fai qui, siamo fuori stagione.

- Grazie a un utile agente immobiliare, questo ristorante è sotto una nuova gestione.

- Nuova gestione? Non farmi ridere.

- Lei non sta ridendo.

- Nemmeno tu.

- I Baudelaire sono sani e salvi e imparano tutto quello che c'è da sapere sulla nostra organizzazione segreta. Dovevano iniziare la formazione anni fa, ma non è troppo tardi. La loro nuova tutrice è il più grintoso e formidabile membro della nostra organizzazione.

- Non Snicket?

- Che? No. Non era morto?

- Lo è...? Non importa.

(...)

L'espressione "È inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati" era la preferita di una donna molto importante per me, anche dopo essere stata calpestata.

L'espressione significa semplicemente che talvolta, anche il migliore dei piani può venirti in mente quando è troppo tardi cosi come, ciascuno di noi è troppo troppo in ritardo per essere di qualunque aiuto per i Baudelaire.

Vorrei tornare indietro in qualche modo e avvisare i Baudelaire di quello che sarebbe successo quella triste sera. Passo molti notti insonnie sperando ci sia qualche potente invenzione, qualche cruciale pezzo della ricerca che mi permetta di cambiare la triste storia dei Baudelaire, ma ancora e ancora ricordo a me stesso che non potevo fare nulla, proprio come i Baudelaire non potevano impedire che la finestra si frantumasse.

Violet, Klaus e Sunny,

Quando legerete  questa letterrina io non c'è sarò più.

Il mio cuoro è ghiacciatto, mi manca tropo il mio delito Ike.

È impossibile tornare indietro ovviamente, e dire ai Baudelaire che le loro paure di quella notte erano totalmente razionali. È impossibile tornare indietro e dire qualcosa di tutto ciò, cosi come è impossibile rimettere la casa di Zia Josephin sulla cima di quello scoglio.

Ma posso dirvi una cosa.

Posso dirvi che i Baudelaire stettero li a guardare fuori dalla grande finestra della casa della zia, credendo che lei fosse morta...ma avevano torto.

Posso dirvi che Zia Josephin non era affatto morta.


Non ancora.





||Lemony Snicket|| Frasi&RaccontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora