66.

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"Questo posto è occupato?"

Alzo gli occhi e ritrovo Luke a guardarmi con un piccolo sorriso sulle labbra. Non aspetta nemmeno una risposta da parte mia prima di sedersi, lasciando cadere a terra il suo zaino.

"Calum non c'è?" Gli domando. È davvero molto strano che loro due non siano insieme, sembra quasi che vivano in simbiosi quando stanno a scuola.

"La sua sveglia non ha suonato stamattina, entra alla seconda ora." Fa spallucce, ma poi gira il busto verso di me e piega appena la testa di lato. "Ti dispiace, stellina?"

Sbuffo appena e distolgo lo sguardo da lui, scuotendo appena il capo. Da sabato notte, non faccio altro che pensare a lui. In effetti, lo facevo anche prima di sabato notte, ma ora la situazione è cambiata drasticamente. Credo di avere una piccola, insignificante, disastrosa cotta per lui. E l'ho capito dal fatto che ho una tremenda voglia di saltargli addosso ogni volta che lo vedo.

Probabilmente lo farò, prima o poi. Se lui me lo permette.

"Mi sono accorto di non averti restituito il tuo elastico per capelli." Sussurra piano, avvicinandosi a me. I nostri occhi incrociano le loro traiettorie e devo mandare un promemoria al cervello ricordandogli che fermare in questo modo il mio apparato respiratorio è contro producente. "Peccato, ora è mio." Aggiunge, mostrandomi il polso destro. Lo prendo tra le mani e lo rigiro un paio di volte. Luke mi prende alla sprovvista e con un movimento veloce intrappola le mie dita con le sue.

"E questo che significa?" Gli chiedo, ridacchiando. So che l'insegnante potrebbe entrare in classe da un momento all'altro, ma non sto dando la minima importanza alla cosa. Così come non lo stanno facendo gli altri tredici studenti presenti nella stanza.

"Significa che sei stata catturata." Risponde semplicemente, anche se questo non ha il minimo senso. "Sei costretta a tenermi la mano per il resto della lezione."

"Oh, e come prenderai appunti, con la mano destra impegnata?" Domando, inarcando un sopracciglio. Lui si mostra pensieroso per un istante. "Li prenderai tu e studieremo insieme." Conclude.

"E se io non volessi darteli?" Lo sfido.

Mi rivolge un cenno con l'indice della mano sinistra. Sospira, poi si allunga appena verso i banchi della fila davanti, dove siedono due ragazze, Marylin e Ky, e sussurra un "hey, ragazze, avrei bisogno di alcuni appunti." Entrambe si voltano e forniscono i loro quaderni, ma a malapena gli rivolgono uno sguardo, troppo prese dalla loro conversazione.

Scoppio a ridere, se il suo intento era dimostrarmi come riesce a far cadere le ragazze ai suoi piedi, ha fallito miseramente. Fissa sconfitto il suo blocchetto, fingendo di controllare qualcosa, e poi restituisce i due oggetti alle legittime proprietarie.

La sicurezza di aver silenziosamente avuto la meglio mi fa sentire molto più audace del solito. Ho deciso che forse anche io voglio iniziare a giocare ad armi pari.

Tiro piano il suo braccio verso di me, così da portare Luke pericolosamente vicino a me. Mi alzo appena dalla sedia per potergli parlare all'orecchio, voglio che mi senta solo lui.

"Non è andata come speravi. Mi dispiace, amore mio."

E lui sgrana gli occhi, mentre io gli rivolgo un sorriso innocente.

"Oops." Aggiungo, senza dargli occasione di aprire bocca, proprio mentre il professore si dirige alla cattedra, costringendoci a fare silenzio.

Uno a zero per Cherry.

Drunk and wasted [Luke Hemmings]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora