Capitolo 9

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Il giorno dopo, a colazione, vidi Clarisse uscire dalla stanza di Stark, cosa non nuova.

Non mi salutò neanche, mi guardò con quella sua solita aria di sufficienza che mi riservava sempre, mentre al mio coinquilino lanciava solo sguardi carichi di malizia e passione.

<< Passata una bella notte? >> chiesi all'uomo in questione, una volta che mi ebbe raggiunto in cucina

<< Meravigliosa >> rispose, non pensandoci neanche un secondo << comunque... mi stavo chiedendo, anche se è una domanda personale >> mi guardò, dopo essersi seduto accanto a me ed essersi girato dalla mia parte, appoggiandosi sulla mano << Tuo padre e tua madre sono vivi, giusto? >>

Accennai un "Mh" che stava ad indicare un "sì" e Stark mi guardò incuriosito.

<< Vivono a New York? >> chiese ancora

<< No, perchè? >>

<< Perché c'è un uomo che dice di essere tuo padre all'entrata della Stark Tower >> disse il moro tutto d'un fiato

Mi soffocai con il latte.

<< COME!? >> gridai

<< Qualche problema? >>

<< ... Nessuno >> risposi, ritornando calma << puoi farlo salire >>

<< Jarvis, fa salire l'uomo che dice di essere suo padre >> disse Stark all'A.I. e poco dopo sentimmo le porte dell'ascensore aprirsi, rivelando mio padre.

Entrò e si guardò intorno, poi si soffermò sull'uomo accanto a me.

*Ora parleranno in francese, vi metterò accanto le traduzioni, ma vi avviso, io ho studiato spagnolo, non francese, quindi userò il traduttore, mi dispiace per eventuali errori*

<< Martine >> mi salutò << Monsieur Stark >> tese la mano verso il moro, che lo salutò a sua volta

<< Martine, combien de temps >> (Martine, da quanto tempo) mi guardò

<< Depuis longtemps, papa >> (molto tempo, papà) alzai gli occhi al cielo << pourquoi es-tu ici? >> (perché sei qui?)

<< Je suis à New York avec ta mère pour des petites vacances et j'ai pensé te rendre visite >> (Sono a New York con tua madre per una piccola vacanza e ho pensato di farti visita) rispose << et j'ai découvert que vous viviez à Stark Tower avec le grand Tony Stark >> (e ho scoperto che vivevi alla Stark Tower con il grande Tony Stark) sorrise al moro

<< Je suis honoré que vous pensiez cela, monsieur ... >> (Sono onorato che pensiate questo, signor...)

<< Christian, appelle-moi Christian >> (Christian, mi chiami Christian) disse mio  padre

Non sapevo che Stark sapesse parlare in francese.

<< Je pensais, pourquoi ne pas faire un de ces dîners de famille que vous avez aimé tant? Peut-être dans un bon restaurant >> (Stavo pensando, perché non fare una di quelle cene di famiglia che ti piacevano tanto? Magari in un bel ristorante) propose mio padre, ma, prima che io potessi rifiutare, Stark parlò

<< Vous et votre femme pouvez venir dîner ici, à la Stark Tower, il y a un étage de restaurant, où les meilleurs chefs et de très bons vins sont servis. Croyez-moi, je suis un expert >> (Lei e sua moglie potreste venire a cenare qui, alla Stark Tower, c'è un piano ristorante, dove vengono serviti i piatti dei migliori chef e vini molto buoni. Si fidi, sono un esperto) sorrise

<< Très bien, j'attends tes nouvelles Martine, dis-moi quand et ta mère et moi viendrons. Je te souhaite une bonne journée >> (Molto bene, attendo tue notizie Martine, dimmi quando e io e tua madre verremo. Vi auguro una buona giornata) ci salutò ed entrò nuovamente nell'ascensore.

<< Je te déteste >> (ti odio) dissi a Stark, girandomi verso di lui

<< Perché? >> chiese il suddetto

<< Perché io quell'uomo non lo voglio vedere mai più >> risposi, buttandomi sul divano e mettendo la testa sul cuscino

Lo sentì sedersi accanto a me << Mi dispiace >> disse << comunque da quando parli francese? >> cambiò discorso

<< Da quando sono nata, sono metà francese e metà americana, ma i miei genitori vivono in Francia >>

<< Ma il tuo cognome... >>

<< È quello di mia madre che è americana, l'ho cambiato quando sono entrata nello S.H.I.E.L.D, purtroppo non ho potuto cambiare anche il nome >>

<< Martine... >> ripetè << e che è successo con tuo padre? >>

Mi alzai, sedendomi << È una storia lunga, ci litigai quando ero giovane e lui mi diseredò per vendicarsi. A me non importava, non volevo i suoi soldi alla sua morte, ma le cose peggiorarono, vivere con lui era diventato un incubo. Qualche anno fa gli dissi in faccia quello che pensavo di lui e me ne andai, avevo appena scoperto di essere stata ammessa allo S.H.I.E.L.D. come agente segreto. Non lo sento da quel giorno, nè una telefonata nè un messaggio e ora si ripresenta qui. Che vuole da me ora che ho trovato la felicità? >>

Stark mi costrinse a girarmi verso di lui << Parlaci >> disse solo << cerca di capire che vuole da te, ti sarò vicino >> sorrise

Lo guardai negli occhi, quegli occhi color nocciola che mi ritrovavo spesso a sognare la notte, senza un'apparente ragione. Mi guardò a sua volta e si avvicinò, mettendomi un mano sul fianco, mentre l'altra dietro la testa. Sentì qualcosa in me smuoversi, chiusi gli occhi, attendendo ciò che pensavo sarebbe arrivato presto, un bacio.

Sentì la presa aumentare e lui cambiare direzione: mi abbracciò.

Lo strinsi a mia volta, con una strana espressione confusa sul volto.

<< Ora devo andare a lavorare ad alcuni prototipi, se vuoi raggiungimi >> si alzò, andando al piano di sotto

Io rimasi là seduta a fissare il vuoto, o meglio, la TV spenta.

Volevo che ci fosse quel bacio, lo desideravo più di qualunque cosa al mondo, eppure non c'era stato.

Feci una veloce analisi della situazione, realizzai e la mia espressione tramutò in una di puro terrore.

Mi ero innamorata di Anthony Edward Stark.

Behind the mask || Tony StarkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora