Chapter 6: Blurryface

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Luke

«Hemmings! La scuola conta su di te per il prossimo campionato di basket!»
Dylan O'Bien mi lascia una pacca sulla spalla e accenno un sorriso prima che ritorni a camminare per il corridoio insieme a Miles Heizer.
Con un gesto spazientito apro il mio armadietto e prendo la bottiglietta d'acqua, bevendone un sorso.

Non è ancora cominciata la prima ora e già ne ho abbastanza di tutte queste persone che continuano a ricordarmi del campionato che la Sydney High School giocherà contro una squadra fuori città.
Vorrei solo prendere quella fottuta borsa di studi e piantarla di fare il cocco dei professori.

Lancio la bottiglietta dentro l'armadietto e lo richiudo, appoggiandoci la testa. Chiudo gli occhi e mi concentro sul mio respiro.

«Luke, pronto per gli allenamenti di domani? Ho scommesso cento dollari contro un tizio della Melbourne High School sul fatto che li stracceremo ai campionati.»
La voce di Louis Tomlinson, un mio compagno di squadra, mi riscuote dai pensieri e mi costringe a riaprire gli occhi.
Lui, Niall, Zayn e Liam sono davanti a me, tutti con indosso le felpe della squadra di basket della scuola.

«Cosa? Sì, insomma, cazzo se vinceremo.»
Niall ridacchia. «Ti stavi facendo filmetti porno su quella figa di Selena Gomez?»
Sposta lo sguardo verso destra, dove Selena del secondo anno sta parlando animatamente con Julie Thompson.

Scuoto il capo e alzo gli occhi al cielo.
Vorrei tanto potergli dare un pugno in faccia.
«Dov'è Harry?»
«Si sta facendo Alicia Steven negli spogliatoi delle ragazze», dice Liam, scoppiando a ridere un attimo dopo.
Faccio una smorfia e scuoto il capo. «Non vorrà ricominciare con quella storia dell'anima gemella sconosciuta, vero?»

Harry Styles, un altro mio compagno di squadra, scrive su un foglio dal secondo anno di liceo tutte le ragazze con cui ha fatto sesso. Durante i primi mesi di quest'anno scolastico ha detto di aver trovato una ragazza che lo ha fatto sentire in Paradiso, ma era fatto come una pigna e non si ricorda nè il suo nome nè il suo aspetto.
Ha solo questo calzino nero che la ragazza ha lasciato a casa sua durante quella notte di passione, quindi ora sta facendo sesso con tutte le ragazze elencate nella lista e alla fine fa provare il calzino ad ognuna di loro. Fino ad ora si sa per certo che la tizia non ha dei piedi poi così piccoli, anche se noi continuiamo a pensare che il calzino sia proprio di Harry e lui è solo talmente stupido da non capirlo.

Una cosa idiota e ipocrita, ma si dice che bisogna supportare i propri amici e quindi lo tranquillizzo ogni volta, dicendo che troverà la sua Cenerentola prima che parta per il college.

«Buongiorno giocatori emancipati di un inutile sport che si dilettano a camminare per i corridoi con indosso delle fottutissime felpe patriottiche che non servono a un cazzo se non a decretare il vostro stato sociale e l'etichetta che avete qui, alla Sydney High School, che sarebbe poi il titolo di "coglioni dell'anno".»

Michael Clifford, con i capelli tinti di un blu elettrico, assesta una leggera spinta a Niall per spostarlo e poter aprire il suo armadietto. Non lo vedo a scuola dal primo giorno e solo adesso ricordo di avere l'armadietto accanto al suo.

«'Giorno anche a te, frocio» ribatte Zayn. Lo spinge dalle spalle e Michael sbatte la testa. Ma rimane calmo.
Anzi, ora ridacchia.

«Malik, vedo che l'autocontrollo ti sta sul cazzo» ironizza. Vorrei tanto dirgli che se proprio vuole tenere a bada l'ira suscettibile di Zayn, l'ironia è il mezzo sbagliato. Infatti il mio amico fa per colpirlo, ma lo fermo prima che il suo pugno possa scontrarsi con il volto di Michael.
So che lui vorrebbe morire in un modo più originale di questo.

«Bene amico, okay, andiamo» Louis trascina Zayn dall'altra parte del corridoio e Liam e Niall lo seguono a ruota. «Luke, vieni?»
«Devo... devo prendere alcuni libri. Ci vediamo a trigonometria.»
Il biondo tinto annuisce e se ne va.

«Allora, ragazzo punk emancipato che si diletta a provocare giocatori di basket che potrebbero stenderlo solo sfiorandolo, per quale ignoto e misterioso motivo ti trovo qui?»

«Sai che "ignoto" e "misterioso" sono sinonimi?»

«Tecnicamente no. Per "ignoto" si intente qualcosa di sconosciuto, mentre per "misterioso" s'intende...»

Michael scuote il capo, divertito, e «Qualcosa di sconosciuto», continua.
Mi dondolo sui talloni e chino il capo, mentre inizio a sentire caldo. «Già. Ma dipende dalle interpretazioni.»
«Cosa?»
«Ció che capisci tu puó non essere capito da un'altra persona che magari capisce una cosa diversa da quella che ha capito qualcun altro.» Mi sento fottutamente intelligente.

«Hemmings»
«Dimmi»
«Sei fottutamente idiota,» sghignazza e richiude il suo armadietto «E questo mi piace».
Oh. Bene.

«Ora vado. Devo iscrivermi a troppi cazzuti corsi extrascolastici invece di parlare con uno stupido giocatore di basket con manie suicide. Ci si vede nell'aldilà.»
La sua ironia mi porta a corrugare la fronte. «Faró finta di non aver sentito, stupido evidenziatore blu.»

Mi saluta rivolgendomi il dito medio, con un sorriso in volto mentre si dirige verso la bacheca dei corsi per crediti aggiuntivi.
Quando sto per recarmi nell'aula della prima ora, mi arriva un messaggio e sblocco il display del cellulare.

Calum Hood ha creato il gruppo "lemming"

Calum Hood: Rimpatriata sul tetto di quel palazzo. Devo parlarvi.

Michael Clifford: Cosa vuol dire "lemming"?

Calum Hood: PORCA PUTTANA CLIFFORD

Michael Clifford: Chiedevo, bestia

Aurora Smiths: A) per quale assurdo motivo vuoi che andiamo ancora una volta su quella che sarebbe potuta essere la nostra porta per il Paradiso? E B) i lemming sono piccoli roditori che si dice abbiano una "passione" per il suicidio, ma invece quello di cui si parla è stato solo un tentativo di emigrare. Cristo, Hood, ma nel tempo libero leggi le cazzate che si trovano su internet?

Calum Hood: Ho fatto una ricerca su Google, ho finito i giga e la Wi-Fi della scuola va una merda. Apprezza, per favore.

Ashton Irwin: Coglione


Sbuffo, alzando gli occhi al cielo. Vedo Calum camminare a grandi falcate per il corridoio con il telefono tra le mani, poi lo rimette in tasca e ignora Michael e Aurora, che lo osservano di sottecchi.

Harry esce dallo spoiatoio delle ragazze e mi viene incontro, un sorriso stampato in volto e le guance arrossate. «Alicia non è la mia Cenerentola, ma ho rimediato un pompino da paura.»

𝐂𝐎𝐔𝐍𝐓𝐃𝐎𝐖𝐍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora