Chapter 9: Resistence

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Calum


«Ciao, Cal»
Lascio cadere la borsa degli allenamenti sul parquet di casa e osservo la ragazza seduta sul divano.
Capelli lunghi e scuri, occhi marroni e pelle ambrata. Ha un braccialetto uguale al mio attorno al polso. La riconosco come mia sorella.

«Ciao, Mali» mi siedo al suo fianco.
«Come stai?» spegne la TV e concentra le sue attenzioni su di me. Mi stringo nelle spalle, liquidando la domanda. «Come va con Jack?»
Ora è lei a farlo. Sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sospira. «Abbiamo discusso».
«Di nuovo?»
Annuisce.
«Mi dispiace. Se vuoi posso andare a fargli il cul-»
«È più grande di te e pratica box. Ti stenderebbe solo sfiorandoti.»
«Giusto. Mi dispiace comunque.»
Sorride appena e lascia che il silenzio si diffonda nella casa. I nostri genitori sono a lavoro fino a sta sera e io vorrei davvero averceli tra i piedi per avere qualcosa da fare, compreso discutere con mio padre sulla scuola o aiutare mia madre. Ho un disperato bisogno di sentirmi utile.

«Mali, secondo te sono una cattiva persona?»
Mia sorella sobbalza a quella domanda. Corruga la fronte e scuote la testa. «Ma certo che no, Cal. Il mio fratellino non è una brutta persona, solo un po' cazzone.»
«Tu si che sai come consolarmi», ridacchio. Mali mi cinge le spalle e poggia la testa sul mio braccio. «Ognuno di noi fa degli errori.»
«Io ne ho fatti troppi».
«Non se ne fanno mai abbastanza, di sbagli» sospira «Vedila così: ogni errore che commettiamo ci porta a un miglioramento della nostra persona. Dagli sbagli si impara a vivere, è impossibile fare tutto correttamente, perchè comporterebbe non vivere affatto e non andare oltre al muro che la società ci costruisce davanti agli occhi. Bisogna imparare a vivere con la consapevolezza che non esiste una sola verità, ma ci sono più sfaccettature di essa.»
«Puoi darmi un consiglio?»
«Del tipo?»
«Come faccio a ricominciare da capo? Come faccio a scoprire le altre verità?»
«Dimentica ció che pensi di sapere. Concediti il beneficio del dubbio».

«Non posso dubitare sul fatto che la Terra sia tonda.»
Mia sorella mi guarda con la sua espressione malandrina. Sopracciglio alzato, un piccolo ghigno e uno sguardo che sfocia nell'ovvio.
«Tu dici?»
«Oh, andiamo! Come puoi dire che la Terra non sia tonda?»
«Chi te lo ha confermato?»
«Ehm... La scienza?»
«Fai come ti pare, allora. Segui la scienza, credi a ció che ti vogliono far credere e non porti mai la domanda "e se questa non fosse la verità?"»

Da quando ha iniziato a frequentare gli amici di Jack è diventata parecchio spirituale. Forse ha fumato qualcosa di particolare.

«Grazie», borbotto.
«Per cosa?»
«Per aver detto che non sono una cattiva persona»
«E se questa non fosse la verità?»
Mi osserva. Poi scoppia a ridere, assestandomi una pacca sulla spalla. «Scherzavo».

«Cosa te lo fa dire?»
«Che sei una brava persona?»
«Esatto. Come lo sai, tu?»
«Ti conosco, sei il mio fratellino. E in più una brutta persona non regalerebbe cinquanta dollari di stipendio ad un barbone, nè farebbe da baby-sitter ogni settimana ai figli dei vicini.»
«Non rinfacciarmi la storia del pannolino, ti prego»
«Okay, okay» ridacchia al ricordo e a me vengono i brividi, ripensandoci.

«Tutti noi facciamo delle cazzate, Cal. Che sia per dispetto, per popolarità o istinto. L'importante è saper rimediare ai propri errori.»
Mi lascia un piccolo bacio sulla fronte, poi si alza e la osservo dirigersi nella sua camera.

«Ah, e comunque» torna sui suoi passi e «Ogni volta che ripenso a quel pannolino mi viene da ridere».
Le rivolgo il dito medio e scuoto il capo, rassegnato. Continuerà a rinfacciarmelo per il resto della vita.

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