Chapter 23: Titanic

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Aurora

Sposto distrattamente lo sguardo su un gruppo di ragazze, ad alcuni metri dalla panchina su cui sono seduta attendendo il suono della campanella.
Il loro aspetto è impeccabile: capelli ben sistemati, trucco perfetto e degli abiti senza neanche una piega. Parlano animatamente di ragazzi, mentre alcune di loro fumano una sigaretta. Sembrano felici, contente di passare un'altra giornata insieme. Senza problemi; un'esistenza soddisfacente.
D'altronde, se solo fossi come loro, anch'io non vedrei l'ora di incontrare altre persone.
Sembrano tutte davvero soddisfatte della propria vita, ognuna di loro con quello sguardo fiero e quasi sentenzioso.

Mi ritrovo ad invidiarle silenziosamente, mentre sposto lo sguardo dai loro volti e studio con una gran dinamica che cosa possono avere in più di me. Forse tutto.
Poi abbasso lo sguardo sul display del telefono, che riflette la mia immagine, e lo infilo della tasca prima di sbatterlo a terra per la frustrazione.
Ho delle occhiaie un po' troppo evidenti; mi maledico per non aver messo dei trucchi nella borsa prima di passare la notte da Sharyl.
Comunque sia gli infermieri dicono che si sta riprendendo, ma hanno aumentato la dose di farmaci e, sotto il loro effetto, non sempre lei sembra consapevole delle sue azioni. Spesso si blocca; rimane immobile e io, semplicemente, non ho abbastanza forza per tenere entrambe a galla. O affogo io o affoga lei. E non ho ancora intenzione di prendere una decisione.

Mia madre vuole che le stia affianco, che passi più tempo con lei, stringa i denti e l'aiuti a uscirne. Ma è facile dirlo dal momento che non è lei a dover stare con il fantasma di quella che alcuni mesi fa era la sua migliore amica.
Perchè è questo che è diventata Sharyl: un fantasma. Persiste, si limita a stare qui fisicamente ma mentalmente è in un'altra dimensione. E ció che mi spaventa è che non so che posto sia, non so se sia migliore o peggiore di questa realtà, perchè lei semplicemente non lascia trasparire nulla.

Mio padre si avvale a ció che dice mamma. Spesso discutiamo per la mia media scolastica, per Sharyl, per i miei toni bruschi. La maggior parte delle volte finisce con me che sbatto la porta della mia camera davanti alla sua faccia e inizio a osservare il soffitto o a scrivere, perchè non ho davvero qualcuno con cui parlare per sfogarmi.
Incredibilmente sola, circondata da persone. Costantemente.

Non riesco più a leggere un libro, non riesco più a disegnare, cantare, fare tutto ció che adoravo prima. Perchè mi sento come se le mie energie venissero risucchiate da un buco nero e, dopo il suo passaggio, non mi rimanesse più nulla.

Quindi vorrei solo essere una ragazza normale, come quelle davanti ai miei occhi. Nessun problema, affabili, spensierate. Loro riuscirebbero a leggere un libro senza problemi.

«Devo parlarti» Michael Clifford si siede al mio fianco, riportandomi alla realtà stranamente serio in volto e con i capelli tinti di un rosso scarlatto.
Tutti i membri della Suicide Squad –come la chiama lui— si sono adoperati per aiutare Calum con la sua Prosopagnosia. Io ho deciso di indossare delle scarpe di colori diversi per aiutarlo a riconoscermi in mezzo ad altre persone, Michael si è tinto i capelli di rosso, Ashton ha ricominciato a indossare le sue bandane colorate e Luke ha attaccato alla sua giacca della squadra di basket una spilla dove ha scritto "Sono Luke" a caratteri cubitali.
Non è molto, ma Calum pareva davvero felice e a noi è bastato.

«Ciao, Mike. Che succede?»
Il mio sorriso tirato svanisce quando il suo volto appare sempre più serio, e dispiaciuto, forse.
«Le persone sono egoiste,» comincia a dire, tamburellando ritmicamente il piede contro l'asfalto.
«Spesso ignorano i sentimenti altrui e pensano solo al proprio bene», aggiunge.

«Dove vuoi andare a parare?» aggrotto le sopracciglia, voltandomi completamente verso di lui. Incrocio i suoi occhi, ma subito lui evita il contatto visivo.
«Volevo solo dirti che–»
Sembra confuso. Si passa entrambe le mani sul volto e poi appoggia i gomiti sulle ginocchia, chinandosi in avanti.

«Cosa succede? Michael, ti senti bene?»
Mi allarmo. Poggio una mano sulla sua schiena e tento di spostargli le mani dalla faccia. «Michael, rispondimi.» Ordino.
Lui drizza la schiena. Mi sorride e «Sì, tutto a posto», asserisce poco prima che Luke si sieda al mio fianco e mi cinga le spalle con un braccio.

Michael si alza. Neanche si guardano. Rimane fermo per alcuni secondi, sembra star pensando a qualcosa. Poi osserva me e Luke, accennando un sorriso.
«Siete carini insieme».
E se ne va, allontanandosi e sparendo oltre il parcheggio.

«Dovrei–» faccio per alzarmi e corrergli dietro, ma la mano di Luke mi afferra il polso e mi costringe a sedermi.
«Sta' tranquilla» poggia le labbra sulle mie, poi si stringe nelle spalle. «È fuori come un balcone, lascialo stare.»
E vorrei tanto ribattere, dirgli che Michael è davvero una brava persona e in questo momento ha bisogno di qualcuno con cui parlare, ma il mio cuore fa un balzo quando le labbra di Luke Hemmings si scontrano di nuovo con le mie e «Piuttosto, ti va di andare a mangiare una pizza, stasera?» chiede.

Annuisco, forse troppo velocemente; per alcuni secondi seguenti mi gira la testa. «Certo», tento di mantenere un tono statico ed è questione di pochi minuti affinchè mi dimentichi di Michael. Io e Luke ci baciamo di nuovo, e di nuovo.
Finchè una ragazza tra il gruppo che stavo osservando prima agita la mano nella nostra direzione.
«Ciao, Luke», e a me rivolge un sorriso, che ricambio con qualcosa che sento sia più una smorfia. «Ciao, Madeline», la saluta Luke di rimando.

«Chi sono?» chiedo poi al mio ragazzo –siamo fidanzati? È il mio ragazzo?— quando la bionda riporta l'attenzione sulle sue compagne.
«Madeline McKanzie, la ragazza a cui l'anno scorso è morto il padre in un incidente alla centralina della città.»
Poi accenna a quella al suo fianco, con dei lunghi capelli ricci e scuri che si porta una sigaretta alla bocca e la aspira per un paio di secondi. «Carly Niven, è la cheerleader che ha abortito il mese scorso. Stava con Malik. Poi c'è Dua Lipa; suo padre è in prigione dopo il tentato omicidio di sua madre. Per questioni coniugali, o qualcosa di simile. È brava in trigonometria. Selena Gomez vive sola con sua sorella maggiore; i suoi sono sempre impegnati in America per affari di marketing. Ha partecipato al concerto di Natale, e il produttore di una qualche azienda musicale si è interessato a lei. Per quanto riguarda Ariana Grande, non so molto sul suo conto. C'è chi dice che esca con un tipo che ha il doppio della sua età. E infine Ashley. Qualcuno ha pubblicato alcuni suoi nudes e adesso tutti i ragazzi fanno scommesse su chi riuscirà a portarsela a letto prima.»

Oh.
Rimango interdetta per alcuni secondi. A quanto pare, siamo tutti dentro la stessa barca prossima ad affondare. Non riesco ancora a capire se la cosa mi fa tranquillizzare o spaventare. Perchè più gente c'è nella barca, prima quella affonderà.

«Come– come fai a sapere tutte queste cose su di loro?»

Luke incurva un angolo della bocca mentre si stringe nelle spalle. «Essere popolare ha anche dei privilegi.»

𝐂𝐎𝐔𝐍𝐓𝐃𝐎𝐖𝐍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora