Kiss In The Rain 3/3

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"… Nessuno si nasconde la fuori, perché questo è …"
Spingendo la porta aperta, con gli occhi umidi e rossi e i vestiti fradici, Lauren si avvicinò alle persone che stavano chiacchierando nella parte anteriore della stanza. I loro volti si alzarono e la guardarono sorridendo.
"Quindi lei è qui … stupendo! Quindi …" Disse Normani entusiasta mentre batteva le mani "Anche lei è…"
"In che cosa sono io?" Chiese Lauren, abbassando lo sguardo mentre cercava di proteggere il suo volto grazie all’oscurità, scrollandosi di dosso la giacca fradicia.
"Stiamo giocando a nascondino … sì … lo so, è una cosa un po’ infantile …" Oscillò, portandosi i capelli dietro alle orecchie e accarezzando la testa di Henry. "Ma … aspetta un attimo, perché diavolo sei così tanto bagnata?"
"Dammi solamente qualche minuto per cambiarmi."
Salendo rapidamente le scale, entrò nella camera buia dei suoi per cercare qualcosa tra i vestiti di sua madre. Doveva pur esserci qualcosa che si adattasse a lei, tipo una camicia, una maglia, un pigiama….qualsiasi cosa. Trovò un pigiama che, secondo le strisce di luce che filtravano dalla finestra illuminando sufficientemente la stanza, doveva essere di colore rosso.
Ma prima ancora che potesse asciugarsi i capelli bagnati, la sua gola si chiuse. Naturalmente poteva far finta che non fosse successo niente. Avrebbe potuto in qualche modo cercare di soffocare quei sentimenti, il dolore, la sofferenza e la ferita nel suo cuore. Ma non avrebbe mai potuto cancellare la verità, quello che era accaduto solo pochi minuti prima tra lei e l’unica donna senza la quale non poteva più vivere. Si buttò sul letto in lacrime, con il suo petto che si sollevava mentre stringeva forte il lenzuolo, nascondendo il viso tra le braccia nella vaga ricerca di soffocare i singhiozzi.
Cosa diavolo aveva fatto? Aveva appena oltrepassato un confine che non avrebbe mai potuto fare se non fosse tornata in città. Le cose stavano andando così bene tra di loro, si erano incontrate di sotto e stavano avendo una conversazione normale, non una troppo impertinente o frustrante, ma una molto tranquilla. Era stato un sogno trovarsi davanti Camila senza che la stesse giudicando, non le urlava contro e non si stava comportando da stronza come al solito. Era stato tutto perfetto fino a quando lei non aveva agito senza pensare, era corsa in avanti per baciarla, proprio come se si stesse buttando da una scogliera. Ora, agitando le braccia come se si trovasse ancora in volo, atterrò sulla dura realtà.
Quella era la fine di tutto.
"Lauren, sono io che conto adesso! Porta il tuo culo qui prima che io venga a cercarti! Conterò fino a cinquanta!" Le urlò Normani dal piano di sotto.
Dalle scale poteva sentire chiaramente le risate di Henry.
Decise che in quel momento la cosa migliore da fare era distrarsi, e così decise di scendere dal letto. Certo, la voglia di rimanere lì a piangere era davvero molta, ma doveva reagire. Così scese le scale, trovando Normani rannicchiata vicina alla porta con le mani che le coprivano il viso mentre contava con la vocetta ridicola di una bambina piccola. Sorrise tra sé e sé, anche se la sua testa le martellava, quindi tranquillamente camminò per l’appartamento alla ricerca di un nascondiglio al buio. Il suo sguardo si posò sulla porta nel ripostiglio sul retro, quindi l’aprì e vi entrò all’interno.
L’aria era compressa all’interno di uno spazio così piccolo, grande abbastanza perché potesse fare due passi e una finestra forniva la ventilazione sufficiente per evitare la formazione di muffa. Dal momento che non c’era la corrente, la ventola che copriva la piccola finestra era spenta, ma, a causa del forte vento che soffiava fuori, Lauren rimase a guardare come quelle pale si muovevano di loro iniziativa. Si appoggiò con la schiena contro il muro, chiuse gli occhi e cercò di respirare. Non passò molto tempo prima che calde lacrime iniziassero a scivolare lungo le sue guance mentre si stava ancora una volta consumando dai ricordi di quello che aveva fatto.
 
 
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"… trenta … trentuno … trentadue … Posso sentire che stai correndo dietro di me, Snow!" Esclamò Normani, indicando le proprie spalle. "Sei che il mio olfatto è ottimo e sento il tuo odore, il tuo e del bambino che porti in grembo!"
Rendendosi conto di non poter di certo infilarsi in qualche spazio stretto, Snow aveva spostato la pesante tenda rossa e si era nascosta lì dietro, ma il rigonfiamento del suo ventre traspariva comunque dal tessuto.
Cinque minuti più tardi aveva trovato tutti: David se ne stava tranquillamente in piedi vicino alla finestra senza preoccuparsi minimente di nascondersi, Henry si era infilato dietro lo spazio molto stretto che c’era tra la libreria e il muro e Snow era stata scoperta in pochi secondi visto che continuava a muoversi da dietro la tenda. Ma prima che riuscisse a trovare Lauren, qualcuno bussò alla porta. Normani si precipitò ad aprire, non preoccupandosi minimamente di chi potesse essere. Controllò attraverso lo spioncino e sgranò gli occhi mentre si girava verso di loro ancora una volta. No, non poteva assolutamente essere lei! I suoi occhi l’avevano di sicuro ingannata! Così sbirciò ancora una volta.
"Chi è?" Chiese Snow.
"Camila…"
"Aspetta, non…" Ma, prima che potesse finire la frase, Normani aveva già aperto la porta.
Con gli occhi sgranati, bagnata sia dalla pioggia che dalle proprie lacrime, Camila entrò e si guardò intorno nella stanza buia, cercando tra i loro volti.
"Dov’è?"
"Ma salve anche a lei, sua Maestà, o preferisce Madame…"
"Miss Jauregui" Disse la mora senza rispondere o bacchettare Normani per il suo umorismo. "Dove si trova?"
Nessuno rispose.
Concentrando la propria attenzione su Snow, Normani fece un passo indietro. "Um… lei deve essere da qualche parte qui dentro … vedi, stiamo giocando a questo gioco … e …" Camila alzò le mani, come se volesse cacciare con la forza le parole dalla bocca dell’altra donna. "Okay, okay! Bene allora! Qual è il grande problema che ti ha portata qui?"
"Veramente questi non sono affari vostri" Rispose il sindaco con tono acido. "Ho fatto una domanda molto semplice, che non richiede l’uso di molte cellule cerebrali per rispondere."
"Camila, di che cosa si tratta?" Chiese Snow, con un volto che non nascondeva di certo tutta la preoccupazione che la stava divorando. "C’è forse qualcosa che non va?"
"Camila?" Domandò David. "E’ successo qualcosa?"
"No… non … è … successo ….niente" Disse lentamente, evitando i loro sguardi. " Ho solo bisogno di parlare con vostra figlia."
"A proposito di che cosa?"
"Se non volete dirmi dove si trova, la cercherò da sola" Rispose la mora con un tono di voce frustrato, incapace di respirare. Ruotandosi sul posto, i suoi occhi vagarono per l’appartamento e, lasciando tutti lì in piedi, iniziò a camminare per l’appartamento senza preoccuparsi degli altri.
"Si trova nel ripostiglio accanto alla porta del bagno." Disse Henry. Tutti si voltarono per guardarlo. “Cosa?" Chiese con gli occhi spalancati "L’ho vista mentre si nascondeva lì."
"Grazie mille, Henry!" Disse piano Camila, guardando con lo sguardo lontano. Iniziò a camminare alla ricerca del ripostiglio.
Il silenzio scese nella stanza dopo che se ne andò.
Snow fu la prima a parlare. "Okay, che cosa diavolo è successo?"
"Non ne ho idea…"
"Perché Camila piangeva?” Chiese Henry aggrottando la fronte.
"Sì, perché piangeva?" Domandò David.
"Perché piangeva e ha chiesto di poter vedere Lauren?" Aggiunse Snow.
All’improvviso gli occhi di Normani si spalancarono e rimase a bocca aperta. "Oh…mio…Dio…"
"Che cosa c’è?" Chiese Snow facendo un passo in avanti.
"Niente!" Rispose Normani iniziando a ridere nervosamente "Niente di niente. Non è successo…nulla…"
"Normani…" Insistette David.
"Snow, credo che sia meglio se tu ti metta a sedere."
"Perché?" Chiese concentrandosi sull’amica.
"E credo che possa anche essere necessario un cuscino o un tipo qualsiasi di fazzoletto che possa assorbire le tue lacrime di gioia o per lo shock.” Strofinandosi allegramente le mani insieme, Normani sorrise mentre i suoi occhi si concentrarono verso il retro della casa.
"No…" Disse tranquillamente Snow. "No, no, no, no, no, no, noo…"
"Aspettate! E’ questo il motivo che ha spinto la mamma a tornare qui? Per ritrovare Camila?" Chiese Henry guardandosi in giro.
L’unica persona che ebbe abbastanza coraggio per rispondergli fu Normani.
"Penso di sì, ragazzino."
"Ecco perché mamma ha lasciato Walsh!"
"Chi è Walsh?"
"No, no, no, no, noo. No, no, oh no, no…" Canticchiò Snow, con lo sguardo distante.
"E’ un tizio che le ha chiesto la sua mano, ma lei gli ha detto di no e l’ha lasciato solo su un marciapiede. Ora capisco il motivo."
"Ummp…" Mugugnò Snow, lasciandosi cadere su di una sedia con gli occhi spalancati. Correndo al suo fianco, David s’inginocchiò davanti a lei mentre Normani fece un ampio sorriso.
"Henry, perché non mi mostri come funziona il tuo videogioco?" Chiese prendendolo per un braccio e facendolo sedere su di una sedia.
 
 
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Facendosi coraggio, Camila aspirò aria attraverso la bocca mentre con le mani si stirava il davanti della sua bocca. Questo non era di certo il tipo di scenario nel quale pensava di trovarsi. Tutto le sembrava piuttosto strano. Trovò la maniglia della porta e l’aprì senza esitare. Non appena lo fece, i suoi occhi scovarono immediatamente le tonalità chiare di una figura che se ne stava appoggiata contro il muro esterno e con le mani davanti alla bocca per soffocare i suoi singhiozzi. Rendendosi conto che la porta era stata aperta, Lauren spalancò gli occhi, rimanendo qualche secondo in mobile a fissare l’intruso.
"Camila…" Sussurrò.
Il suo cuore iniziò a battere forte nel suo petto, i suoi occhi erano incollati a quelli dell’altra e le sue labbra si dischiusero proprio nel momento in cui la pioggia iniziò a battere ancora più forte contro le finestre. Appena un lampo illuminò sufficientemente la stanza, Camila si sporse in avanti, afferrando con la mano il polso di Lauren.
"Non dovevi…" Si bloccò per respirare a causa del poco spazio che c’era tra di loro. "Non dovevi andare…via."
Rimanendo senza parole, la corvina si rese conto che anche quei profondi occhi color nocciola erano lucidi per le lacrime.
In qualche modo, iniziò a chiedersi se quella fosse solo una sorta d’illusione, forse un fulmine le aveva giocato un brutto scherzo alla sua immaginazione, visto che la persona che si trovava all’ombra davanti a lei doveva essere per forza un fantasma. Non poteva essere davvero la persona che pensava che fosse. Era davvero sconcertata da quello che la sua mente era capace di fare, visto che non vi erano più nessuna speranza che se la trovasse di nuovo davanti. La sua mente la stava prendendo in giro, ingannandola e giocando con i suoi sentimenti.
Fece un passo indietro tanto da ritrovarsi con la schiena contro il muro, mentre Camila fece un ulteriore passo in avanti. "Non so perché sei qui…ma se sei venuta…se sei venuta per dirmi di lasciarti in pace e di stare lontana da te…allora…" Deglutì "Me lo merito. Io sto per andare…"
"Lontano da me." Disse in fretta Camila mentre i suoi occhi non lasciarono mai Lauren.
"Okay!"
"Vorrei che anche tu dimenticassi della bravata che hai fatto al piano di sotto proprio ora."
"Ma sei venuta fino a qui solamente per dirmi questo?” Chiese piano Lauren, sentendo il cuore che le doleva nel petto mentre il vento ululava tra le crepe e sotto le porte. "Potevi semplicemente andare via e rimanere lontano…"
"Sono venuta fino a qui per fare in modo che tu capisca chiaramente le mie parole."
"Bene!" Sussurrò la Corvina, senza spostare lo sguardo.
"Io non… io non voglio che tu parli mai più di tutto questo. Ora, tutto quello che voglio da te è che mantieni una certa distanza da me."
Facendo un passo indietro, Camila rimase in attesa. Ma non ci furono parole e l’unica cosa che riempiva quel silenzio era la pioggia e tutti gli altri suoni che la natura produceva. Trattenne il respiro, guardandosi intorno a se per cercare una porta che portasse verso le scale antincendio. Senza esitare ulteriormente, vi si avvicinò. Rimanendo lì in piedi, mentre osservava l’altra che apriva la porta, Lauren improvvisamente realizzò qualcosa.
"Tu hai risposto al mio bacio." Disse piano, proprio mentre Camila aveva messo la mano sulla maniglia e la pioggia aveva iniziato a spruzzare acqua verso l’interno. Era proprio un grande effetto, che, inserito in qualsiasi scenario, poteva essere d’aiuto per un perfetto inizio di una storia d’amore.
“Cosa?"
"Potrei essere leggermente ubriaca, lo ammetto, ma ora mi ricordo chiaramente che quando ti ho baciata, tu hai risposto al mio bacio, Camila."
"Tesoro, smettila di continuare a dire queste cavolate come se la tua mente avesse già dimenticato quello che ti ho appena detto."
Il corpo di Lauren si riempì velocemente di passione, un bisogno di credere in ciò che aveva sentito nel momento in cui aveva risposto al suo bacio. Il suo sguardo non si spostò da quegli occhi castani, velati leggermente dal desiderio, anche se lo stava deliberatamente nascondendo: il fatto che fosse salita fino a lì, avvicinandosi. La sua mano era avvinghiata intorno al suo polso e venne condotta fuori, ricordandosi ancora una volta che era stata una pessima idea tornare a Storybrooke. Raccogliendo tutto il proprio coraggio, uscì correndo dalla porta, con gli occhi chiusi visto che stava scendendo davvero tanta pioggia. L’altra donna era lì, che scendeva a passo veloce con i propri tacchi che producevano uno strano rumore al contatto con il cemento bagnato.
"Camila, aspetta…" La chiamò, anche se i tuoni in cielo coprivano le sue parole. Allora, chiudendosi la porta alle spalle, la seguì velocemente.
Ma dove stava andando così di fretta? Iniziò a pensare mentre batteva i denti per il freddo visto che, come una perfetta idiota, non aveva le scarpe ai piedi e indossava il pigiama di sua madre. Ogni tanto si guardava in giro per cercare d’intravvedere i capelli scuri dell’altra, che correva sempre davanti a lei. Rapidamente, afferrando saldamente la ringhiera, iniziò a saltare qualche scalino e non passò molto tempo prima che la raggiunse. Ma, a quanto sembrò, Camila non si era resa conto che Lauren la stesse seguendo e, quando la corvina allungò la mano per afferrarle il braccio, si spaventò moltissimo. Quando si voltò per vedere chi fosse, per poco non perse l’equilibrio sul gradino, ma Lauren l’afferrò rapidamente per la vita. Mentre i loro occhi s’incontrarono, la corvina afferrò la parte anteriore del trench dell’altra donna visto che stava iniziando a camminare all’indietro.
"Ti ho detto…" ma tacque nel momento in cui la sua schiena venne premuta contro il muro di cemento duro.
"Non lo voglio sentire."
Le dita della corvina iniziarono a vagare lungo la pelle morbida della mora, accarezzandole uno dei punti più sensibili che aveva dietro l’orecchio, impedendole così di respirare correttamente. La sua testa era annebbiata dal desiderio e le sue gambe si erano fatte deboli. Si rese conto che tutto questo doveva accadere proprio lì. La cosa non era di certo differente per Camila che stava cercando disperatamente di lottare per nascondere i suoi veri sentimenti.
"Non sei una brava bugiarda" Sussurrò Lauren mentre aveva iniziato a scendere con le mani, fino a quando non strinsero le cosce bagnate della mora.
Alzandosi leggermente, i suoi fianchi iniziarono cautamente a muoversi con ritmo sensuale, ormai completamente inghiottita dalla passione e creando un ambiente già carico di vapore. Le sue dita iniziarono a premere in quel morbido tratto di pelle tra le cosce, facendole infiammare sempre più nel mezzo. Stringendo forte il tessuto che componeva la maglia rossa di Lauren e con le unghie che scavavano nel pizzo del suo reggiseno, Camila si morse in modo seducente il labbro inferiore mentre le sfuggiva un gemito di piacere. Quindi avvolse le sue gambe comodamente intorno alla vita dell’altra donna, con la sua gonna che, in precedenza finemente stirata, era stata arrotolata in alto, le labbra socchiuse e gli occhi scuri che lanciavano scintille.
Perdendo completamente il controllo, Camila si chinò, assaggiando la mascella di Lauren, gustandosi la pioggia che luccicava sulla sua pelle liscia, sfiorandola con i denti ormai senza fiato. E quando sentì improvvisamente una mano ruvida tra le gambe, un sussultò fuggì dalle sue labbra mentre i suoi occhi si serrarono. Ma per quanto cercasse di dimostrare il suo rifiuto premendo il pugni contro il suo petto, cercando di creare una certa distanza tra di loro, Lauren si rese conto che i suoi dubbi erano fondati. Fece scorrere un dito ancora più in alto, sentendo così quanto Camila fosse bagnata e di certo non a causa della pioggia. No, continuò a salire quando la mora le afferrò il braccio, cercando di interrompere qualsiasi ulteriore tormento che la sua mano audace le stava infliggendo.  Ma ormai lei era diventata troppo debole e Lauren era ancora concentrata, spinta a scoparla cercando di evitare ulteriori ritardi.
Non una ma ben due dita, due dita già bagnate dalla pioggia che entravano lentamente dentro di lei. Con il pollice iniziò a fare dei piccoli cerchi intorno al suo dolce punto sensibile, risvegliando così quel crudo desiderio sessuale che soffocava dentro di sé da davvero molto tempo. Non appena quelle forti emozioni presero il sopravvento su di lei, Camila avvolse le sue braccia tremanti intorno al collo dell’altra donna, nascondendo il volto tra i suoi capelli neri, assaporando l’odore di gelsomino e ciliegie selvatiche. Le dita si muovevano lentamente, davvero molto lentamente e la penetravano in profondità, in modo da bloccarle il respiro e annebbiarle la vista. Con gli occhi spalancati, era più che consapevole del fatto che tutte le sue barriere stavano per crollare, visto che i suoi fianchi stavano iniziando a muoversi contro quelli dell’altra sotto la piaggia battente. E non appena le sue dita dei piedi iniziarono a contorcersi all’interno dei suoi stivali di pelle, strinse una manciata di capelli di Lauren, costringendo i loro occhi a incontrarsi, fissandola con stupore.
Quegli occhi color smeraldo la guardarono a loro volta, alla ricerca di qualcosa e, non appena si rese conto di non potersi trattenere più a lungo, Lauren si avvicinò per baciarla, degustandola prima di tirarla indietro, facendo gemere Camila per quelle spinte continue che cominciavano a farle avere le vertigini. Voleva davvero assaggiarla, voleva tutto di lei e molto altro ancora, per questo motivo il loro prossimo bacio arrivò velocemente. Le loro lingue si muovevano al unisono, in modo da poter degustare il sapore di caffè e di rossetto, di burro cacao sulle labbra e di mele.
Lauren non riusciva a credere che Camila stesse reagendo in quel modo al suo tocco: era come se si stesse sciogliendo contro il proprio corpo, con le cosce morbide che stringevano sempre più mentre sembrava che stesse lottando per riuscire a respirare, prendendo letteralmente fuoco. Le unghie continuavano a scavare nella pelle della spalla di Lauren mentre continuava a combattere con i suoi sentimenti, al modo in cui il suo corpo stava rispondendo alla situazione. E come l’acqua piovana passava attraverso i suoi capelli, le bagnava la pelle e continuava a scendere in piccoli rigoli, Lauren sentì il volto di Camila strofinarsi appena sotto il suo orecchio sinistro. Come le sue labbra si avvicinarono al collo, il suo respiro caldo le sfiorò la pelle, seguito da un morso. Mentre le sue dita iniziarono a frugare, arrivò il turno di Lauren di boccheggiare, e quando sentì di essere toccata da sopra i jeans, la passione si accese ancora di più dentro di sé.
Era il suo turno raggiungere l’estesi, di catturare con le labbra un orecchino a forma di mele che pendeva dal orecchio della mora, succhiandole il lobo e facendola miagolare. Le dita di Camila erano sotto la maglietta della corvina, aumentando sempre più il ritmo con cui la toccava mentre cercava di far scivolare la mano all’interno dei suoi pantaloni. Ma il suo tentativo non ebbe successo visto che perse completamente il controllo sull’altra donna, facendo diventare la situazione sempre più pericolosa.
"Lauren…" Balbettò. “Voglio…” un gemito sfuggì dalle sue labbra dischiuse, facendole gettare la testa all’indietro. “Non…possiamo…dobbiamo…fermarci…”
"Lo so che lo vuoi anche tu." E con forza fece scivolare dentro di lei tre dita, facendo soffocare la mora a causa del intensità di quel gesto.
Era davvero stretta visto che non aveva avuto più nessuno dopo il cacciatore, così chiusa che le sue dita dovettero allungarsi dolorosamente per penetrarla. Ma quel dolore così acuto era molto allettante mentre si spingeva sempre più all’interno, guidando le sue dita per tutta la loro lunghezza all’interno dell’altra donna.
Lauren gradualmente accelerò il movimento, iniziando a leccare e mordere la sua pelle liscia mentre la mora faceva le fusa con voce rauca. La sua lingua si muoveva come a scatti mentre con le dita penetrava sempre più in profondità la donna che stava stringendo a se. Tutto questo bastò a Camila per costringerla a soffocare un urlo non appena sentì con nitidezza quel desiderio, la necessità di superare quella sensazione che la stava stuzzicando. Poi, proprio mentre la pioggia aveva iniziato a scendere ancora più forte, bagnando la loro pelle, la mora si rese conto di non riuscire più a trattenersi dal cadere all’indietro, anche se le sue mani erano ben ancorate a Lauren. Nel momento in cui raggiunse l’orgasmo, la mano che era inserita tra di loro iniziò a tremare. Smise di respirare e spalancò gli occhi mentre il piacere s’impossessava di lei, partendo dalle gambe per arrivare a ogni suo punto sensibile. Gemette più e più volte mentre il suo corpo si muoveva come in preda a delle convulsioni.
Si baciarono lentamente, mentre Lauren carezzò la mora tra le gambe ormai molli, che ancora tremavano a causa dell’orgasmo che aveva appena avuto. Riusciva a sentire tutto questo, come Camila si muoveva contro di lei, come continuava a fissarla con gli occhi serrati mentre più e più volte continuava a venire. Era così bagnata a causa di quella mano che era stretta tra le cosce dell’altra che bastava un solo tocco per farla esplodere. Tra di loro scese il silenzio. I loro occhi non s’incontrarono più visto che entrambe guardavano verso l’alto, tremando per l’intensità di quel momento. Proprio quando Camila iniziò a pensare che fosse finalmente tutto finito, la sua bocca fu catturata da un bacio così profondo da farla completamente perdere in esso. Non riusciva a pensare, non riusciva a concentrarsi su qualsiasi altra cosa, non riusciva a respirare e non poteva ignorare quanto il suo cuore battesse forte.
Era già tutto finito. Ma per Lauren no. Le sue dita continuarono a darle il tormento, lavorando senza sosta, senza penetrarla, ma semplicemente massaggiandola intensamente. Ormai senza fiato e con gli occhi sbarrati, Camila osservò la sua mano avvolta intorno al collo della corvina mentre i suoi fianchi si muovevano a ritmo contro di lei. In quel momento, dovette ammettere onestamente che non aveva mai provato nulla del genere prima. Avvicinandosi ancora una volta al suo limite, non riuscì a fermare i propri gemiti, muovendosi in preda alle convulsioni ancora stretta nell’abbraccio di Lauren. Quelle urla rauche furono sedate da un altro bacio, che le avvolse nel proprio calore mentre continuava a muoversi in preda al proprio piacere.
La pioggia spazzò via le sue grida. Premette le sue mani sopra il petto ansante di Lauren, cercando di spingerla via, perché tutto questo era davvero troppo, così intenso e così strabiliante. Era tutto così piacevole da fare quasi male mentre il desiderio l’avvolse. Mentre era completamente persa nella sua passione, la mano di Lauren aveva assunto una presa più salda e aveva cominciato ad accelerare il ritmo delle sue carezze, stuzzicandola, mentre agilmente aveva iniziato a morderle il labbro inferiore. Gettando la testa all’indietro,  chiuse gli occhi mentre stringeva le dita intorno alla camicia bagnata della corvina. Entrambe le donne cercarono di smorzare le proprie grida, mentre seppellirono il volto ognuna nei capelli arruffati dell’altra mentre arrivarono all’unisono. Era stato travolgente, vertiginoso e faticoso visto che entrambe rimasero senza fiato, con le labbra secche e tremando in una maniera incontrollabile visto che ogni goccia della propria energia era stata utilizzata per evitare che l’altra cadesse.
Nessuna di loro disse nulla per un periodo di tempo molto lungo. Lauren si limitò ad abbracciare l’altra donna e a strofinare il proprio viso contro i suoi capelli scuri. Camila rimase semplicemente ferma lì senza muoversi, con il petto ancora ansante mentre si teneva senza lasciarsi andare. Non poteva di certo farlo. Tutto ad un tratto si sentì davvero bene, sicura e completa. Ma la vera sorpresa fu che, non appena si fermarono, cessò di piovere. Tuttavia, erano completamente fradici. Lauren baciò dolcemente le labbra socchiuse dell’altra. Con gli occhi spalancati, la mora si perse in quelli color smeraldo della corvina per un tempo davvero molto lungo e, quando fu certa che la circolazione sanguigna aveva ripreso a funzionare correttamente nelle proprie gambe, si alzò sulle punte. Ancora un po’ deboli, le sue gambe si aprirono quel che bastava a Lauren per infilare la sua mano nel mezzo, accarezzandola dolcemente mentre la guardava mordersi il labbro inferiore.
"Come puoi arrenderti e reagire in quel modo se non provassi qualcosa per me?" Chiese dolcemente la corvina. "Sei venuta …" ma non riuscì a terminare la frase perché fu azzittita da due dita premute contro le sue labbra.
L’espressione dipinta sul volto di Camila era davvero molto dolce.
"Shhh…"
"Ancora tenti di combattere contro di me…" Disse Lauren, con parole soffocate "Di spingermi via."
Ci fu un attimo di silenzio mentre si guardavano l’un l’altra con amore.
"Ti senti bene?" Chiese cercando lo sguardo della mora.
"Sì!"
"Posso capire quando una persona sta mentendo, lo ricordi? E con te, Camila, lo capisco sempre."
Lauren accarezzo le sue labbra sbavate di rossetto rosso. Il pollice massaggiava sensualmente quella bocca che era davvero tentata di baciare.
"Non stavo mentendo" Rispose la mora. "Era solo un pretesto stupido per introdurre un’altra domanda."
"Giusto …"
"Non mi piacciono le donne."
"Provi ancora a negarlo?"
"Non sto mentendo" Disse Camila con voce rauca, mentre prese il volto di Lauren tra le mani "Mi piaci solo …tu." Baciò dolcemente le sue labbra "Miss Jauregui…"
"Ti ho praticamente acceso un campanello d’allarme prima."
"Sì! Più di una volta." Tremò al ricordo di tutto quello che era appena successo e inconsciamente portò una mano in mezzo alle sue gambe. Quelli occhi color smeraldo si concentrarono sui movimenti che stava facendo delicatamente la mora mentre si accarezzava. "Mmmmm...Lauren…"
"Ti è davvero piaciuto, non è vero?"
"Sì!"
"C’è molto altro che potrei fare per te …"
"Tu mi provochi troppo."
Entrambe sorrisero. "Siete una donna di poche parole, vostra Maestà."
"’E’ vero."
"C’è qualcos’altro che vorresti dirmi mentre ci troviamo ancora qui abbracciate in questo modo?” Chiese Lauren, avvicinando ancor di più il suo corpo non appena le loro labbra si separarono, con quelli occhi color cioccolato che cercavano quegli smeraldi.
"Sono contenta che tu sia tornata."
"Finalmente lo ammetti. C’è qualcos’altro?"
"Per me questa situazione è completamente nuova." Disse con tutta calma "Intendo, stare con una donna. Ma immagino che questa non sia la prima volta per te."
"Beh…" Lauren fece spallucce "Boston e New York possono essere a volte davvero buie, pericolose ed emozionanti."
"Erano delle relazioni serie?"
"No no!"
"Mi piacerebbe che le cose tra noi andassero piano" Spiegò Camila "Perché ci sono molte cose che dovremmo affrontare e non sono sicura che tu ne sia consapevole."
"E’ per questo che mi hai detto che non lo puoi fare?"
"Per questo e perché sono appena riuscita a ricucire i rapporti con i tuoi genitori. Ora, dopo che sei riuscita nell’impresa di convincere me, dovremmo attraversare delle acque davvero molto torbide perché non so se tua madre accetterà questa cosa."
"Penso di essere grande abbastanza per decidere che cosa sia meglio per me e che cosa no.”
"Ma sei disposta ad accettare il fatto di essere innamorata di una donna che tutti hanno visto sempre e solo come la Regina Cattiva e che ancora odiano profondamente?"
"Ascolta…" Disse Lauren prendendo il volto di Camila tra le proprie mani, mentre si stringeva ancora più vicina " Non m’importa di quello che pensano di te perché io ti ho sempre vista diversamente rispetto a loro. Per me tu sei perfetta…"
"Ho davvero molti difetti, Lauren."
"Anche con tutti i tuoi difetti sei comunque perfetta. È per questo che ti amo."
“Perché?"
"Perché cosa?"
"Perché ti sei innamorata proprio di me?" Chiese Camila dolcemente, mentre i suoi occhi iniziavano a inumidirsi. "Perché non sei innamorata di Brad o di Hook? Sono loro che hanno sempre catturato la tua attenzione, non io."
"Camila…"
"Snow  mi ha detto che hai ammesso di amare Brad nella Grotta dell’Eco a Neverland. Ti ho anche vista baciare Hook. Ti ho vista, Lauren, ed è per questo che ti ho detto che non posso farlo perché tu non mi hai messa mai al primo posto."
"Ti ho sempre messa al primo posto, insieme a Henry."
"Mi riferisco al fatto di essere più delle semplici amiche."
"Perché io non ho mai pensato che tu ricambiassi i miei sentimenti, Camz."
"Anche se tu l’avessi pensato, eri ancora disposta a correre dietro a Brad, a buttarti tra le braccia di Hook…"
"Tutto questo non conta più perché io non sono innamorata di nessuno di loro. Ero preoccupata per Brad quel tanto che bastava per seguirlo, trovarlo e assicurarmi che stesse bene. Ma questo non vuol dire che sono innamorata di lui perché io amo solo te."
"Così, quando ci siamo salutate sul confine della città, quando sei andata via, è stato il momento in cui ti sei resa conto che mi amavi?"
"Sì! In realtà l’ho sempre saputo, soprattutto dopo che hai detto che dovevi lasciar andar via le cose che amavi di più. Continuavi a guardare verso di me e non verso Henry e volevo sapere se ti stessi riferendo a entrambi. Ma ho pensato che fosse troppo bello per essere vero, perché mi ero appena resa conto quanto ti amassi e tu mi avevi appena detto di andar via."
"Perché dovevi farlo."
"Lo so."
"Ho pianto quando ti ho vista scomparire all’orizzonte."
"Ma mi hai detto …" Gli occhi di Lauren erano spalancati mentre stavano bruciando a causa delle lacrime. "Mi hai detto che piangevi per Henry."
"Anche per te …"
"Questo vuol dire che tu…"
"Se fossi innamorata di te prima di quel momento? Certo. Ma come qualsiasi altra donna al mio posto, ho deciso di negare tutto, preferendo di trovare una scusa per odiarti a causa di come mi facevi sentire."
"Vorresti dire che ancora mi odi?"
"Se io ancora ti odiassi, mia cara, non saresti riuscita a fare ciò che mi hai appena fatto senza essere gravemente ferita."
"Allora mi volevi …"
"Sapevo che saresti arrivata dopo di me."
"Questa sera sei uscita solamente perché speravi di incontrarmi, non è vero?" Quando Camila non rispose, Lauren sorrise e aggiunse. "Volevi che io tornassi."
"Ho davvero tanto freddo!" Disse a un tratto la mora, stringendosi forte le braccia al corpo.
"Vieni qui!" Disse la corvina stringendola forte, rabbrividendo anche lei " La nostra magia non può fare qualcosa per scaldarci un po’?"
Prendendo le mani dell’altra tra le proprie, Camila aggrottò la fronte. "Forse se mi baci qualcosa accadrà. Ma aspetta…" E premette due dita sulle labbra della corvina "Puoi portarmi da qualche altra parte?"
Mettendosi una mano in tasca e sentendovi dentro la chiave della camera che aveva preso al Granny's Inn, Lauren sorrise. "Ma certo … se è questo ciò che vuoi …"
"Voglio che tu faccia l’amore con me senza alcuna paura che io mi possa stancare e possa piagnucolare di smetterla"
"MI sembra una cosa giusta …"
"Senza vestiti …"
"Vuoi vedere ogni parte di me, non è vero?" Chiese Lauren sorridendo.
Il volto di Camila rimase impassibile.
"Credo che sia una cosa che per lo più riguardi te, perché sono sicura che desideri fare l’amore con me, mentre io non ne so proprio nulla."
La corvina deglutì. "Stai facendo tutto questo di proposito …"
"Cosa?" Domandò la mora con la sua solita espressione innocente, rimanendo concentrata sull’altra donna.
"C’è qualcosa di diverso in te, come se tu fossi cambiata."
"Davvero?"
"Sì! È come se tu fossi diventata più calma e non la donna insolente che sei sempre stata… Sei una persona molto più morbida ora, non mi inveisci contro né mi fai battutine sarcastiche."
"Sì, io …" Agitò le mani davanti a sé, sorridendo " Sto cercando di respirare di più nelle situazioni più intense, soprattutto se ti riguardano perché, l’ultima volta che ci siamo salutate, ho capito che il nostro rapporto è cambiato drasticamente."
"Questa sera non hai mai urlato contro di me, anche se ne avevi tutto il diritto.” Disse Lauren aggrottando la fronte. "Ma ti ho fatta urlare talmente tante volte …" e sorrise in un lampo.
"Lo hai fatto e anche molto facilmente, in realtà." Camila sospirò come se fosse annoiata. "Sto perdendo la pazienza. Quindi, prima che inizi ad urlare, possiamo assumere una posizione più adeguata?"
"Molto volentieri!" Disse la corvina, facendo rimanere Camila senza fiato quando la prese in braccio stile sposa. "Ma puoi usare la magia per far comparire un paio di scarpe? Non posso camminare per strada a piedi nudi."
Roteando gli occhi, la mora schioccò le dita e ai piedi della donna comparvero un paio di stivali che le arrivavano a metà polpaccio. Poi scomparvero nel buio della notte, senza mai voltarsi indietro.
 
 
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Snow arrivò davanti alla finestra, spostò la tenda e guardò fuori per controllare la strada sottostante, ma quello che vide le bloccò il respiro. Non c’entrava nulla il fatto che non ci fosse nemmeno una luce in giro. La cosa che l’aveva davvero sconvolta era la comparsa di un lampo rosso e la sagoma di una donna che stava camminando portando qualcuno tra le braccia. Spalancò gli occhi e aprì la bocca. Camminò lentamente all’indietro, sbattendo velocemente le palpebre e deglutendo a fatica, mentre sentì David alle sue spalle dirle.
"Che cosa succede, Snow?"
"Lei…"
Seguendo lo sguardo di lei, l’uomo vide esattamente ciò che aveva suscitato quella reazione in sua moglie. "E’ quello …"
"Ce l’ha già portata via una volta e lo sta facendo di nuovo" Rispose Snow dolcemente. "Camila…solo…non può…fermarsi…"
"Se vuoi vederla in questo modo…" Disse David, rimanendo comunque tranquillo " Una volta ci odiava profondamente, ma siamo comunque riusciti a riportala in questo mondo da una persona che chiaramente ama. Così le abbiamo dimostrato che le possono accadere anche cose belle se sta dalla nostra parte."
"Sono lesbiche."
"E allora, Snow? Noi non siamo tenuti a dare il nostro giudizio su questa cosa, se loro due si amano."
"Hai intenzione di accettare tutto questo?" Domandò la donna fissandolo. "Hai intenzione di lasciare che tutto questo accada senza aver voce in capitolo?"
"Penso che fino ad ora Lauren abbia sempre dimostrato a entrambi di essere sufficientemente in grado di prendere le proprie decisioni da sola.  Se lei ha scelto…Camila… allora va bene così."
"Mia figlia è innamorata di…"
"Sta scrivendo la propria favola: la figlia di Biancaneve che si innamora della Regina Cattiva."
"Okay!” Rispose Snow senza aggiungere altro.
"Quindi, non hai intenzione di opporti?"
"No. Forse dentro di me farò fatica ad accettarlo, ma se la cosa va bene per te, allora lo è anche per me."
"Davvero?"
"Certo!" Rispose tranquillamente la donna. "Inoltre, Camila non può metterla incinta o altre cose del genere."
"Questo…è…vero…"
"Beh…entrambe sanno usare la magia e con essa tutto è possibile" Affermò Normani alle loro spalle. "Quindi io non ci metterei proprio la mano sul fuoco."
"Ma come potrebbe accadere se loro non si …"
"Semplicemente toccandosi, Snow. Cielo, quanto sei ingenua" Rispose l’altra donna accarezzando la testa di Henry che dormiva sulla sedia accanto alla sua.
"In che senso?"
"Semplicemente toccandosi …"
Snow spalancò gli occhi. "Oh…oh mio…"
"Non ci vuole molto per capirlo. Quando i vestiti vengono tolti, soprattutto in questo periodo, è probabile che ci sia qualche forma di contatto..."
"No!" Urlò Snow. "No! No! No! Nooo! Oh noo!"
David si limitò a sorridere nel notare come la moglie diventasse sempre più sconvolta.
-Fin-

Eccoci arrivati alla fine, spero vi sia piaciuta, lasciate una stellina e un commento
Baci
-R

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