"It's our time to make a move
it's our time to make amends
it's our time to break the rules
let's begin..."
Renegades - Ambassadors XScopro subito che la sveglia migliore del mondo è semplicemente il respiro della persona che ami accanto a te.
Nathan mi fa il solletico al collo con i suoi baci dolci e gentili, e ancora prima di aprire gli occhi, le mie labbra si alzano all'insù, in un sorriso assonnato ma reale.
Mi giro verso di lui e inizio ad accarezzarlo.
Adoro seguire con le dita le linee del suo corpo.
Il mento che forma una C, il suo petto che mi fa andare su e giù, come se le mie dita fossero in viaggio su delle colline perfette.
Mi trovo a perdermi nei suoi occhi, mentre lui si perde nei miei.
Giro lo sguardo sopra il letto e mi accorgo che sono le sette del mattino.
"Merda Nat! Siamo in ritardo"
Mi prende il panico mente mi alzo velocemente dal letto cercando di vestirmi e raccogliere i capelli contemporaneamente.
Nathan non sembra voler alzarsi dal letto, così gli urlo contro come fanno i sergenti dell'esercito con i propri plotoni.
Lo prendo per le spalle e cerco di farlo alzare.
"Non posso arrivare tardi il secondo giorno di scuola! Siamo in ritardo di quasi mezz'ora rispetto al solito. Quindi muoviti cazzo!"
La mia dolcezza è scomparsa nel momento in cui mi sono alzata dal letto.
Corro in bagno per lavarmi i denti e la faccia dopo essermi assicurata che Nat fosse realmente sveglio.
In cinque minuti, anzi, sette, siamo pronti. Senza colazione né doccia, ma penso di sopravvivere per una volta.
Saliamo in macchina così velocemente che sembriamo dei poliziotti durante un inseguimento."Allora, ti senti carica per oggi?" "Certo! Non vedo l'ora di iniziare la fisioterapia.
Stare negli spalti a guardare giocare le ragazze e sapere che non entrerò in campo ad aiutarle mi sta mortificando ogni giorno di più.
Spero solo di fare tutto come si deve, di riuscire a rimettermi in sesto nel periodo stabilito, perché altrimenti vorrebbe dire salutare definitivamente la Major League".
Il mio sguardo punta le mie mani congiunte sulle gambe, e nella mia testa iniziano i dubbi.E se non ci riuscissi? Se i medici si fossero sbagliati e il mio ginocchio stava peggio di quel che credevano? Riuscirò di nuovo a giocare a calcio?
"Non ti preoccupare, ce la farai. Io credo in te. Sarà difficile, non lo nego, ma tu vali tanto quanto le ragazze che giocano in MJ.
È destino che tu debba entrarci"
Si gira verso di me e mi regala uno di quei suoi sorrisi fantastici. Insonnolito, ma fantastico.
E già solo questo mi basta.
Mi basta sapere che lui crede in me.
Che mi sosterrà per tutto il tempo in cui ne avrò bisogno.
Nathan mi da la carica per iniziare nel migliore dei modi.Arriviamo davanti a scuola nel momento esatto in cui la campanella suona l'inizio delle lezioni.
Lo saluto in velocità e scendo dalla macchina, più impacciata più del solito con le stampelle.
"Ti vengo a prendere più tardi" urla alla mia schiena mentre mi dirigo verso l'entrata ormai già deserta. Accenno con la testa e alzo il pollice dietro di me, senza voltarmi e in un attimo sparisco dentro la scuola.
Non ho ancora avuto tempo per pensare alla fisioterapia, ma alle terza ora, mentre il professor Schelbert spiega delle formule chimiche di cui non so neanche l'esistenza, la mia mente inizia a vagare.
Mi immagino come sarà Adam, come sarà il nostro incontro fra due ore, e tutti i mesi avvenire.
Mi domando se andremo d'accordo o se sarà un inferno.
Se riuscirò a raggiungere il mio obbiettivo o falliró miseramente."Signorina Thompson, sa rispondere alla domanda?"
Tolgo la mano su cui avevo appoggiato la mano mentre fissavo il vuoto, e mi drizzo sulla schiena.
Guardo il professore mentre mi prende il panico perché non ho idea di quale fosse la domanda.
Abbasso un attimo gli occhi, giusto per vedere che Den mi sta venendo in aiuto: mi scrive la formula sul suo banco, con nonchalance, la leggo ad alta voce guadagnandomi il sorriso del prof.
Tiro un respiro di sollievo e ringrazio mentalmente Den, mentre le faccio un sorriso tirato, sapendo che lei avrebbe capito.La campanella suona, e mi fiondo fuori dall'aula mentre aspetto la mia migliore amica.
"Grazie per avermi parato il sedere. Avevo la testa altrove e non ho ascoltato niente oggi"
Den mi prende per la spalla e mi guida verso la mensa.
"A cosa stavi pensando? Non è da te non fare la secchiona"
Gli tiro un pugnette sulla spalla mente lei si mette a ridere in mezzo al corridoio, e io sorrido a mia volta.
"Beh" dico alzando le spalle in tono indifferente "Nathan ieri sera mi ha detto che è stato convocato in nazionale"
Cerco di mantenere un tono disinvolto ma Den mi conosce troppo bene.
"Ma che notizia! Sapevo di aver fatto il tifo per il ragazzo giusto. Fiuto eccezionale! Brava me" dice Den dandosi pacche sulla spalla da sola.
"E il tuo triste è dovuto a..."
"È dovuto al fatto che Nathan parte in ritiro con la squadra, e rimarrà via per due mesi"
Sbuffo mentre entro in sala mensa.
La fila per il cibo come al solito è chilometrica e la gara per riservarsi un posto al tavolo è all'ultimo sangue come sempre.
Den nota che sto scrutando la stanza in cerca di un posto libero e si butta al centro del corridoio: "Prendo i posti, tu intanto comprami da mangiare" mi urla cercando di superare il chiacchereccio ciò generale.
Accenno con la testa e mi metto in fila davanti al bancone.
Ormai la conosco talmente bene, che so già cosa scegliere.
Fetta di pizza, succo d'arancia, e mela come dessert.
Siamo così prevedibili che la cosa mi spaventa.
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Tre piccole cose
Romance"PER LUI MI PIEGO, PER TE MI SPEZZO." "Avete presente la sensazione di completezza che vi avvolge quando raggiungete tutti gli obiettivi che vi eravate prefissati? Come quando, correndo, raggiungete il traguardo che poco prima credevate troppo lon...