7.Sorridere E Annuire

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"Whatever it takes
Cause I love the adrenaline in my veins
I do whatever it takes
Cause I love how it feels when I break the chains
Whatever it takes
Ya take me to the top, I’m ready for."
Whatever it takes - Imagine Dragons

Al suono della campanella lascio Den ancora intenta a mangiare la mela, pensierosa ancora per quello che gli ho appena detto.
Ha paura che io possa soffrire troppo la distanza da Nat, proprio come ne ho paura io.
Ma se ci sarà lei al mio fianco, so che sarà più facile.
Per i prossimi sei mesi, avrei dovuto fare fisioterapia dopo scuola: tre ore, tre giorni a settimana, e speravo che questo esercizio mi avrebbe aiutato a non pensare.

Mi dirigo lungo corridoio, facendo la stessa strada che facevo sempre.
Quella che porta alla palestra e al campo.
Quella che una volta facevo correndo, perché non vedevo l'ora di arrivare prima di tutte.
Di avere quei pochi minuti da sola in mezzo all'immenso campo verde, mentre aspettavo le mie compagne, mi crogiolavo in mezzo a quell'erba che sapeva di casa e di sogni. Di lotta e sudore.

In piedi davanti alla porta dell'allenatore Kress, fisso la sua targhetta oro in un mare di legno d'ebano.
Cerco la forza per aprirla e andare incontro a questo nuovo capitolo della mia vita.
Faccio un respiro profondo mentre la mia mano si posa sulla maniglia.
La porta si apre da sola, senza che io facessi nessun movimento.
Fu uno shock. Come una bomba d'acqua buttata a tradimento durante il giorno più caldo dell'anno.
Davanti a me trovo una maglietta rossa con il nome di un qualche squadra di basket.
Non conosco quella squadra, ma in fondo non ne so molto degli altri sport.
A me interesse solo il calcio.
Alzo lo sguardo dalla maglietta, percorrendo tutto il Busto di questo strano ed enorme tipo, fino a incrociare il suo sguardo.
I miei occhi incontrano un paio di occhi verdi, talmente verdi, che mi ricordano il colore delll'erba sintetica del prato che tanto ami.
Verde, senza sfumature, senza luccichii strani.
Il ragazzo di fronte a me mi guarda in modo interrogativo, come se si aspettasse delle presentazioni o una giustificazione della mia presenza.
Poi un barlume di consapevolezza lo attraversa.
Mi riconosce, e allora le sue labbra si inclinano, creando un sorriso sbilenco e unico.
I suoi occhi, dal taglio quasi orientale, si assottigliano ancora di più, mentre le fossette fanno capolino sulle sue guance.
Per un attimo, una frazione di secondo impercettibile, il mio respiro si ferma.
E ho voglia di fotografarlo, quel suo sorriso.
Perché è osceno, tanto è bello e perfetto.
Con il suo fisico e la sua bellezza, sembrava un modello in posa per la pubblicità di un profumo.
"Ciao tu devi essere Allison, vero? Ti stavo venendo a cercare, pensavamo fossi in ritardo." e sogghigna insieme all'allenatore Kress, che sento solo in questo momento, in fondo alla stanza.
"Ma eccoti qua! Beh entra pure".
Mi scruta ancora per un secondo, poi spalanca la porta, per permettermi di entrare.
L'allenatore è seduto sulla sua solita poltrona e sta ancora ridendo mentre mi fa accomodare sulla solita sedia di fronte a lui.
"Allison! Finalmente! Ti stavamo aspettando. Allora, togliamoci subito d'impiccio le presentazioni"
Sorride al ragazzo e poi a me, e incrociando le mani sulla scrivania, riprende a parlare:"Come avrai già capito, lui è Adam, l'amico di cui ti ha parlato Nathan. Sarà il tuo fisioterapista per tutti i sei mesi di riabilitazione."
Silenzio.
Silenzio che sembra durare un'eternità.
Uno, due, tre.
Lui mi guarda, io lo guardo, e al quindicesimo secondo di silenzio, decido che è il momento di aprire bocca.
"Ah, si, ehm..piacere!Io mi chiamo Allison e beh, si insomma, sono quella che devi curare"
Ok, forse poteva uscirmi meglio.
È strano l'effetto che mi ha fatto questo ragazzo.
Mi ha bloccato, come se il suo sguardo avesse dei super poteri.
Come gli eroi della Marvel che fermano i nemici con le ragnatele o qualcosa del genere. Il suo superpotere è lo sguardo, lo sguardo bloccante.
Adam mi sorride, di nuovo, mentre si siede sulla sedia di fianco a me.
"Ok, io vi lascio soli così da poter iniziare a parlare del programma." Kress si alza e mi mette una mano sulla spalla prima di andare verso la porta e chiuderla alle sue spalle.
"Allora Allison. Intanto piacere, io sono Adam."
Tolgo la sguardo dalla porta, e mi giro verso di lui.
Ha un gomito appoggiato alla scrivania, e l'altra è abbandonata sule sue gambe, che per pochi centimetri non toccavano le mie.
Mi tende la mano, e io la prendo nella mia.
"Allison, Allison Thompson"
Tento di tenere a bada la mia voce, facendo la sicura, quando in realtà non hi la minima idea di come comportarmi.
Lui mi fissa ancora per un secondo, mentre le nostre mani sono ancora una nell'altra, e poi si schiarisce la voce, mollando la presa.
Prende il fascicolo di fogli che ha sul tavolo di fronte a lui, e inizia a parlare.
"Bene Allison, ho letto il tuo fascicolo medico e ho iniziato a programmare il tuo protocollo riabilitativo. Il nostro obiettivo, nella fase iniziale, sarà principalmente quello di ridurre la tumefazione e il dolore post-operatorio. Se tutto va come da programma, in 2-3 settimane già dovresti avere la completa estensione della gamba, mentre la flessione completa riusciremo ad ottenerla dopo 8 settimane e ovviamente dobbiamo dedicarci anche alla gestione del carico sull’arto operato. Perché.. " lo guardo dubbiosa.
Non stavo capendo neanche una parola di quello che stava dicendo.
Avevo letto un po' su internet gli esercizi che avrei dovuto fare, ma tutti quei nomi strani e parole senza senso proprio non le capivo.
Adam si blocca e ride di gusto, portandosi i fogli alla faccia per coprirsi il viso.
Era il gesto più dolce e carino del mondo.
"Non ci hai capito niente vero?"
Faccio segno di no con la testa.
Hi perso le parole adesso?
"No, cioè si. Ho capito una parte, ma tutti quei paroloni che usi non mi aiutano molto." mi sforzo di rispondergli e sorridergli.
"OK, allora te la semplifico ancora di più. Ecco intanto prendi anche questi."
Adam mi mette dei fogli sulla scrivania davanti a me.
"Ti ho fatto uno schema e ti ho scritto cosa faremo in ogni giorno di fisioterapia. Adesso non ti dirà molto, ma appena imparerai gli esercizi, ti sarà utile sapere cosa farai un determinato giorno rispetto ad un'altro, ok?"
Guardo i fogli e noto che aveva una scrittura davvero... Creativa.
È un medico, e come tale scrive in modo veloce e diciamocelo, incomprensibile.
"Mi dispiace dovertelo dire, ma non ci capisco niente di quello che c'è scritto" gli dico sorridendo, quasi a trattenere la risata che mi cresce in petto.
Sento già di essere leggermente più a mio agio rispetto a quando sono entrata.
Adam è muscoloso e molto alto, e a primo impatto potrebbe sembrare uno che ha tutte le ragazze ai suoi piedi e si vanta di questo, ma invece, appena ci parli, vedevi un bambino impacciato e timido.
Mai giudicare un libro dalla copertina.
Anche perché quel suo atteggiamento, talmente diverso dal suo aspetto, lo rende davvero adorabile.
"Infatti, non pretendo che tu capisca ora parole come ISCHIOCRUALI"
"No, no, io non intendevo questo." muovo la testa a destra e sinistra mentre sorrido di cuore. "Intendevo che proprio non capisco cosa ci sia scritto, la tua scrittura fa schifo"
"Ah ah, molto simpatica Ally, davvero. Va bene vorrà dire che te lo scriverò a computer. Sappi che noi medici siamo oggetto di molti atti di bullismo per colpa del cliché sulla nostra scrittura. Mi hai ferito nel profondo." dice mentre si mette una mano sul petto.
Per un attimo non parliamo più del mio programma riabilitativo, o come diavolo si dice.
Ma ridiamo e basta delle nostre battute.
La sua voce e la sua risata sono melodiose.
È come quando ascolti la tua canzone preferita, o il cantante che tanto ami.
Adori così tanto quel brano, che vorresti solo strappare quella voce dalle casse e portartela sempre con te.
Adam mi spiega in modo più semplice tutto il programma che ha pianificato per la mia riabilitazione.
Si vede quanta passione mette nel suo lavoro, parla in modo semplice per farmi capire tutto, si ferma e ripete quando non capisco qualcosa e risponde a tutte le domande che gli faccio.
Senza accorgermene, le tre ore sono già finite.
"Ok, se sei d'accordo possiamo iniziare già dopodomani. Avevo ipotizzato di fare Martedì, Giovedì e Sabato. Ma se hai altri impegni possiamo modificare ok? Ma mi raccomando, devi seguire la tabella.
Non sforzarti a fare di più e soprattutto non allenarti nei giorni di pausa.
So che voi atleti siete impazienti, ma sforzare troppo la gamba ti farebbe l'effetto contrario di quello che vogliamo ok?"
Acceno con la testa dicendogli che i giorni per me sono perfetti, anche perché non ho molti altri programmi.
"Ti lascio il mio numero di cellulare, sappi che durante il rimaneggiamento biologico, ossia, da adesso per i prossimi due mesi, appena inizieremo gli esercizi, la fissazione dell'innesto ti farà male.
Chiamami o scrivimi sempre se qualcosa non va.
Tengo il cellulare sempre acceso, non farti problemi di orario, ok?"
Accenno di nuovo mentre lo saluto con una stretta di mano.
Apro la porta dell'ufficio dell'allenatore con un sorriso stupido stampato in faccia.
Adam mi sta già simpatico, abbiamo alchimia, e non c'è cosa migliore quando sei costretto a lavorarci fianco a fianco per sei mesi.
Il fatto che è anche un bel ragazzo, di certo ai miei occhi non dispiace, neanche un po', era un bonus.
Sono fidanzata si, amo Nathan con tutto il mio cuore, ma non c'è niente di male a guardare e non toccare giusto?

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