"Lost and insecure
You found me, you found me
Lying on the floor
Surrounded."
You found me - The Fray"Eddai Adam fammi fare una piccola corsa o qualcosa del genere" frigno di nuovo.
Siamo in palestra già da un'ora abbondante, e gli esercizi che mi sta facendo fare minano la mia pazienza.
In questo momento devo semplicemente mettermi in punta di piedi, e rimanere così per dieci secondi. Cambio gamba, e di nuovo.
Mi sento inutile, come se stessi sprecando tempo, tempo che io non ho.
Non posso permettermi di rallentare con la fisioterapia.
È già passato quasi mese, e sembra essere cambiato ben poco.
Già vedo il mio futuro sgretolarsi in mille pezzi.
Mi immagino il coach degli Orlando City salutarmi da lontano per partire senza di me.
Adam aveva ragione quando mi disse che noi atleti siamo senza pazienza, che vorremmo raggiungere il massimo da subito.
Alla mia affermazione lui si gira di scatto per fulminarmi con lo sguardo."Ti ho detto cento volte Ally, smettila di lamentarti! A te sembra che non cambi niente ma ci vuole pazienza, chiudi quella bocca e continua l'esercizio"
È questo il rapporto tra di noi ormai.
Io frigno, lui mi riprende.
Lui sorride, e le mie labbra sorridono a loro volta, come uno spasmo involontario, come se avessero vita propria.
Lui parla e io ascolto. Beh, quasi sempre.Sono in mezzo alla palestra a fare movimenti come se imitassi una paperella senza gambe.
E tanto basta perché la mia pazienza vada letteralmente in frantumi.Voglio solo muovere di più quella gamba, fargli fare dei veri esercizi.
Voglio arrivare a casa sulle mie gambe senza l'aiuto di quelle maledette stampelle.
Decido di alzarmi per andare al centro della palestra, ma il mio corpo ancora non è abituato a usare solo un gamba, e così le appoggio tutte e due per fare leva.Crack.
Nel silenzio della palestra, con le sole voci dei miei compagni in lontananza come sottofondo, quel rumore è l'unica cosa che sento distintamente.
E subito dopo il dolore esplode come un colpo di pistola.
La scarica che arriva dal ginocchio sembra irradiarsi in tutto il mio corpo, talmente forte che per un attimo mi pare quasi che anche il mio cuore si fermi.Cado di nuovo sul tappetino maledicendo la mia decisione e la mia stupida impazienza.
Non so se avevo urlato, o semplicemente Adam aveva visto la scena, ma in pochi secondi lo sento di fianco a me.
Ho il braccio che mi copre gli occhi, per cercare di isolarmi, come se, con quella parte del corpo, potevo fare da scudo tra me e il dolore.
Però sento la sua presenza. Non mi è mai successo, ma è come se qualcuno avesse iniettato dentro di me una dose di adrenalina.
Era quello, che mi aveva fatto capire che Adam era vicino a me, come se il mio corpo riconoscesse la sua presenza prima ancora di sentirlo fisicamente.
Mi prende la gamba facendola muovere avanti e indietro, avanti e indietro.
Una mano sotto il ginocchio e l'altra sullo stinco per muoverla.
Il dolore non si affievolisce, ma le scosse, perlomeno, cessano.
La mia testa è leggermente più presente e mi ritrovo ad apprezzare il massaggio di Adam.
Il tocco delicato della sua mano possente sulla mia gamba, le carezze leggere al mio ginocchio, addirittura, solo la sua presenza sembra aiutarmi.
Sento il suo odore di talco e sudore. L'aria che muove intorno a me, che sembra accarezzarmi."Che diavolo ti è saltato in mente Ally? Non potevi farne a meno eh? Adesso l'hai infiammato. Di nuovo".
Adam mi aveva spiegato mille volte che il dolore che avrei provato nei primi mesi era dovuto al neo-legamento, ovvero, l'innesto artificiale che mi avevano conficcato nel ginocchio. Sicuramente il fatto di aver appoggiato senza delicatezza la gamba, contribuì ad aumentarlo.
Inizio a piangere silenziosamente, senza singhiozzi o sussulti, semplicemente le lacrime escono dai miei occhi come un fiume.
Non so se per il dolore o la frustrazione, so solo che non avrebbero cessato tanto facilmente, mi sarei prosciugata, a furia di piangere.
Adam se ne accorge, e smette di farmi la ramanzina, e con delicatezza mi toglie il braccio dagli occhi.
Ma io li tengo chiusi gli occhi, non voglio vedere la rabbia nei suoi, non potevo sopportare anche quello.
"Ally, ti prego guardami"
Bastano quelle parole. Mi fidavo veramente di lui, qualsiasi cosa dicesse o facesse, anche se le mettevo in dubbio, dentro di me sapevo che voleva solo il mio bene e la mia guarigione.
Apro gli occhi e me lo ritrovo a due centimetri da me, una mano appoggiata a terra, di fianco alla mia testa, mentre l'altra è ancora sul mio ginocchio.
La mia vista è sfuocata per via delle lacrime, ma io lo vedo, lo vedo perfettamente.
"Mi dispiace, non volevo essere così duro. Non hai compromesso la guarigione, ma se così non fosse stato, ti rendi conto che i sei mesi si sarebbero prolungati?"
Distesa su quel tappetino, con la sua vicinanza, non riesco a proferire parola.
Annisco semplicemente mentre le ultime lacrime finiscono il loro percorso verso la mandibola.Lui sorride al mio accenno impacciato e si solleva.
"Dai tirati su" mi dice porgendomi la mano per aiutarmi.
Adesso siamo l'uno di fronte all'altro, pochi centimetri ci dividono, e se avessi respirato un po' più forte, se avessi gonfiato leggermente di più il mio petto, probabilmente ci saremmo sfiorati.
Lo guardo nei suoi occhi verdi, e annullo la distanza.
Gli metto le braccia intorno al petto e lì, ci appoggio la testa.
Lo stringo forte, come se fosse una boa di salvataggio in mezzo al mare in tempesta, come se fosse solo lui quello che può salvarmi e non farmi affogare.
Non mi interessa se è sudato, non mi interessa se sono io quella che puzza, non mi importa che le nostre gocce di sudore si fondano.
In quell'attimo, mi rendevo conto che avevo bisogno di lui, e che lui c'era per me.
Non so quando precisamente capii che era diventato mio amico, che mi potevo fidare di lui, e che addirittura la mente è il mio corpo richiedevano la sua presenza, ma penso che quel giorno, la mia vita cambiò un po'.
Adam mi stringe a sua volta, e sento il suo calore che arriva fino a me.
Come un calorifero, che basta andargli vicino, per sentire il calore che emana.
Il senso di benessere che si prova a stargli vicino quando tutto il mondo intorno a te è freddo.
Sapere che lui mi è vicino, cancellava in parte quei venti minuti di dolore e sofferenza.
Lui è il mio porto, il mio rifugio personale dalle tempeste che avevo nella testa.
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Tre piccole cose
Romance"PER LUI MI PIEGO, PER TE MI SPEZZO." "Avete presente la sensazione di completezza che vi avvolge quando raggiungete tutti gli obiettivi che vi eravate prefissati? Come quando, correndo, raggiungete il traguardo che poco prima credevate troppo lon...