Sequestrata «16»

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E sì... lei chiedeva altro... tra le sue gambe Juan la riempiva come d'abitudine. Colossale. Perfetto. La pompava con tutto quell'enorme cazzo che lui sapeva muovere perfettamente dentro la sua femminilità. E si muoveva ancora. Con più durezza. Sembrava che non aveva fine. La velocità era incomparabile. I suoi gemiti erano musica per le sue orecchie. Gli facevano venire voglia di mettersi di più in lei. Di scoparla con tutte le forze del suo corpo. In quel modo si consegnava completamente. Cazzo... che sentimento. Gli piaceva. E lo notava ogni volta che sentiva quella meravigliosa frizione in tutta la lunghezza del suo membro. Poteva metterglielo quanto lei voleva, sempre e quando era lei che glielo chiedeva... si era abituato al suo corpo, alla sua pelle, al suo calore. Già niente più era lo stesso senza quelle condizioni. O era lei, o non era nessuna. Cacciò il pene ancora una volta, questa volta coperto dai succhi di Bianca. Umido. Liberò un respiro. Stavano così da più di venti minuti... erano venuti entrambi allo stesso tempo. Era completamente delizioso. La guardò, lei era esausta. Una sottile striscia di sudore le copriva il corpo e ciò solo faceva sì che si vedesse più sensuale del solito. Si mise in lei ancora una volta. Bianca gemette con forza, con l'ultima aria che era entrata nella sua gola. Buttò la testa all'indietro. Non le importava se dopo ciò avrebbe dovuto camminare con le gambe aperte. Con Juan non si sapeva. Quella notte voleva che lui la sfinisse completamente, che la lasciasse completamente sfinita.

- Oh... - gemette lui. La sua respirazione spezzata si ascoltava tra l'oscurità e il silenzio della notte.
- T... ti... ho fatta male? - riuscì a domandarle, mettendo insieme tutta la forza nella sua gola. Quella notte aveva gridato come mai. Bianca riuscì a muovere la testa da un lato all'altro, negando leggermente.

- Continua... - disse quasi impercettibilmente. Ma lui poteva sopportare solo per altri secondi. Nessuna ragazza lo aveva mai lasciato in quel modo. Nessuna lo aveva mai lasciato sfinito e senza contare con ciò che lei poteva ancora con molto altro. Le baciò la fronte istintivamente e mise il suo cazzo ancora una volta dentro la figa di Bianca, lei gli strinse i fianchi con le mani, i gemiti uscivano da soli, tutto era così intenso lì dentro... Juan fece un ultimo sforzo con i suoi fianchi... uscì da lei è respirò profondamente, anche se sapeva che Bianca sarebbe morta per volerne ancora, sapeva che se la scopava ancora una volta l'avrebbe lasciata completamente sconfitta e quella battaglia i due la dovevano vincere.

Il suo cazzo ricevette un'ultima frizione.

Bianca la ricevette a gusto.

- Dio... - mormorò lui, e scese dal corpo di Bianca, sdraiandosi al suo lato. Liberò un respiro. E si voltò per baciare una spalla a Bianca.

- Ti ho fatto male vero? - stampò le sue labbra di nuovo sulla spalla di Bianca.
- Se continuiamo così non vivrò per molto... - scherzò lei. Juan le dedicò un grazioso sorriso. Da quando era iniziato ad essere proprio di lui l'atto di sorridere? Adesso sorrideva con felicità. Era lei colei che lo faceva sorridere.

- Tu credi? - si rannicchiò sui seni nudi di Bianca. Lei lo abbracciò.

- Non posso nemmeno parlare...

- Tu mi hai detto che lo volevi.

- Lo voglio.

- Non più, bimba. - le chiarì lui. - Ti posso lasciare peggio...

Bianca gli baciò la testa. Che stupefacente era tutto ciò. Che perfetto risultava stare con lui. Non vedeva altra miglior forma di essere felice che stando al suo lato. Nonostante i suoi difetti, i suoi errori, i suoi segreti, il suo passato. Era così. E così lo amava.

- E come stanno tutti a San Fernando? - domandò Bianca, giocando con i capelli di lui.

- Sentono la tua mancanza.

- Bugiardo... - Bianca negò con la testa. - credo che mi sono comportata malissimo con tutti l'ultima volta.

- Non è stata colpa tua.

Lei rimase in silenzio. Aveva un enorme dubbio che le girava per la testa da quando era tornata a vederlo. Doveva domandarglielo... aveva bisogno di saperlo...

- Juan... - sussurrò lei.

- Sì? - le domandò lui. I sussurri di entrambi si ascoltavano in mezzo all'oscurità di quella stanza.

- Hai... - lei liberò un respiro. - Hai fatto qualcosa... già sai... voglio dire se hai fatto qualcosa di brutto...

- No. - la interruppe lui. - Non sono tornato a fare niente di brutto da quando ti conosco.

E lei tornò in silenzio. Chi lo avrebbe detto che sarebbe stata capace di cambiare una persona? Chi lo avrebbe detto... e chi lo avrebbe detto di lui. Un uomo così forte. Di così pochi sorrisi e pochi amici. Di una vita così difficile e una storia che poteva far fuggire chiunque. Un villano e un'eroina insieme. Come l'acqua e l'olio. Mondi differenti, storie differenti, vite differenti, contesti differenti... ma insieme.

- Credo che te lo dirò per molto... - sorrise lui, negando con la testa, questa volta salendo fino a sdraiarsi sul cuscino che stava al lato della testa di Bianca si sdraiò al suo lato e lo abbracciò. - mi sei mancata tantissimo.


Sequestrata #3.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora