Sequestrata «39»

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Stessa notte di Mercoledì.

Juan si sdraiò. Bianca era di spalle e aveva le lenzuola rialzate fino alla nuca. La sua schiena saliva e scendeva al ritmo delle sue respirazioni. Che bella era... gli vennero tantissime voglie di sdraiarsi con lei, svegliarla, sentirla protestare per averla svegliata... poi forse fare l'amore, toglierle i vestiti, ascoltarla eccitarsi durante la notte mentre saliva su di lui, o forse ascoltarla gemere soavemente mentre lui la riempiva con tutte le sue forze. Sentiva tante cose quando la vedeva. Tante. Tante e innumerevoli cose. Desiderava baciarla, farle l'amore brutalmente. Ma allo stesso tempo... gli piaceva anche vederla addormentarsi e raggomitolarsi sul suo collo, che lo baciasse, che lo riempisse del suo tiepido respiro. Tolse le lenzuola e si infagottò insieme a lei. A quando pare non lo aveva ancora sentito. Era completamente coinvolta in quel sogno. Allora, abbassò le lenzuola, passò le sue dita sulla sua vita scoperta. La sua pelle era calda. Si rileccò le labbra. Desiderava toccarla. Toccarla di più. E non ci pensò molto a farlo. Mise le mani sotto la camicetta del suo pigiama. Rizzandole la pelle in mezzo ai sogni che in quell'istante stava tenendo... riuscì ad arrivare fino al suo collo e tornò a scendere con la stessa lentezza.

- Mmm... - la ascoltò dire. Lui liberò un grazioso sorriso. Cosa sarebbe successo se invece delle sue dita, fosse la sua bocca quella che le facesse sentire tutto ciò? Si abbassò e bagnò le sue labbra con la sua umida lingua. Stampò soavemente le sue labbra sulla schiena scoperta di Bianca, muovendola così desideroso, così sensuale, così eccitante. Ma non volle salire a toccare il suo collo, ma bensì scendere e toccare la copertura dei suoi fianchi. Gliela baciò, questa volta prendendo i bordi dei suoi shorts e abbassandoglieli silenziosamente.
- Ah... - mormorò adesso lei. Glieli aveva abbassati sufficientemente per baciarle il culo nell'oscurità. - Juan, smettila... - disse ridendo.

- Ho pensato che avresti detto un altro nome. - le rispose lui. Le loro voci erano le sole che si distinguevano a quelle ore della notte.

- Che ci fai lì? - mormorò lei, adesso aprendo gli occhi.

- Mi è venuta voglia di... - volle continuare a parlare, ma il corpo di Bianca schiacciò il suo attentamente, coprendo la sua bocca con quella di lei.

- Di cosa? - disse mentre lo baciava. Un bacio con la lingua. Umido. Delizioso. Juan non ebbe dubbi ad arraparsi da un momento all'altro.

- Niente, mi piace solo darti fastidio. - le accarezzò le cosce nude. - Sei splendida dormendo, provoca scoparti stesso lì...

- Potresti essere un poco più romantico... - Bianca gli afferrò una guancia.

- È che con te non si può. - ammise lui. - Mi fai diventare tanto...

- Lo dici sempre.

- Non mi piace mentire.

- Sicuramente molte ti facevano diventare così prima di conoscermi...

- Non si tratta di questo. - chiarì lui.
- Tu mi fai diventare, mi ecciti, mi piaci, mi incanti, mi affascini... tutto ciò che mi fai sentire tu lo tengo impresso sulla pelle da quando ti ho conosciuta. - le diede un piccolo bacio sulle labbra. - Sei speciale.

Bianca si rannicchiò su di lui. Restarono in silenzio per diversi minuti. Juan le accarezzò i capelli sulla schiena... stava vedendo il modo di dirglielo una volta per tutte. Bianca doveva rendersi conto. Doveva sapere che la sua stessa famiglia le stava facendo del male. Che anche il suo stesso padre... stava dietro a tutto ciò che era accaduto quella notte con lei.

- Devo dirti qualcosa. - iniziò lui. Pregava con tutte le sue forze che Bianca non versasse più una sola lacrima. Aveva semplicemente pianto molto da quando lo conosceva. Non lo meritava.

- Cosa? - domandò lei, ancora senza alzare lo sguardo.

- Voglio solo che non ti faccia male... - mormorò. - non voglio che pianga più per favore per ciò che ti dirò. Non ne vale la pena Bianca. - le disse, accarezzando la sua schiena, lei lo lasciò parlare senza interrompere.

- Andiamo, solo dimmelo...

Lui annuì con la testa dandosi le forze necessarie. Doveva solo avere abbastanza coraggio per raccontarglierlo e tutto sarebbe passato...

- Rubén ti ha teso una trappola per portarli via con lui. - Bianca aprì gli occhi. Rubén? Cazzo, adesso capiva il perché lui fosse lì. E le vennero in mente tantissimi ricordi. Ricordi che non sarebbe voluta tornare a vivere più.

La reclusione di suo padre, le volte che discutevano e Rubén... che insisteva a sposarsi con lei, riempiendola di lussuosi e cari regali e con belle parole, anche se Bianca non lo voleva, questo era sufficiente perché Bianca dimenticasse il suo rapitore. I litigi. Lei non sopportava un altro giorno in più reclusa.

- È lui che è dietro a tutto ciò che ti è accaduto alla festa. - le disse senza più giri. - E non solo lui, bensì anche tuo padre.

Sequestrata #3.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora