Sequestrata #3.

Sequestrata «28»

- Quindi vi trasferirete... - gli disse Santi.
Juan annuì. Bevve dalla sua RedBull. Era da molto tempo che non usciva a divertirsi con il suo amico. Avevano passato tantissime cose che gli avevano permesso di separarsi in qualche modo.
- Bene, ti faccio i miei complimenti. - brindarono entrambe le lattine. A Juan gli scappò un sorriso. Forse era perché in tutto quel contesto Bianca aveva molto a che vedere.
- Non ti libererai di me lo stesso. - gli spettinò i capelli. Santi si fece indietro, sistemandosi i capelli mentre rideva.
- Lo so, lo so cazzo... credevi di sì? - incrociò le braccia. - Non avrei mai pensato di dire questo ma...
- Ma cosa? Ormai dillo, non essere stronzo.
- Mi mancherai. - ammise Santi. Juan liberò una risata, divertito. Gli diede un buon colpo nel braccio destro, facendo sì che Santi si sentisse più comodo in tutto ciò. - Davvero Juan.
- Mi trasferirò solo con lei, nient'altro.
- Lo so, lo so... Victoria ed io stiamo pensando la stessa cosa. Ciò mi rende così strano. Tu ed io... non siamo mai stati così.
E Juan rimase in silenzio. Quanta ragione aveva il suo miglior amico in quell'istante. Lui non era mai stato così. Aveva sempre preferito il maleducato al romantico. Si era sempre preoccupato per lui e non per gli altri. E adesso? Adesso era completamente diverso. Sentiva che parte di lui, della sua vita, del suo corpo, della sua propria anima apparteneva ad una sola persona sulla faccia della Terra. Una piccola persona che amava e che con il semplice fatto di essere differente da lui... lo aveva innamorato fino al sentimento più unico e nascosto di tutto il suo essere.
- Dillo a me. - mormorò Juan bagnandosi le labbra con il sapore della RedBull. - Lei... lei mi ha cambiato tanto.
Era definitivamente certo. In quel momento gli venne in mente un ricordo. Un ricordo stupido. Non sapeva perché. Ma aveva ricordato l'istante nel quale aveva visto Bianca per la prima volta. Quella notte a Las Vegas. Dopo diversi minuti aveva sequestrato con facilità il resto delle sue amiche. Rimaneva solo lei. L'aveva lasciata per ultima. Fino a quel momento non capiva perché aveva fatto quel tipo di scelta. Perché l'aveva lasciata per ultima ad eccezione di tutte le sue amiche? Che cazzo era ciò che la rendeva così speciale? Ed ok, sì, lo fece. La sequestrò all'ultimo momento. E non la lasciò andare. Quella stessa notte desiderò con tutta la sua anima essere colui che sarebbe restato con lei.
E gli vennero in mente altri ricordi. Ricordi che lo fecero sorridere da un momento all'altro senza nessuna conversazione di mezzo. Pensava e ricordava soltanto... Parigi, lei lo odiava... lo odiava tantissimo, glielo diceva quasi sempre ogni volta che lo vedeva. La prima volta che la vide in intimo. Accidenti. Che spasso. Era restato con le voglie quella notte, ma presto avrebbe pagato pertanto. La prima volta che fecero l'amore. I sussurri di notte. E lei, che gli domandava tutto. E lei, che non smetteva di sembrargli dolce, bella, perfetta. E lui, che aveva fatto tante cose brutte e che non voleva intrometterla. E la grande domanda... "Ti sei innamorato di lei? No, ovvio che no..." Ma cos'era l'amore in quel momento per Juan Londoño? Non lo conosceva e non lo avrebbe fatto fino alla sua ultima notte a Parigi quando lei ammise che voleva andarsene con lui... quando le disse che l'avrebbe portata lontano. E la baciò. E tornarono a fare l'amore. E sentì quello che non aveva mai sentito per nessuna. Quel formicolio nello stomaco si convertì in qualcosa di vero. E l'amava, ma il suo orgoglio non gli avrebbe permesso di ammetterlo. Tuttavia, niente era meglio dell'amore che sentiva per lei. E non avrebbe lasciato che nessuno la separasse da lui. No, no, no niente... si era riuscito a far sì che smettesse di odiarlo e iniziasse a sentire qualcos'altro per lui era perché aveva una leggera speranza con lei. Forse sentiva lo stesso anche per lui. Com'era possibile? Cazzo. Questo non se lo sarebbe creduto nessuno. Dopo dieci sequestri.