Sequestrata «37»

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Come poteva una persona convertirsi nella cosa più importante nella tua vita? Una sola persona. Una, che non aveva niente di speciale e diversa dalle altre, ad eccezione di ciò che pensi tu di lei. Una che aveva tantissimi difetti. Perché? Come? Come lo aveva cambiato tanto? Come aveva fatto una ragazza di ventitré anni, diversa da lui, ad innamorarlo in quel modo? Ed è in quel momento dove ti rendi conto che le cose più belle non hanno spiegazione. Che accadalono soltanto. Accadono perché sì. Perché devono accadere. E che l'unica cosa che ti resta da fare... è difenderla fino all'ultimo secondo...

- Sei sicuro che vuoi fare questo?
Notte di mercoledì. Bianca si era addormentata da molto.

- Sì... - rispose Juan.

- Bene. - affermò Santiago.

Il Ford Mustang parcheggiò. Santiago non era sicuro di aver fatto la cosa giusta. Però aveva raccontato tutto a Juan. Dall'inizio fino alla fine, senza perdersi neanche un solo dettaglio. Ogni passo. Il nome del pub dove c'era stato l'addio al nubilato. L'uomo che se la voleva portare. I tipi che tenevano Bianca. Il tempo. La gente. Ogni cosa, per più insignificante e senza importanza che sembrasse, gliel'ha aveva detta.
L'auto si fermò. Il pub era proprio di fronte a loro.
'Promettimi che non farai niente.'
Le parole di Bianca si distinsero nella sua mente. Lo conosceva tanto che si era persino permessa di dirglielo in quel modo. Era l'unica persona nel mondo che lo conosceva così bene. Promettimelo? Lui non poteva prometterglielo. E non lo aveva fatto. Per lo stesso motivo, quella notte era lì per sistemare alcune questioni. Il pub era aperto, per ciò i due non ebbero problemi ad entrare. Dentro era sempre le stesse cose. Musica. Alcol. Donne. Uomini. Altra musica. Balli. Baci. I due si fecero spazio tra le persone, mentre Santi, cercava con lo sguardo gli stessi tipi che aveva visto due notti prima divertirsi con Bianca. Vide uno di loro, come l'avrebbe dimenticato? Aveva il suo fottuto viso registrato nella memoria. Diede una gomitata a Juan, questo si voltò a guardarlo, intravedendolo anche lui.

- È quello che sta al bancone. - gli indicò Santi. Juan strinse i polmoni. Lo vide. Era alto. Corpulento. Aveva un aspetto da attaccabrighe. Merda, merda, merda. E mille volte ancora le stesse cose. Al solo pensare che Bianca era stata nelle mani di uno di quelli... gli girava lo stomaco.
Strinse i denti. Era da tantissimo che aveva imparato a maneggiare la sua ira, in realtà Bianca lo aveva aiutato in ciò, altrimenti quell'uomo già sarebbe stato morto.

- Lasciami fare da solo. - gli chiese Juan. Santi annuì. Conosceva Juan, sapeva che alla fine della notte avrebbe desiderato fare questo con le sue proprie mani, quindi lo lasciò. Prese una sigaretta dalle tasche posteriori dei suoi pantaloni e dovette uscire da quel pub perché lo lasciassero fumare con tranquillità. Juan indurì la mandibola. Intanto era lui, di fronte ad uno degli imbecilli che si erano burlati di Bianca. Era da tantissimo che non si sentiva l'antico Juan. Il temuto Juan. Il Juan senza scrupoli e senza sentimenti. Quella stessa notte voleva essere di nuovo quel Juan, solo per lei...

- Un vodka semplice. - ordinò. Max annuì con la testa. Prese la bottiglia e l'agitò completamente. Ne servì un poco in un piccolo bicchiere e lo fece scivolare fino alle mani di Juan, questo lo prese agilmente.

- Pronto. - gli disse Max.
Juan bevve il drink in un sorso solo.
Fece la stessa cosa di Max, facendo scivolare il piccolo bicchiere fino alle mani di questo.
Max alzò lo sguardo, il tiro gli aveva fatto male al polpastrello delle dita. Guardò Juan con un atteggiamento peggiore, scontrandosi con gli occhi castani di questo, pieni di ira, di odio puro... solo questo lo fece cagare sotto dalla paura.

- Cosa c'è? - Juan alzò le spalle. - Hai paura di me? - sorrise. Un sorriso malizioso. Di quelli che lui era solito indossare per ottenere ciò che voleva.

Max liberò una risata affogata.

- Perché dovrei?

- Non so... - gli rispose Juan, completamente innocente. - per caso hai fatto qualcosa di brutto che hai la coscienza così sporca?

- Non credo che abbia fatto qualcosa di brutto.

- No?

- No. - rispose Max, questa volta sulla difensiva.

- Va bene, va bene... - Juan collocò le sue mani in aria, inoffensivo. - ti sei offeso?

- Che cazzo vuoi? - gridò Max. Un paio di coppie che ballavano vicino si voltarono a guardare. Juan sorrise. Ciò iniziava a piacergli. - So chi sei. - mormorò Max, questa volta più cauto. - Tutta Medellín ti conosce, Londoño. Tutti ti temono. Che sei venuto a fare? Ad armare un casino con me?

- Credi che trascorra tutto il tempo litigando? Cazzo, si vede che non mi conosci.

- Tutti sanno che non servi per nient'altro che questo.

Il battito di Juan si accelerò. Lo stesso per la grande voglia che aveva per abbatterlo. Le sue mani iniziarono a sudare, il cuore gli batteva a mille, aveva il sangue alla testa. Ma ricordò le parole di Bianca...

- Vuoi sapere perché sono venuto? - gli domandò sussurrandogli. Max annuì. Temeva lui come nessuno al mondo.
- Sono venuto a romperti le palle, imbecille. - Max ingoiò il rospo. Alzò lo sguardo verso Juan. - A farti sapere che nessuno... - lo prese dai bordi della maglia, avvicinandolo di più. Max rimase senza respiro per alcuni secondi. - nessuno, né tantomeno tu, figlio di puttana... si mette con la mia ragazza.

Sequestrata #3.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora