Sequestrata «25»

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Si era addormentata e a quanto pare da molto tempo. Si sedette sul bordo del letto. Perché Juan non era al suo lato? Questo era così tipico di lui. La notte prima era stata geniale, fantastica, meravigliosa, incredibile. Avevano fatto l'amore. Ed era stata una delle miglior notti. Troppo, avrebbe detto lei. All'improvviso sente la voce di una donna dietro la porta. Era fuori. E ascolta quella di Juan. È anche lui lì. È con lei. Li può sentire. Può sentire i loro sussurri. Sarà la donna della quale Juan le ha parlato. Si alza all'inpiedi. Dubbiosa. Non sa cosa pensare. Forse è solo venuta a parlare con Juan di nuovo. Apre la porta discretamente, lasciandola mezza aperta. Lui è lì... è con lei... con la stessa donna dell'altro giorno, con Jennifer, l'unica differenza... è che stanno facendo l'amore...

E allora si sveglia.

- Merda... - sussurrò. Strinse gli occhi e li tornò ad aprire. Ma che cazzo di incubo era stato quello? Cacciò le mani dalla schiuma, le scosse e si strofinò gli occhi. Si era addormentata un leggero momento nell'antica vasca del bagno del suo ragazzo. Buttò la testa all'indietro. Chiuse di nuovo gli occhi. Perché aveva sognato ciò? Cazzo... molte volte le hanno raccontato che gli incubi più remoti si facevano realtà. Il suo corpo tremò. Da quando tempo stava lì? Ed era prestissimo. Juan le aveva trasmesso quell'abitudine. Ma... cos'era significato quel sogno? E perché adesso, quando tutto stava andando così bene lei sognava ciò?

La porta personale del bagno di Juan si aprì all'improvviso. Era lui. Non portava la maglia, ma quella splendida aria mattutina che lo accompagnava ogni giorno sì. Era spettinato e aveva gli occhi piccoli e allineati.

- Ti stavo cercando... - le disse lui, con una voce assonnata. Sensuale. Così maschile. A Bianca le diede una leggera sensazione di desiderio.
- buongiorno.

- Ti stavo aspettando... - sussurrò lei. E accidenti, quelle parole avevano fatto sì che Juan si svegliasse completamente.

- Potevi avvisarmi che eri qui. - le sorrise lui. Si abbassò i pantaloni da un momento all'altro, al vederla messa in quella vasca calda. E sarebbe diventata più calda con lui lì dentro scopandola. - C'è spazio per me? - le domandò prima di abbassarsi i boxer.

Bianca annuì, con un piccolo sorriso. Fu allora quando lui comprese che le stava succedendo qualcosa.

- Stai bene?

- Ho sognato qualcosa... di strano...

- Hai sognato me? - scherzò lui. Ma a lei non sembrò divertirla.

- Questa è una cosa seria. Ma... - respirò profondamente. - ti prenderai gioco di me.

- Sai che no. - si avvicinò alla vasca piena di acqua. Ancora senza togliersi l'ultimo capo di abbigliamento. - Non può essere così brutto... - si accovacciò.

- Va bene, sì. Te lo racconto. Ma ti ho avvertito. - gli disse, Juan la guardò divertito. Ciò che non sapeva era che il suo viso sarebbe cambiato da un momento all'altro. - Ho sognato te e... lei... la tua amica. - Bianca abbassò lo sguardo, giocando con l'acqua. - Ho sognato che avete fatto l'amore...

Juan aprì gli occhi. Bianca sembrava vergognata, si tappò lei stessa il viso con le due mani coperte di schiuma.

- Cazzo... - si lamentò al notare che un poco di schiuma era entrata nei suoi occhi. Lui le passò le dita, pulendoglieli.

- Attenzione. - sussurrò, si avvicinò e soffiò su di essi. - Perché?

- Perché, cosa? - domandò lei, ancora con gli occhi chiusi.

- Perché hai sognato ciò? - le domandò Juan. - Pensi che lei ed io...

- No. - gli rispose Bianca. Aprì impaziente gli occhi, nonostante sentiva ancora un leggero fastidio.
- Io... so di no, è che...

- Allora?

- L'ho semplicemente sognato.

Juan si mise all'inpiedi ancora una volta. Si tolse i boxer senza aspettare che Bianca gli dicesse qualcosa. Rimase nudo e si girò per mettersi insieme a lei in quella vasca da uno. Bianca rimase stupefatta dal basso, osservando il potente cazzo di Juan. Com'è che tutto ciò poteva entrare in lei con facilità? Si morse un labbro. Nel frattempo Juan era entrato nell'acqua insieme a lei. Ancora all'inpiedi, si sdraiò su di lei senza schiacciarla. Sentì di nuovo quella frizione in sé stessa. I palpiti della sua femminilità la facevano impazzire. E tutto lì dentro, era ancora più eccitante.

- Ti fidi di me? - la guardò negli occhi. Prima di potersi concentrare in un'altra cosa.

- Sì. - mormorò lei. Quasi impercettibilmente. 

- Io so di no...

- Sì, Juan. Non ti rendi conto? Sei l'unica persona della quale mi fido.

- Ma non completamente.

- Che... - stava per completare la domanda, quando all'improvviso si rese conto di ciò che aveva detto Juan, aveva una grande percentuale di verità.

- Lascia stare. - le baciò la bocca. Giocando con essa. Mordendola. Eccitandosi di più con quei movimenti. Aveva il cazzo durissimo. - So che dopo tutto quello che è successo non ti fidi di me.

- È stato tempo fa...

- Però è successo, Bianca. E non ti incolpo. Sono state molte cose insieme. Il mio forte, il mio passato, i miei segreti... - lei abbassò lo sguardo, timida appena poteva rispondergli... Juan seppe che doveva essere lui che doveva parlare adesso. - ci penso io, d'accordo? Lasciami sedurti di nuovo... - le baciò una spalla scoperta. La pelle di Bianca si rizzò. Desiderò che Juan si mettesse subito dentro di lei. Non le importava più.
- Sì... - sussurrò. Un accelerato gemito che fece ergere molto di più il pene di Juan. - seducimi...

Sequestrata #3.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora