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I ragazzi in quel periodo erano stressati avevano troppo lavoro per l'imminente comeback, erano come schiacciati dalla quantità di ore di prove per le coreografie e per la registrazione dell'album, che sarebbe uscito a breve, non avevano un attimo di respiro.
Jimin si vedeva brutto e con qualche chilo di troppo, così decise di mettersi a dieta, cosa normale per lui prima di un comeback, ma una dieta non di quelle sane che comunque ti fanno mantenere le forze, una di quelle che ti prosciugano pian piano, non solo dal punta di vista fisico, ma anche mentale. Nonostante l'esperienza spaventosa che era successa al maknae poco tempo prima durante un loro concerto, dove si era spinto al proprio limite rischiando grosso, non dando ascolto alla vocina della razionalità che gli diceva di fermarsi, Jimin continuava imperterrito la sua dieta e oltretutto provava le coreografie a lungo, per troppo tempo e non considerava la sua mancanza di energie.

"Jimin-ah quante volte ti ho detto di mangiare" disse Jin, guardando con sguardo di rimprovero il suo dongsaeng, seduto sullo sgabello in cucina, dove, dopo il rimprovero del maggiore, si era fatto piccolo piccolo sembrando più piccolo di quanto già non fosse.

"Hyung ieri ho mangiato" rispose imperterrito Jimin.

"Si, ma non a sufficienza, da quant'è che non mangi una vera cena?"

"Dieci giorni..." disse Jimin abbassando lo sguardo, lui stesso sapeva che non mangiare per dieci giorni non era una cosa corretta e salutare, ma non ci poteva fare niente, si vedeva brutto, non si sentiva abbastanza per le sue ARMYs, su cento commenti positivi lui si fissava su quello negativo, che molto spesso recitava: <<Jimin non è all'altezza dei bangtan, dovrebbe andarsene!>> oppure <<Quanto è ingrassato Jimin? Mettetelo a dieta vi prego>> . Non si sentiva all'altezza di quel gruppo, non si era mai sentito all'altezza, dal primo giorno che aveva messo piede nel dormitorio, dove tutti lo stavano aspettando con ansia per conoscere l'ultimo membro del gruppo.

"JIMIN-AH STAI SCHERZANDO?!" chiese sconvolto il maggiore.

"No" rispose Jimin alzando lo sguardo e piantandolo negli occhi del suo Hyung, Jin non vide nulla negli occhi del minore: erano spenti, sembrava che la mancanza di alimentazione e la troppa stanchezza, dovuta a lunghe ed estenuanti ore di prove e notti insonni, o per le prove o per gli incubi che in periodi simili erano sempre più frequenti, gli avessero prosciugato l'anima.

"Park Jimin quant'è vero che mi chiamo Kim Seokjin, tu questa sera mangi a cena con noi, non mi interessa se ci metti tanto e hai bisogno che qualcuno ti aiuti, almeno uno di noi starà a tavola con te e aspetterà finché tu non avrai finito quello che hai nel piatto." disse Jin.

"Lo sai che ci preoccupiamo tutti per te vero? Ci distrugge vederti così Jimin-ah, fallo per noi mangettok, ma soprattutto fallo per te stesso" concluse il maggiore con le lacrime agli occhi per poi stringere in un abbraccio paterno il minore , di qualche centimetro più basso di lui e Jimin in quel momento si sentì protetto.

"Va bene Hyung" rispose Jimin, per poi andare a farsi una doccia.

Entrò in bagno e aprì l'acqua della doccia che scese calda riempendo la stanza di una piccola nebbia sottile; Jimin si spogliò dai suoi vestiti per poi entrare in doccia, prese il sapone e piano piano si insaponò tutto, poi rimase sotto il getto della doccia per qualche minuto senza pensare a niente, finché la porta del bagno si aprì di colpo e la figura dietro di essa si rivelò essere Taehyung.

"Oddio scusa Jimin, non avevo sentito il rumore dell'acqua e pensavo che il bagno fosse libero" disse il suo coetaneo togliendosi le cuffiette dalle orecchie, da dove fuoriusciva a tutto volume una canzone dei Big Bang, che Jimin però non riuscì a riconoscere.

"Tranquillo TaeTae, tanto ho finito" disse il biondo uscendo dal box doccia e avvolgendosi nel suo caldo accappatoio.

"No Jiminie fai con comodo, aspetto" disse Taehyung con tono rassicurante, notando lo sguardo e la voce spenti del suo migliore amico. Il drastico cambiamento di Jimin che arrivava sempre prima di ogni comeback, non era passato inosservato e tutti i membri del gruppo come da routine erano diventati più premurosi nei suoi confronti, non che non lo fossero durante tutto l'anno, ma prima di ogni comeback tutti si trattavano con delicatezza per cercare di non fraintendere le parole o i consigli degli altri a causa dello stress.
Taehyung era sempre stato il migliore amico del biondino, già dal loro primo incontro avevano legato come due fratelli e il fatto che avessero la stessa età aveva giocato a favore; il ragazzo dai capelli grigi era sempre stato la colonna portante del piccolo castello di carte che era la vita di Jimin, un castello così fragile e sottile che era pronto a crollare anche al più piccolo spostamento d'aria; Taehyung faceva sempre sorridere Jimin, cercando di distrarlo dai suoi pensieri, la maggior parte delle volte cattivi, creavano ricordi insieme di periodi spensierati dove il giovane biondino si sentiva libero. Si, con il piccolo alieno dai capelli grigi Jimin si sentiva libero; libero di essere chi voleva essere, libero di dire e fare quello che voleva, libero di piangere e sfogarsi, libero di confidarsi.

Euphoria   *Jikook*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora