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                °*•○Helianthus Annuus○•*°
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Le valige sono pronte, dopo aver messo tutto dentro, la stanza non sembra più quella di prima, è più spoglia.

Prima di uscire mi fermo sull’uscio e rigirandomi riosservo quella camera, la mia camera, che da oggi in poi non sarà più mia.

Trascino i miei due trolley fuori dalla stanza e mi dirigo verso l’esterno attraverso questo lungo corridoio pieno di crepe e buchi rattoppati, che tante volte, durante l’inverno, hanno reso questo posto ancora più freddo e ventilato.

Le rotelle dei bagagli al contatto del vecchio parquet scricchiolano e talvolta incappano nei piccoli buchi nel pavimento, che fanno sobbalzare la valigia.

Tutto è molto silenzioso, è mattina presto e i bambini stanno ancora dormendo profondamente; vorrei non svegliarli, sembrano così carini quando dormono, degli angioletti.

Mi mancheranno queste piccole pesti dai sorrisi squadrati e mancanti di alcuni denti.

Finalmente fuori sento i lievi raggi del sole che mi colpiscono la pelle.

Chiudo gli occhi e ritornano quei bei ricordi delle giornate primaverili passate qui a giocare con gli altri ragazzini, con i retini ad acchiappare gli insetti o a decorare i sassi trovati con le pitture.

Posso sentire il tipico odore della mattina, un misto di colazione appena preparata, di bucato appena steso e fiori appena sbocciati.

Il tipico odore di pace e serenità.

Schiudo le palpebre e la scena che mi si presenta davanti è la solita: le varie signore indaffarate a fare i vari lavoretti per la casa e a preparare il cibo.

Tutte mi salutano con un sorriso, un saluto caldo che trasuda affetto da tutti i pori.

Io ricambio e mi avvio verso il cancello principale dove c’è la signora più anziana e carina del posto accanto al mio amico più caro, sono intenti a salutarsi e a scambiarsi varie raccomandazioni.

-“ Finalmente sei uscito Tae! Ti stavamo aspettando.”mi accoglie con il suo solito tono Yoongi.

–“ Lascialo fare, sarà l’ultima volta che vedrà questo posto, sii più comprensivo!”- rasserena l’anziana

–“Anzi, dovresti essere anche tu come lui! Che fa, non ti mancherà questo posto!? Te ne vai così alla leggera!? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per crescervi…”

Ed aveva ragione.

Siamo in questa grande casa da quando avevamo 3 e 4 anni e solo grazie alle loro cure siamo cresciuti così come siamo adesso.

Se dovessi presentare queste signore le etichetterei tutte come madri e ziette.

-“Ragazzi miei, ora che siete entrambi presenti è il momento di salutarci”dice con le lacrime agli occhi.

Ieri sera abbiamo ricevuto tutti i saluti e gli abbracci dal resto della casa, piangevano tutti e i bambini i mi erano tutti incollati addosso, mentre Yoongi, come d’abitudine cercava di tenere le distanze e di non trasmettere le sue emozioni, ma sapevamo tutti quello che stava provando.

A vedere le lacrime della mia “quasimadre” stavo per piangere anche io, ma devo farmi forza e devo cercare di avere una faccia dall’aspetto decente.

Yoongi e io la abbracciamo e facendo un passo indietro facciamo un inchino di 90 gradi.

La signora ride e ci saluta con la mano

–“Non dimenticatevi di questo orfanotrofio. Se mai aveste dei problemi o vi sentiste giù, raggiungetemi, le nostre braccia sono sempre aperte.”-

Quando ci giriamo e riprendiamo con noi i nostri bagagli, iniziamo a camminare a passi molto lenti come se un grande peso al cuore ci tenesse legati a quella abitazione con una corda.

La tristezza ci tiene in una forte morsa e non ci lascia andare.

–“ Questo posto mi mancherà così tanto...” sospiro.

Yoongi stava per ribattere ma sentiamo la voce della signora, precedentemente salutata, che ci richiama e la vediamo correre, o per meglio dire, camminare a passo veloce, verso di noi.

-“ Ragazzi fermatevi! Rimanete lì dove siete e non  muovetevi d’un passo!” dice con il fiatone.

Noi ci immobilizziamo e aspettiamo che arrivi. Quando si avvicina, notiamo che ha una piccola scatola di legno tra le mani.

–“Mi dispiace farvi fermare di nuovo, ma mi ero dimenticata di darvi questo. Sapete arrivati ad una certa età la memoria fa cilecca e arrivano i soliti acciacchi…”

Prima che finisca di parlare prendo il contenitore dalle sue mani, lo porto all’orecchio e lo agito. Yoongi mi guarda stranito.

Ritorno a guardare l’anziana e domando

–“Cosa c’è dentro?”

Lei mi risponde quasi ripresasi dalla corsa

–“Contiene degli oggetti, delle cose preziose che i vostri genitori hanno deciso di lasciarvi quando vi hanno portato qui. Capisco il vostro essere sorpresi, ma mi è stato chiesto di consegnarvela solo quando avreste compiuto la maggiore età. Vi prego perdonate questa povera signora…”

Io e il mio amico qui presente siamo pienamente scossi e confusi. Non sappiamo che fare, cosa chiedere o dove andare.

Yoongi riprendendo le redini del suo corpo, prende la scatola tra le mie mani e, sollevando la chiusura, apre il contenitore di legno.

Sgranando gli occhi incomincia a rovistare.

Non emette una singola parola.

Il silenzio è quasi imbarazzante, fin quando il ragazzo accanto a me non vede qualcosa che gli fa perdere le staffe, inizia ad agitarsi e a sudare freddo, quasi gridando domanda

–“Cosa mi sai dire di più!? C’è dell’altro!? Cosa ti hanno detto i miei genitori!?”

 

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Ehi ehi! Che ne dite? Vi è piaciuto? Eh? Eh?
( ͡° ͜ʖ ͡°)

Io e ilbiscottokookie siamo super curiose di cosa ne pensate!
Fatevi avanti e commentate    ( ✧≖ ͜ʖ≖)

PS. Spoilerino: questo capitolo è molto importante c:          

°The flowering of a dream°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora