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°*•○Dianthus Caryophyllus○•*°
|JM|


"Ma quanti tatuaggi ha?"

"sarà stato in prigione?"

"Gli hai visto i capelli?"

"Che poi che avrà tanto da sorridere..."

Sento continuamente spifferare a destra e a sinistra.

Da quando sei arrivato l'ospedale è una tale confusione. L'attenzione di tutti è continuamente su di te, sono sicuro ti darà fastidio, ma tu continui a sorridere.

Ti vedo continuamente gironzolare alla ricerca di luoghi tranquilli, dove le parole non possono arrivare. Il tuo viso è raggiante, ma le mani nelle tasche e la schiena leggermente curvata dicono tutto su come ti senti.

In mensa sei sempre seduto solo, nell'ultimo tavolino a l'angolo, quello vicino alla vetrata. Continui a guardare fuori con sguardo assente , chissà dove starà viaggiando la tua mente. A volte ti giri e ti accorgi di me, mi fissi per un po' ed io ricambio. 

Non mi sorridi. Poi di colpo, è come se ti risvegliassi, ti imbarazzi e distogli gli occhi. Abbassi il capo e inizi una gara di sguardi con il piatto da dove mangi, che dura fino alla fine del tuo pranzo. Ti alzi e con il vassoio vuoto ti dirigi verso la cucina e, solo dopo aver riposto le stoviglie, esci dalla sala.

Io mi sbrigo a fare la stessa cosa.

Prendi il terzo corridoio a destra, giri l'angolo e per un attimo la tua figura scompare. Affretto il passo e ti rivedo uscire dalla porta verso l'esterno. Passeggi da solo per le viottole del parchetto con una calma che non ti ho mai visto in corpo. Le spalle tatuate sempre curve ora sono rilassate e le mani che di solito tieni nelle tasche, penzolano ai lati delle gambe; la tua testa è alta e diritta. Da questa posizione non posso vedere il tuo viso, ma sono sicuro che il tuo sguardo sia puntato verso il vuoto.

In questo momento la tua figura è sorprendentemente diversa, sembri quasi un altro ragazzo. Sembri normale. Perché sei qua?

Ti fermi.

Hai visto qualcosa a terra alla tua sinistra. Ti sposti verso di essa è ti accovacci. Stendi il braccio e la prendi tra le dita. Sembra essere un fiore. Mi avvicino un po' di più e riesco a vedere.

È un quadrifoglio, dovresti sentirti fortunato.

Un sorrisetto spunta sulla tua faccia e i tuoi occhi si riempiono di speranza. È uno sguardo nuovo, che non hai mai avuto prima; non vorrei sbagliarmi, ma sembri felice davvero.

Con la piantina ancora nella mano ti avvicini ad una panchina sotto l'albero e ti siedi. I tuoi occhi sono incollati al quadrifoglio e intorno a te non c'è più nulla, siete solo voi due nel tuo mondo. Io riesco ad avvicinarmi ancor di più , fino a sedermi nella panchina di fronte a te, ma tu non mi vedi, per te sono invisibile.

Proprio come io osservo ogni parte della tua persona, tu non perdi un minimo dettaglio della vita che risiede fra le tue mani.

Il tempo sembra essersi fermato, ma posso facilmente affermare che il sole, che prima ci sovrastava, ora è spostato verso sinistra.

Improvvisamente ti risvegli e ti alzi. Senza nemmeno notarmi riprendi il cammino. Sono davvero così minuto da non riuscire a vedermi?

Il tuo passo è veloce, quindi mi sbrigo ad alzarmi e seguirti. Percorriamo la strada che sembra portare alla sala di svago comune. Entri nella stanza e corri dritto verso la sezione dei libri. Ti vedo concentrato a cercare un manuale che solo dopo del tempo riesci a trovare. Con il volume verde in mano ti guardi intorno e vedi una seduta libera; ti ci fiondi con uno scatto. Io prendo un quadernino da uno scaffale e la prima matita che vedo sul tavolino, poi mi siedo difronte a te.

°The flowering of a dream°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora