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°*•○Lilium Longiflorum○•*°
|JK|


6, il numero di pugni che ho ricevuto finora; li ho contati tutti per bene.

Le nocche scorticate di un altro sconosciuto colpiscono la mia faccia, le sue mani pesanti si scontrano contro il mio viso continuamente. Sono costretto a rimanere fermo, immobile, incatenato dalle braccia di un altro individuo dalla faccia ignota. 

La mia testa è bassa, si muove solo grazie ai pugni che la fanno oscillare. I miei arti superiori sono ormai atrofizzati e le mie gambe stentano a reggere il peso del mio corpo ormai senza forze.

Il suono dei colpi che squarciano l'aria e segnano la mia pelle è ovattato. Sento un continuo ronzio nelle mie orecchie che accompagna il ritmo costante dei pugni. Le voci dei miei assalitori sono ormai scomparse, ma le loro labbra continuano a muoversi. Cerco di mantenere la bocca aperta per respirare il più possibile.

Il capo abbassato e la vista offuscata mi permettono di vedere ben poco. Il mio sguardo è puntato alle gambe che ho davanti. Ogni colpo che mi viene inflitto fa peggiorare la visione. Nell'immagine sfuocata che ho davanti noto che il polpaccio destro è segnato da una cicatrice profonda. 

Cerco di mantenere la concentrazione su quella ferita, ma un gancio dal basso fa si che la mia testa si alzi e che il sangue, che poco prima stava sgocciolando dalla mia bocca, imbrattasse le mani del mio caro amico.

Anche se per poco riesco a vedere la sua brutta faccia, che fino a qualche secondo fa mi stava deridendo, almeno fin quando non incominciassi a sghignazzare. Incomincio a ridere senza un motivo, una risata isterica.

Pensa davvero che il dolore che mi sta provocando sia grande quanto il dolore che ho dentro?

Ora mi guarda perplesso, crede che lo stia prendendo in giro. Si incazza così tanto da sferrarmi una ginocchiata in pancia, che mi fa contrarre gli addominali e contorcere su me stesso dal dolore, mi fa sputare sulla sua maglietta tutto il liquido rossastro che ho in bocca.

-"Come osi sporcare la mia camicia firmata con il tuo lurido sangue, figlio di puttana!? Sai quanto mi è costata!?"

Il sorrisetto sulla mia faccia non prova nemmeno a scomparire, cosa che lo irrita ancor di più. Un calcio alle gambe mi fa perdere l'equilibrio. Il dolore al ginocchio è asfissiante, tanto da lasciarmi scappare un'imprecazione dalle labbra. 

Con le gambe tremanti e impotenti e il ragazzo dietro che allenta la presa, mi ritrovo a terra dolorante. Cadendo, la mia testa rimbalza sul pavimento e per un attimo vedo una schermata nera. Quando ritornano i colori, sento una fitta all'addome. Il suo piede colpisce ripetutamente il mio ventre ,ogni pedata è una lama di coltello che trafigge la mia pelle, arriva al mio stomaco e velocemente torna indietro.

-"Sei solo feccia, non meriti di esistere!" è una delle poche frasi che riesco a sentire.

Il primo ragazzo, soddisfatto del suo lavoro, sputa la sua saliva sulla mia faccia, facendomi chiudere gli occhi. Dopo un ultimo insulto e incitato dall'amico, gira su se stesso e si dirige dalla parte opposta alla mia, uscendo dal vicolo.

Il lato destro del mio viso è poggiato sul freddo asfalto, il mio respiro è irregolare. Il solo riempire i polmoni d'aria mi provoca delle forti fitte al petto. La mia faccia continua a bruciare e i miei capelli sudati si appiccicano alla fronte.

La testa sta per esplodermi.

L'immagine che ho davanti diventa sempre più appannata e offuscata. Le luci gialle dei lampioni e le insegne a neon dai colori accesi e fluorescenti sembrano delle sfere lampeggianti, talvolta delle stelle dai lunghi raggi che ruotano; sono così fastidiose che mi fanno socchiudere gli occhi, rendendo la visuale ancora più stretta.

I passanti sembrano delle ombre che si muovono velocemente da destra a sinistra e viceversa.

Mentre sono qui disteso a terra, in un buio vicolo dove il tempo sembra essersi fermato, la vita, a solo pochi metri di distanza, scorre veloce. Sono intrappolato in una stretta stradina che collega due vie principali, ma che a quanto pare sembra trovarsi in un mondo differente. Nessuno si degna di darmi una mano.

L'odore forte della spazzatura, proveniente dai cassonetti qui vicino e del mio stesso sangue stagnato mi da la nausea.

Le orecchie sembrano non funzionare.
Tutto ciò che sento è un acuto fischio e un continuo brusio di sottofondo. I suoni comuni che ho sempre potuto ascoltare come il rumore delle macchine o il chiacchiericcio della gente, che prima mi infastidivano, ora sono così silenziosi che sto per impazzire.

Il mondo muto fa paura.

Sento un brivido di freddo. Incomincio a tremare. Mi mordo il labbro inferiore già dolorante e coperto di tagli. Il vento comincia a soffiare e accarezza la mia pelle scoperta e le mie ferite aperte. Porto le gambe al petto, ignorando il dolore lancinante. Quanto pagherei per un giubbotto felpato, i miei jeans bucati e la mia maglietta smanicata non sono abbastanza.

Non avrei mai immaginato che la mia vita prendesse questa piega.

Dormire sull'asfalto, pensare al passato e sentirmi triste e vuoto. Dov'è che ho sbagliato? Quand'è che tutto è cominciato ad andare a puttane? Perché ho indossato questa dannata maschera che ora non riesco più a togliermi?

Non penso che riuscirò mai a ritornare il ragazzo felice e spensierato, che rincorreva i suoi sogni come ero una volta. La mia fiducia è stata tradita e il mio destino è stato frantumato insieme al mio cuore.

Non mi ritengo forte abbastanza per affrontare tutto ciò con razionalità e calma; preferisco lasciarmi cadere nell'oblio del dolore e dei rimpianti e attraversare il tunnel del non ritorno.

Mi distendo sulla schiena, così da portare lo sguardo al cielo. Sento ogni singola vertebra poggiare al suolo. Sono sicuro di avere almeno una costola rotta.

Un blu scuro e profondo è rinchiuso tra le mura dei due palazzi ai miei lati. E' un colore così cupo che mi mette ansia, mi fa sentire estremamente piccolo e futile. Sono pochi i puntini bianchi che brillano, ma riescono a emanare una luce raggiante.

Senza accorgermene una calda lacrima solca il mio viso.

-"In una notte così buia solo le stelle mi accompagnano."

Le mie palpebre si chiudono ed è tutto un blackout.


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Non so quanto tempo abbiamo impiegato a scrivere questo capitolo, ma ne è valsa la pena! 

Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti mi raccomando!!


@ilbiscottokookie  @ImForsaken

°The flowering of a dream°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora