Part 3

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Essere il figlio perfetto, quello che tutti vorrebbero, è il sogno di qualsiasi adolescente. Riuscire a rendere fieri i propri genitori è, a detta di tutti, la soddisfazione più bella che possa esserci. Eppure, per me essere perfetti è cosi noioso. In quasi diciotto anni di vita, ero sempre stato alle regole dei miei genitori, non avevo mai fumato, bevuto, fatto sesso, tornavo sempre a casa entro la mezzanotte e non avevo amici demoni che avrebbero potuto compromettere la mia reputazione. La mia vita era tutta casa, scuola e studio. Ed era noioso. Se pensate che gli angeli debbano essere puri e casti, vi sbagliate di grosso. Ognuno, angelo e demone, è libero di fare qualsiasi cosa senza infrangere le regole. Visto che quest'ultime sono solo due e non comprendono il bere, il fumare e il sesso, allora nessun angelo è puro. Conoscevo angeli nella mia scuola che sarebbero potuti sembrare demoni, se non fosse stato per le loro ali bianche e l'aureola sulla loro testa. Persino Calum fumava, ovviamente di nascosto dai suoi genitori. Nonostante loro fossero molto più aperti mentalmente e permettessero qualsiasi cosa a loro figlio, lui non voleva sembrare una delusione, per questo nascondeva il suo vizio, beveva raramente e aveva dei bei voti in quasi tutte le materie scolastiche. Aveva anche qualche tatuaggio ma quelli non li nascondeva, semplicemente perché sua madre e suo padre sapevano il loro significato e che non erano affatto stupidi. Quando gli fu diagnosticato il suo problema nella gestione della rabbia, in seguito ad una lite abbastanza violenta con suo padre, il ragazzo aveva promesso a se stesso che avrebbe fatto di tutto per migliorare, prendendo le medicine e partecipando alle sedute con il suo psicologo di fiducia. Non aveva paura di dire la verità, di esprimere un suo pensiero o di fare battutine inappropriate. Calum non aveva segreti, era un libro aperto che tutti potevano leggere, forse è anche per questo che non ci mise molto a fare coming out con la sua famiglia e con la scuola, dichiarandosi omosessuale. Ovviamente io lo seppi per primo, essendo il suo migliore amico, ma non è mai stato un problema per me. Gli volevo bene e lo avrei accettato sempre, qualsiasi cosa lui decidesse di essere. Io invece, non avendo mai avuto alcun tipo di esperienza, non potevo dire liberamente di essere gay, bisessuale o etero. Il mio migliore amico diceva che non dovevo preoccuparmi, che sarebbe arrivato anche il mio momento, ma io non avevo fretta. Tempo al tempo, mi dicevo. Una volta finite le lezioni, mi recai subito a casa, dopo aver salutato Calum ovviamente. Abitava dalla parte opposta della città, ma avendo le ali per noi vederci spesso non era un problema. Non appena entrai in salotto, mia madre mi venne incontro, con un sorriso fiero stampato sul volto.

-Luke! Io e tuo padre abbiamo saputo cosa hai fatto con il tuo protetto e siamo così fieri di te!- Mi abbracciò stretto ed io, con un sorrisino timido, ricambiai la stretta. Neanche un ciao, neanche un come stai o com'è andata la giornata. Niente. E si, faceva male. Quando mia madre si staccò dall'abbraccio per lasciare spazio a mio padre che, soddisfatto, mi diede una pacca sulla spalla, decisi che fosse meglio congedarmi, usando come al solito la scusa del 'devo studiare'. Non avevo nulla da fare in realtà, volevo solo andarmene e restare da solo. I miei fratelli, Ben e Jack, più grandi di me, avevano deciso di prendere un appartamento insieme e condividerlo con le loro rispettive ragazze, frequentando persino la stessa facoltà all'Università. Mi ritrovavo ad invidiarli di tanto in tanto: almeno loro erano liberi dalle regole dei miei genitori. Presto lo sarei stato anch'io, mancava solo un altro anno di scuola, poi tutto sarebbe andato come avrei voluto. Annoiato, afferrai la mia chitarra, posta con cura sul poggia-chitarre accanto al letto, e mi misi seduto, accordandola. Non era molto scordata, quindi non ci misi molto. Dopo di che, a gambe incrociate sul materasso, iniziai ad intonare una canzone che ormai conoscevo a memoria e che era diventata parte di me.

I'm tired of being what you want me to be

 Feeling so faithless, lost under the surface

 I don't know what you're expecting of me 

Put under the pressure of walking in your shoes 

Perfectly WrongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora