Part 26

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Dopo aver raccontato l'intera storia a Gerard (si, il demone-stregone si chiamava così), seguirono alcuni minuti di totale silenzio. L'anziano ci stava probabilmente riflettendo su, ma non ero sicuro che ci avrebbe aiutato. Gli avevamo detto che eravamo stati io e Michael a liberare Diana, involontariamente, ma che volevamo fare di tutto pur di sistemare le cose.

-Oh andiamo, vuole aiutarci o no?- Sbuffò Calum infastidito, stanco di quel silenzio. Sospirai arreso, scuotendo lentamente la testa.

-Voglio aiutarvi, si- Disse ed io sgranai gli occhi. Per poco non mi misi ad urlare dalla gioia, ma provai a controllare l'entusiasmo.

-Però..- Ecco, ora sparerà un prezzo assurdo per il suo servizio, noi non saremo capaci di pagarlo e quindi non salveremo Michael. Fu la prima cosa che pensai, questa.

-Voglio un paio di ali. Non mi interessa di chi, ma voglio un paio di ali- Ecco, appunto. Un paio d'ali? Perché voleva proprio un paio d'ali?

-No, non se ne parla- Esordí in fretta Ashton, alzandosi dal divanetto su cui eravamo seduti. L'uomo alzò le spalle, facendo per dire qualcosa, ma io lo bloccai, alzandomi.

-Aspettate!- I tre presenti nella stanza mi guardarono, in attesa che continuassi a parlare. Spostai lo sguardo sull'anziano, guardandolo con occhi tristi.

-Ti darò le mie ali- Sussurrai, ma mi sentirono comunque. Calum sgranò gli occhi e scosse la testa, mettendosi di fronte a me.

-Luke no! Ragiona, non potrai più riaverle indietro, non puoi rinunciarvi!- Mi guardò preoccupato, cercando di farmi effettivamente ragionare, ma io avevo già scelto. L'avrei fatto, avrei fatto di tutto per riavere Michael indietro.

-Michael è più importante di uno stupido paio d'ali- Borbottai semplicemente, spostandolo di lato per riprendere a guardare l'uomo, che sorrideva soddisfatto.

-Prendi le mie- Dissi convinto, nonostante avessi paura. Come avrebbe fatto a toglierle? Non voleva mica strapparle vero?

-Luke..- Provó a dire Ashton, ma con un gesto della mano lo fermai, facendogli capire che niente e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. L'uomo si alzò dalla sua postazione ed in quel momento spiegai le ali, con un po' di difficoltà in più rispetto al normale. Facevano male e non ne capivo il motivo, come se qualcuno me le stesse tagliando a pezzettini. Un urlo scappó al mio controllo quando avvertii un dolore immenso alle ali e, alzando lo sguardo, vidi Gerard con i palmi delle mani diretti verso di me ed una luce scura che fuoriusciva da essi. Caddi sulle ginocchia, continuando ad urlare dal dolore. Calum provó a raggiugermi per fermare quella che effettivamente era una pazzia, ma Ashton lo fermò e lo ringraziai mentalmente, perché avrebbe solo complicato le cose. Più passavano i secondi, più il dolore aumentava e, girando la testa, vidi le mie ali iniziare a scomparire lentamente, senza lasciare traccia. Quando l'incantesimo si concluse, quasi svenni. Mi era stata strappata una delle cose che mi permettevano di distinguermi dai terreni. Mi restavano l'aureola ed i miei poteri, ma le ali erano andate e per me era come se non fossi più un angelo. La speranza che grazie a quel sacrificio avremmo salvato Michael però mi rincuorava, perché almeno avrei avuto lui accanto. Ashton e Calum mi aiutarono ad alzarmi dal pavimento e guardai Gerard, dolorante e con occhi stanchi.

-Venite- Con un cenno della testa ci invitò a seguirlo e, titubanti, ci ritrovammo al di fuori della sua abitazione. Lo osservammo mentre puntava un dito verso un albero e disegnava un cerchio in aria con esso più volte, fino a che un vero cerchio apparisse sul tronco. Un altro gesto e un vortice scuro apparì all'interno dell'apertura, facendo addirittura tremare la terra sotto ai nostri piedi.

-Per ritornare come facciamo?- Chiese Ashton, aspettandosi che ci desse una sfera come quella che i nostri presidi diedero a loro quando vennero a salvarmi, ma Gerard alzò le spalle, lasciandoci allibiti.

-Vi arrangiate-

-Brutto figlio di..- Tirai Calum indietro verso di me, scuotendo la testa, come per fargli capire che non ne valeva la pena. Tutti e tre insieme ci avvicinammo al cerchio e, senza che facessimo un altro passo, ci risucchiò.

Michael's point of view

-Fatemi uscire!- Urlai per l'ennesima volta, tirando un calcio alle sbarre della cella in cui ero rinchiuso. Avevo le mani legate tra loro da una catena anti poteri che, con tutta onestà, non sapevo da dove provenisse e come Diana l'avesse ottenuta. Probabilmente era la catena a cui era incatenata lei ed aveva pensato bene di riciclarla con me.

-Calmati dolcezza, Diana vuole vederti- Alzai di scatto la testa ed i miei occhi incontrarono quelli di un'arpia che, con un sorriso decisamente inquietante, aprì la mia cella con le apposite chiavi e, con poca delicatezza, mi spinse all'esterno.

-Non provare a ribellarti- Mi disse con tono minaccioso, tenendo una mano sulla mia spalla ed infilzando gli artigli nella mia carne, facendomi gemere per il dolore. Come potevo ribellarmi se avevo le sue schifose unghie nella spalla e delle catene a legarmi i polsi? A passo lento, mi condusse al trono di Diana e, una volta davanti a lei, mi gettò a terra, facendomi atterrare sulle ginocchia. Sbuffai leggermente, guardando con disprezzo la donna di fronte a me.

-Spero che la permanenza stia andando bene- Rise malignamente e quasi mi trattenni dallo sputarle addosso. Mi faceva venire il vomito.

-Cosa vuoi?- Chiesi a voce alta e con occhi pieni di rabbia. Sentivo il potere bruciare dentro di me, morivo dalla voglia di folgorarla sul posto, ma non potevo. La donna si alzò, avanzando lentamente verso di me con William al suo fianco. Quest'ultimo mi fece alzare, in modo da ritrovarmi faccia a faccia con la sua padrona.

-Voglio renderti mio- Ghignò, facendomi sgranare gli occhi. William mi teneva fermo per le braccia, impedendomi qualsiasi movimento, ma non di dimenarmi. Il suo pollice destro si poggiò sulla mia fronte ed un dolore improvviso iniziò a diffondersi per tutto il mio corpo, facendomi urlare a pieni polmoni. Chiusi gli occhi, strizzandoli mentre stringevo con forza le catene, cercando inutilmente di alleviare tutto quel dolore.

-Diana!- Quella voce. Credetti di star sognando quando, aprendo leggermente gli occhi, vidi davanti a me Luke, il mio Lukey, insieme ad Ashton e Calum. Sorrisi debolmente e, diversamente da come mi aspettassi, Diana mi lasciò andare ed io, stremato, caddi a terra.

-Che ci fate voi qui?!- Esclamò lei con sorpresa e, alzando lo sguardo, vidi il mio ragazzo sorridere mentre preparava una sfera di ghiaccio.

-Credevi davvero che ti avremmo lasciato vincere?- La voce di Calum mi invase le orecchie, facendomi scuotere la testa a causa della testardaggine dei miei amici.

-Sono più forte di tutti voi messi insieme, inoltre ho le arpie e William con me, non avete speranze!- Urlò, richiamando le sue arpie mentre con una mano creava una sfera elettrica da scagliarci contro.

-Io non ne sarei così sicuro- Ghignò Ashton, mettendosi in posizione d'attacco proprio come ci avevano insegnato a scuola.

-Luke, ora!- Urló Calum e, dopo avermi dedicato un sorriso, il mio ragazzo batté le mani sul terreno, lasciando spuntare da quest'ultimo lunghi pilastri di ghiaccio. Uno di essi spuntò sotto William, che venne sbalzato via chissà dove. Mi alzai a fatica, spiegando le ali e girandomi verso colei che fino a due minuti prima mi teneva prigioniero.

-Che la battaglia abbia inizio, stronza-


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